INCLUSI GLI ESCLUSI

Mi sono da anni convinto che la deriva in atto soprattutto nel nostro mondo occidentale soprattutto su alcuni grandi temi non sia premonitrice di buone novelle.

Soprattutto il modo con cui, gran parte dell’occidente e dell’Europa, ed in questa a pieno titolo il nostro Paese, affronta la questione delle migrazioni, mi pare un modo miope ed inumano.

Ogni tanto un raggio di luce riesce a taglia la coltre che copre e avvolge tutto e tutti, rendendo difficile vedere anche il buono che esiste e che in silenzio continua a camminare.
Alcune storie come quella di Riace, e del Sindaco Lucano, che ci avevano dato speranza, sembrano essere state momentaneamente risucchiate nuovamente nell’oblio,  che speriamo possa presto svanire e tornare a lasciare spazio alla luce, ma ringraziando il cielo, nuovi semi germogliano, nuove esperienze pur con fatica vedono la luce, perché la vita, ringraziando il cielo, in ogni sua espressione, continuamente genera vita.

Di seguito, per chi è interessato l’ultimo rapporto di Medici Senza Frontiere   ”Inclusi gli esclusi” , un  rapporto illustra i risultati del progetto di orientamento ai servizi sanitari pubblici territoriali rivolto ai residenti delle palazzine dell’Ex-MOI di Torino, uno degli insediamenti informali più grandi d’Italia dove convivono centinaia di migranti provenienti in gran parte da Africa Sub-Sahariana e Somalia.   
Le attività di MSF all’Ex-MOI sono iniziate nel 2016 con uno sportello informativo sulle modalità di accesso alle cure mediche attraverso il servizio pubblico, cui si è poi aggiunta la presenza agli sportelli della ASL di due mediatori interculturali, scelti e formati tra gli stessi abitanti dell’insediamento informale, sulla base di un accordo di collaborazione con la ASL “Città di Torino” e del Comune di Torino.
Prima dell’intervento di MSF, 7 abitanti su 10, nella quasi totalità titolari di protezione internazionale o umanitaria, non erano iscritti al SSN, per mancanza di informazioni, per barriere amministrative o semplicemente linguistiche. Grazie anche alla mediazione interculturale, i tempi medi di iscrizione per gli abitanti dell’Ex-MOI al SSN sono passati dai due mesi all’inizio del 2017 all’attuale settimana.
Dalla collaborazione con le autorità locali è nata un’esperienza virtuosa, che ha consentito a persone in condizioni di marginalità di godere in maniera autonoma del proprio diritto alla salute; un’esperienza che rappresenta una risposta a problemi e ostacoli nell’accesso alle cure mediche diffusi su tutto il territorio nazionale e che potrebbe rappresentare, perciò, un modello replicabile anche in altri contesti.

Una piccola storia concreta di una Italia che non si arrende, perché è convinta che le ragioni dell’umanità sono le uniche vere ragioni, e soprattutto perché sa che, come diceva Kahlil Gibran : “non vi è altra via per l’alba che attraversar la notte”.

Buona lettura a tutti.  

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