INTERROGAZIONE IN SENATO PER UNA PIENA RIATTIVAZIONE DELLA CASA DI RECLUSIONE DI ALBA

A seguito del protrarsi dell’incertezza sul destino dell’Istituto carcerario di Alba, ho deciso di presentare in Senato un’interrogazione per chiedere al Ministro Bonafede chiarimenti e tempi certi circa l’ attuazione del piano di edilizia penitenziaria e quindi di assegnazione dei lavori al fine di restituire la piena funzionalità ad una struttura fondamentale nel sistema carcerario del Nord Italia.

Dopo l’accertamento di alcuni casi di legionellosi che avevano comportato interventi di bonifiche dell’impianto idrico della struttura circondariale ed il trasferimento immediato di 122 detenuti presso altri istituti penitenziari del Piemonte, l’Istituto albese nonostante garanzie e rassicurazioni continua ad avere limitata funzionalità e ad avere incertezza sul futuro.  

La struttura carceraria, oltre ad uno stato di sovraffollamento in termini di presenze di detenuti –  ospita mediamente 45 persone (35 durante questo ultimo periodo segnato dal Coronavirus) a fronte di 33 posti disponibili – e sarebbe dovuta essere sottoposta, già da mesi, ad operazioni di ristrutturazione ed adeguamento dell’immobile, secondo un peraltro già predisposto stanziamento economico definito dal “Piano di edilizia Penitenziaria 2018-2020” che definiva proprio l’intervento albese di “priorità massima” , riconfermato con un aggiornamento - durante lo scorso Aprile 2019 - e che ha permesso di inserire l’intervento all’interno del Programma triennale dei lavori pubblici 2019 – 2021 redatto dallo stesso Ministero della Giustizia.

Inoltre, va ricordato che già il passato Dicembre 2018, era stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il Decreto-legge sulle disposizioni urgenti in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e per la pubblica amministrazione che recava misure urgenti in materia di edilizia penitenziaria prevedendo che il programma dei lavori da eseguire e l’ordine di priorità fosse approvato entro 60 giorni.

In questo quadro di norme ed atti formali che confermano i previsti interventi, ma contestualmente di immobilità pratica, da fonti giornalistiche emergerebbe un' ulteriore indicazione: risulterebbe che il Provveditorato interregionale dell’Amministrazione penitenziaria stia vagliando la possibilità di istituire nell’ Istituto di reclusione una Casa di lavoro per internati, con l’inserimento di venti persone.

Ho così voluto inoltre ricordare quanto i terreni, ma soprattutto gli edifici e gli impianti che fanno parte della struttura di proprietà statale, siano destinati ad un danneggiamento e deperimento in assenza di attività e manutenzione. La Casa di reclusione, infatti, oltre alle strutture carcerarie, vantava la presenza di un campo sportivo, una palestra, aule per attività formative, un teatro, locali adibiti a biblioteca, culto e laboratorio, tutti locali che erano curati e manutenuti e che ad oggi sono chiusi ed abbandonati in parte o totalmente.

Le Istituzioni locali da tempo lamentano la mancanza di informazioni certe sul futuro dell’Istituto, anche per la storia ed il bagaglio di esperienze e di innovazione che la presenza di questa realtà aveva saputo costruire e sedimentare su questo territorio, e meritano risposte certe su tempi e modalità dell' attuazione dei piani di investimento e di recupero previsti.

Per questi motivi ho voluto interrogare il Ministro della Giustizia per avere risposte a tempi e percorsi per riportare il carcere di Alba al suo corretto uso penitenziario, in condizioni di assoluta sicurezza per tutti gli operatori e nei tempi più celeri, ed evitare così che le attività ed i percorsi intrapresi negli anni sul territorio e per tutta la Comunità locale non vengano vanificati”

Per ulteriori approfondimenti si rimanda al testo integrale dell’interrogazione


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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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