IL VOTO DI DOMENICA E' FONDAMENTALE
Mercoledì 30 Novembre 2016
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Istituzioni
Carissimi Amici,
come molti di voi sapranno, in queste settimane mi sono impegnato molto per spiegare, attraverso tanti incontri in tutta la Provincia, le ragioni dell’importanza del voto di domenica 4 dicembre sulla Riforma della Costituzione.
Anche se può sembrare ripetitivo, ritengo giusto precisare che domenica saremo chiamati a SCEGLIERE TRA APPROVARE LA RIFORMA, CHE È OGGETTO DEL REFERENDUM, E LASCIARE LE COSE COME STANNO.
Tutti coloro che avversano questa Riforma stanno decantando ciascuno le proprie ricette alternative per fare, a loro dire, una Riforma migliore, ma queste appunto sono “loro ricette” spesso in contrasto, anche radicale, le une con le altre.
Il succo è che non vi sono in campo proposte alternative capaci di aggregare un maggiore consenso.
La riforma è una e, semplicemente, noi potremo approvarla o non approvarla.
Le due questioni centrali della Riforma, intorno alle quali ruotano tutte le altre, sono il superamento del “bicameralismo perfetto o paritario” e la modifica del “Titolo V” relativamente al riparto di competenze tra Stato e Regioni.
Sono 30 anni che si sta cercando di realizzare il superamento del bicameralismo paritario, e lo stesso “padre costituente” Giuseppe Dossetti già lo sosteneva nei primi anni ’80, in quanto passaggio necessario al recupero di autorevolezza, efficienza e capacità decisionale da parte del Parlamento.
Tra l’altro in Europa questo modello oltre all’Italia è oramai utilizzato solamente in Polonia, Repubblica Ceca e Romania.
Anche la necessità della revisione del riparto della potestà legislativa tra Stato e Regioni, con l’abolizione delle competenze concorrenti, da anni, si è ormai reso evidente.
Questa norma che avrebbe dovuto creare l’occasione di una condivisione di scelte tra Stato e Regioni su temi che erano di interesse comune, si è invece rivelata un acceleratore di conflitti troppe volte finiti davanti alla Corte Costituzionale, che in questi anni ha dovuto giudicare ben 1500 cause tra questi due livelli istituzionali.
- Nella SCHEDA allegata, troverete una spiegazione più puntuale delle riforme con cui si sono affrontati questi ed altri temi conseguenti o minori.
Qui vorrei semplicemente esprimere due considerazioni finali:
- Questa Riforma è sicuramente imperfetta e migliorabile, ma sblocca, nella giusta direzione, una incapacità a fare un passo avanti, che dura ormai da trenta anni. Se serviranno altri passi potranno essere fatti in seguito, ma intanto, con il voto di domenica, sperimentiamo che si possono fare.
- Gran parte del mondo del no, che osteggia questa riforma, vorrebbe Istituzioni organizzate in modo tale da impedire a chi ha avuto il consenso dagli elettori di poter decidere. E questo, a loro dire, per garantire maggiormente la democrazia (per lo stesso motivo, le stesse persone richiedono anche l’abolizione del premio di maggioranza e il ritorno a leggi elettorali con il proporzionale puro).
In questo senso dietro alla scelta del Si o del No a questo referendum, in realtà, è in gioco un’idea di Paese:
- votare Si vuol dire scegliere che siano i cittadini, con il loro voto, a decidere chi avrà il compito di essere maggioranza in Parlamento e la responsabilità di governare. Chi sarà minoranza avrà il compito di controllare, di stimolare e di concorrere alla legislazione, ma in una chiara distinzione di ruoli, preparandosi a proporsi come alternativa nella legislazione seguente.
- votare No vuol dire assegnare ai cittadini il compito di eleggere i propri rappresentanti, che poi, in Parlamento con i partiti decideranno maggioranze e Governi, in un sistema necessariamente consociativo in cui saranno molto meno chiari e distinguibili le responsabilità ed i processi decisionali.
Un Paese è istituzionalmente efficiente se ha gli strumenti per rispondere ai problemi che è chiamato ad affrontare. Per questo la Riforma ha molto di più a che fare con la nostra vita quotidiana di quanto molti pensino.
L’esito del Referendum deciderà la prospettiva reale del Paese per i prossimi anni. E IL VOTO DI DOMENICA È FONDAMENTALE!
Buona lettura.
Mino Taricco