INTERROGAZIONE SUL SOSTEGNO DI INCLUSIONE ATTIVA

Abbiamo presentata al Ministro del lavoro e delle politiche sociali un’interrogazione in commissione per valutare l’effettiva funzionalità degli indicatori previsti per il SIA, il Sostegno di inclusione al reddito. Insieme a me, i colleghi Maria Amato, Giuseppe Romanini, Maria Iacono, Salvatore Capone, Paola Pinna, Gessica Rostellato, Sabrina Capozzolo, Paola Bragantini, Patrizia Maestri, Anna Giacobbe.

Il Sostegno per l’inclusione attiva (SIA), legge 208/2015, è la misura di contrasto alla povertà con l’erogazione di un sussidio economico alle famiglie in condizioni economiche disagiate. Sperimentato su 11 città, è stato esteso su tutto il territorio nazionale con lo stanziamento di oltre 600 milioni di euro. La misura è stata attivata il 2 settembre 2016, data in cui i potenziali beneficiari hanno potuto iniziare a presentare le domande al comune di residenza. 

La somma è 80 euro al mese per ogni componente il nucleo familiare sino ad un massimo di 400 euro al mese (se sono presenti cinque o più componenti) per un periodo complessivo non superiore a 12 mesi. L'erogazione avviene tramite carta di pagamento elettronico (la Carta SIA) da utilizzare per l’acquisto di generi alimentari, prodotti farmaceutici e parafarmaceutici e per pagare bollette di luce e gas. La Carta funziona come le carte di pagamento elettroniche, con addebito e saldo a carico dello Stato nei limiti stabiliti dal programma.

Stringenti le condizioni per accedere: il richiedente dev’essere cittadino italiano o comunitario e residente in Italia da almeno due anni; nessun componente il nucleo familiare deve possedere autoveicoli immatricolati nei dodici mesi antecedenti la richiesta nè di cilindrata superiore a 1.300 cc (250 cc in caso di motoveicoli) immatricolati nei 3 anni precedenti la richiesta; dev’essere presente nel nucleo, in alternativa, un componente di età minore di 18 anni, una persona con disabilità e almeno un suo genitore, una donna in stato di gravidanza accertata; non si può essere titolari di un ISEE superiore a 3.000 euro o godere di altri trattamenti economici di natura previdenziale, indennitaria o assistenziale superiori a 600 euro mensili; nessun componente può risultare titolare di prestazioni di assicurazione sociale per l’impiego, assegno di disoccupazione o altro ammortizzatore sociale di sostegno al reddito.

Oltre a tutti gli altri requisiti si deve infine anche rispettare un indicatore denominato valutazione multidimensionale del bisogno, riferito alle condizioni del nucleo familiare al momento della presentazione della domanda. Il suo valore dev’essere superiore o uguale a 45. Questo punteggio varia a seconda della consistenza del carico familiare (se ci sono più figli minori o soggetti con disabilità grave il punteggio è superiore), della condizione economica (il punteggio sale quanto più basso risulta l'ISEE) e della condizione lavorativa (il punteggio è più elevato ove tutti i componenti del nucleo familiare in età attiva si trovino in stato di disoccupazione). Ma dai dati finora raccolti in alcune aree di territorio parrebbe che solo il 25% delle domande venga accolto, poiché la stragrande maggioranza, pur versando in situazione di bisogno, risulta esclusa per il non raggiungimento dei 45 punti. Il rischio è che troppe persone in difficoltà siano escluse, mettendo a rischio l'efficacia del provvedimento con obiettivi sicuramente meritevoli. 

Per questo abbiamo chiesto se il Ministro interrogato non ritenga opportuno effettuare una verifica puntuale dell’iter di raccolta e selezione delle domande di SIA, per verificare l’effettiva funzionalità degli indicatori previsti. È fondamentale evitare che uno strumento nato con il preciso obiettivo di sostenere la povertà non riesca, in modo adeguato, a raggiungere l’obiettivo fissato.
 

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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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