INPS CHIEDE ALLE AZIENDE ALLUVIONATE NEL '94 LA RESTITUZIONE DEGLI SGRAVI INPS
Venerdì 19 Maggio 2017
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Provvedimenti
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Governo
Ho presentato un’interrogazione al Ministro dello Sviluppo Economico per chiedere chiarimenti relativamente ai recenti sviluppi legati ai rimborsi Inail e Inps ricevuti dalle aziende colpite dall’alluvione del ’94. Insieme a me hanno firmato i colleghi Chiara Gribaudo, Umberto D’Ottavio, Maino Marchi, Angelo Senaldi, Sabrina Capozzoli, Fabio Lavagno, Giuseppe Romani, Anna Rossomando, Francesca LaMarca, Marialuisa Gnecchi e Cristina Bargero.
Nel dicembre 2003, si approvava la legge n. 350 il cui articolo 4, equiparando le imprese piemontesi alluvionate del 1994 alle terremotate della Sicilia 1990. Questo, consentiva alle imprese che, per i gravi danni subiti non avevanoversato tributi, contributi e premi per gli anni 1995, 1996 e 1997, di regolarizzare versando il 10 per cento degli importi, al netto di interessi e sanzioni. Successivamente, la legge 17/2007 individuava come termine per la presentazione delle domande il 31 luglio 2007, dando la possibilità alle imprese che avevano versato l’intero importo dovuto, di presentare richieste di rimborso del 90% dei contributi versati all'INPS negli anni 1995, 1996, 1997.
Dopo luglio 2011, l’INPS ha bloccato l'erogazione dei rimborsi per le ditte alluvionate ritenendoli non dovuti anche alla luce di un messaggio della Direzione Centrale delle Entrare Contributive emessa in data 19/06/2007, che evidenziava come la norma di differimento del termine di presentazione delle domande tese ad ottenere la definizione agevolata, si riferisse esclusivamente a posizioni tributarie e non fosse applicabile al settore previdenziale.
Il Tribunale di Cuneo, nell’ambito di un contenzioso tra aziende e INPS, in data 19/06/2012 inoltrava richiesta di informazioni alla Commissione Europea sull’applicazione della Comunicazione della Commissione 2009/C 85/01. La Commissione Europea comunicava che l’aiuto non sarebbe stato notificato alla Commissione Europea, e che la stessa avrebbe aperto d’ufficio un procedimento, chiedendo alle autorità italiane, prima di procedere ai successivi passaggi procedurali previsti dal Capitolo III del Reg. n. 659/2009, di presentare le proprie osservazioni.
Ad agosto 2015, veniva pubblicata la DECISIONE DELLA COMMISSIONE RIGUARDANTE LE MISURE SA.33083 (2012/C) relativa ad agevolazioni fiscali e contributive connesse a calamità naturali , con cui si richiedeva all’Italia “di recuperare solo gli aiuti incompatibili concessi e versati a singole imprese, fatti salvi i casi individuali che soddisfano le condizioni per essere considerati compatibili con il mercato interno in virtù delle deroghe previste all’articolo 107, paragrafo 2, lettera b), del trattato, oppure i casi in cui il beneficio individuale è in linea con il regolamento de minimis applicabile oppure ancora quando il beneficio è concesso in conformità di un regime di aiuto approvato” ed ancora “per tutti gli aiuti concessi nel quadro delle misure in oggetto a singoli beneficiari in aree colpite da calamità naturali oltre dieci anni prima della data della presente decisione, non è opportuno disporre un recupero, con l'eccezione degli aiuti concessi a beneficiari non aventi una sede operativa nell'area colpita da calamità naturale al momento dell’evento, in quanto sarebbe impossibile calcolare con precisione l’importo dell’aiuto incompatibile da recuperare”.
In queste settimane, risulta che l’INPS stia chiedendo alle aziende che avevano beneficiando dell’intervento e che hanno sede operativa nell’area colpita, la restituzione sgravio Inps ed Inail ottenuto, generando grande apprensione, anche perché parrebbe in contrasto con la Decisione della commissione UE e perché è difficile ricostruire documentazioni complete ad oltre 20 anni dai fatti.
Siamo di fronte ad una grandissima ingiustizia che rischia di aggravarsi: allora, per colpa dei governanti dell’epoca che non notificarono all’Unione Europea il provvedimento, questo è stato considerato aiuto di stato, e quindi moltissime imprese non ne beneficiarono pur avendo avuto il danno; ora, chi ne ha beneficiato, si vede richiedere, peraltro in contrasto con la Decisione della Commissione UE, quanto a suo tempo ottenuto.
Per questo chiediamo che il Governo faccia almeno rispettare quanto definito nella Decisione UE, utilizzando tutti i margini per non penalizzare le imprese coinvolte.
Chiediamo quindi se il Ministro, per dare certezza all’attuazione della Decisione della Commissione, nel merito dei controlli INPS, non ritenga opportuno definire linee guida precise, così da ridare serenità alle imprese interessate, evitando l’avvio di un inutile e dannoso contenzioso.