IL PRIMO VIAGGIO IN TRENO DI MARTINO

Una bellissima lettera ai papà, ed in generale ai genitori che, pur con tutti i limiti di una perentorietà letteraria che trova quasi sempre nella realtà forme necessariamente più flessibili e meno nette, mi ha fatto riflettere molto . . .

In questa mia stagione di vita tutti i richiami a ciò che avrei voluto poter essere e che in gran parte non sono stato come genitore, a ciò che avrei voluto poter rappresentare per i miei figli e che in gran parte non sono stato capace di essere, sono per me stimolo potente a mettere a fuoco ciò che voglio essere oggi e, se spero ne avrò il tempo, domani.

Recuperata su Facebook, la ho trovata bellissima . . .  

"Ogni anno il papà di Martino lo portava  dalla nonna per trascorrere le vacanze estive, e poi tornava a casa sullo stesso treno il giorno dopo.

Un giorno il bambino disse ai suoi genitori:
′′Ormai sono grande Posso andare da solo a casa della nonna?".

Dopo una breve discussione I genitori accettarono.

Sono fermi in stazione in attesa della partenza del treno, i genitori di Martino lo salutano dandogli alcuni consigli, mentre Martino ripeteva loro:  ′′ Lo so, Me l'avete detto più di mille volte ".

Il treno sta per partire e suo padre mormora al suo orecchio: ′′ Figliolo, se ti senti male o insicuro, Questo è per te!". Mettendogli qualcosa in tasca.

Ora Martino è solo, seduto sul treno proprio come voleva, senza i suoi genitori per la prima volta.

Ammira il paesaggio dalla finestra, intorno a lui alcuni sconosciuti parlano, fanno molto rumore, Entrano ed escono dal vagone.

Il capotreno fa alcuni commenti sul fatto che è da solo.

Una persona lo guarda con tristezza.

Martino ora si sente male. Ogni minuto che passa. E ora ha paura. Abbassa la testa . . . si sente messo all'angolo e solo, con le lacrime agli occhi.

Allora ricorda che suo padre gli ha messo qualcosa in tasca, Tremante, cerca quello che ha messo suo padre. Trova il pezzo di carta, sopra c'è scritto: ′′ Figliolo, sono all'ultimo vagone!".

Questa è la vita, dobbiamo lasciare andare i nostri figli, Dobbiamo fidarci di loro.

Ma dobbiamo sempre esserci nell'ultimo vagone, a guardare, se hanno paura o se trovano ostacoli e non sanno cosa fare. Dobbiamo stare vicino a loro finché siamo ancora vivi, Il figlio avrà sempre bisogno dei suoi genitori.

Viola©"

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