IL TAR SOSPENDE LA CACCIA IN PIEMONTE

UNA CONFERMA DELLE NOSTRE PREOCCUPAZIONI VERSO LA POLITICA DI LIBERALIZZAZIONE VOLUTA DAL CENTRODESTRA.
COSI’ SACCHETTO NON GARANTISCE UNA GESTIONE EQUILIBRATA DELL’AMBIENTE E DEL TERRITORIO.

La sentenza con cui il Tar del Piemonte ha sospeso il calendario venatorio e con esso l’esercizio della caccia nella nostra regione conferma le preoccupazioni che avevamo reso pubbliche verso la politica di liberalizzazione della caccia perseguita dall’assessore Sacchetto. Dimostra anche che a voler tirare troppo la corda si finisce per danneggiare le stesse categorie che si vorrebbero privilegiare.
Il risultato delle scelte sbagliate del centrodestra è ora sotto gli occhi di tutti: da una parte si rischia di rendere ingestibile la stagione venatoria, dall’altra il mancato contenimento di alcune specie porta con sè l’aumento dei danni in agricoltura e l’incremento degli incidenti stradali, spesso con gravissimi esiti per le persone.
Noi abbiamo sempre sostenuto la necessità di un governo dell’attività venatoria che salvaguardi l’ambiente e la fauna, ma ne permetta il contenimento là dove è in evidente e pericoloso sovrannumero, garantendo così anche l’attività agricola e la vita umana. E’ l’unico modo per realizzare una equilibrata gestione faunistica e del territorio. La decisione del Tar è una chiara conferma

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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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