INFORMATIVA ALLA CAMERA SU ISIS

Martedì 9 settembre si è svolta un’informativa urgente alla Camera dei Deputati, durante la quale il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha riferito all’assemblea di Montecitorio sul tema del terrorismo internazionale di matrice religiosa, e in particolar modo sull’Isis, lo Stato islamico. Un’informativa che ha toccato tre punti principali: la struttura dell’organizzazione terroristica, la risposta che l’Italia e l’Europa stanno cercando di fornire e la specifica situazione del nostro Paese a


questo riguardo.


Il ministro Alfano ha così esordito con una breve descrizione del fenomeno preso in esame: organizzazione territoriale di matrice sunnita che ha dato vita a un vero e proprio Stato islamico autonomo in alcuni territori dell’Iraq e della Siria, l’Isis si presenta come una nuova autorità statale in grado di veicolare sentimenti di appartenenza e di fare proselitismo.


La forza, e la pericolosità, di questa organizzazione, risiedono sia nella dotazione di armi in suo possesso, sia nelle stesse disponibilità economiche, che derivano dalla gestione di materie prime e dai riscatti ottenuti con i sequestri di persona.


Importanza particolare è stata data, durante il discorso, al tema dei cosiddetti foreign fighters, individui che non sono né iracheni né siriani ma che, provenendo da altri Paesi e spesso anche dall’Occidente, si recano volontariamente sui luoghi dello scontro unendosi alle azioni dell’Isis. Accanto a questo, il ministro ha poi parlato anche del pericolo del reducismo, il ritorno in patria degli stessi foreign fighters, con il rischio di uno spostamento della lotta e di azioni terroristiche anche nei Paesi occidentali.


Il ministro ha poi esposto alcuni spunti, che andranno discussi tra governo e parlamento, sulle strategie da adottare in contrasto al terrorismo: tra le tante proposte, l’obbligo di dimora per impedire lo spostamento verso altri Paesi di individui sospetti. Importante, poi, la convinzione espressa, secondo la quale la lotta a questa nuova forma di terrorismo non può essere affrontata da uno Stato solo, ma va portata avanti con la collaborazione internazionale, lo scambio di strumenti


comuni e la collaborazione con i settori, le figure e i Paesi appartenenti all’Islam moderato: in questo senso, sono stati citati alcune misure allo studio in altri Paesi europei, come il ritiro del passaporto e la privazione della cittadinanza a individui sospetti nel Regno Unito o programmi e percorsi riabilitativi effettuati da insegnanti, assistenti sociali e Imam moderati, sempre nel Regno Unito e in Germania.


Infine, il ministro ha rivolto l’attenzione alla specifica situazione italiana e ai potenziali, anche se per adesso non ancora reali, rischi per il nostro Paese: rischi che però potrebbero essere collegati, in primo luogo, al ruolo che l’Italia ha giocato nello schierarsi contro il fondamentalismo islamico nel corso degli ultimi anni e anche al suo essere, in questo periodo, ai vertici delle Istituzioni europee


con il semestre di Presidenza. Il ministro ha così enumerato alcune iniziative prese dalle autorità italiane, tra cui il costante monitoraggio del web ed alcune iniziative giudiziarie e operazioni di spessore investigativo condotte in collaborazione con la Francia. In ultima battuta, è stato poi affermato che il rischio di infiltrazioni terroristiche derivanti dagli sbarchi dei migranti non è


però né fondato né concreto, ribadendo la necessità di non sovrapporre il pericolo del terrorismo al fenomeno dell’immigrazione.


Il gruppo parlamentare della Camera del PD ha ringraziato il ministro Alfano per le informazioni fornite, sottolineando la necessità, per il Paese, di non sottovalutare la grandezza di una minaccia che sta diventando sempre più ampia e di non considerarla una battaglia unicamente lontana da noi, a causa del proselitismo compiuto da questa organizzazione terroristica anche negli Stati occidentali, anche perché quella contro l’Isis non è una battaglia di religione, ma una battaglia di civiltà.

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