INTERROGAZIONE A SOSTEGNO DELLE PICCOLE ATTIVITA' COMMERCIALI NEI PICCOLI COMUNI MONTANI

Oggi, ho depositato in Senato, una nuova interrogazione a sostegno delle piccole attività commerciali nei piccoli Comuni montani o comunque a bassa densità abitativa, dove di fatto si assiste da anni ad una moria imprenditoriale e ad una totale desertificazione commerciale e di servizi di vicinato dei territori interessati.

Dal 2010 sono oltre 35.000 gli esercizi commerciali al dettaglio di piccole dimensioni - con una superficie cioè inferiore a 50 mq - che hanno chiuso, con percentuali più alte soprattutto nel settore commerciale "tradizionale", vale a dire alimentari e abbigliamento, registrando tra le cause di tali situazioni l'eccessivo carico burocratico e fiscale, senza dimenticare che nel solo Piemonte, oltre 70 sono i Comuni che non hanno più un esercizio commerciale, e solo 200 su 1.205 ne registrano solamente uno presente sul proprio territorio. Le rappresentanze dei pochi operatori rimasti in molti territori lamentano un carico burocratico e di infrastrutturazione che non ha rapporti con l'operatività commerciale in queste Comunità, e in questo momento sia la qualità della copertura di banda larga nei loro Comuni - ancora in larga parte assolutamente inadeguata - sia dell' ulteriore nuovo aggravio di costi determinato dalla firma del Decreto Ministeriale, avvenuta il 16 Maggio scorso da parte del Ministro dell' Economia e delle Finanze in tema di obbligo della memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei dati degli incassi giornalieri - rischiano di dare il colpo mortale a quel processo di desertificazione commerciale purtroppo da tempo in atto.

Ho voluto così interrogare il Ministro dell' Economia e delle Finanze, su stimolo di associazioni impegnate sul futuro della montagna, per valutare la possibilità di un intervento normativo per circoscrivere e definire le modalità in modo puntuale dell' attuazione dell'art. 16 della L.97/94 concernente le agevolazioni fiscali per i piccoli imprenditori commerciali operanti in zone montane, che potrebbe veramente rappresentare uno strumento straordinario per ridare spinta a territori che rischiano una vera e propria desertificazione dei servizi, individuando anche i Comuni o le località o porzioni di Comuni interessate dall'applicazione della norma in oggetto.
L'ho fatto per sollecitare il MEF a cogliere la necessità di definire percorsi normativi e operativi differenti per territori e contesti che sono oggettivamente molto diversi.

Un negozio in una Comunità di 100 abitanti, o di poche centinaia, è un presidio di servizio pubblico e non può essere trattato come un ordinario esercizio commerciale, perchè non lo è, e dovrebbe proprio essere considerato cosa altra, e non assoggettato in nulla alle medesime regole.

Come ha sottolineato la stessa OCSE se si riducesse il carico burocratico che grava sul settore, la produttività dei piccoli negozi potrebbe crescere senza altri interventi in media del 3%, e per questi territori e questi Comuni detta percentuale è sicuramente infinitamente superiore, e potrebbe rappresentare una vera e propria opportunità per salvaguardare servizi minimi ed una molla di sviluppo locale, invece che lasciare continuamente a rischio di desertificazione dei servizi e commerciale"


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