IN OGNI CASO GRAZIE EDO PATRIARCA

Nella giornata di ieri è stato fatto decadere con una forzatura il Senatore Edoardo Patriarca.

Abbiamo dedicato molte ore al confronto in Aula sulle decisioni della Giunta delle elezioni, che è l’organismo che decide sui ricorsi e sui problemi di assegnazione di seggi elettorali rimasti aperti. 

Abbiamo affrontato tre questioni proposte dalla Giunta all’Assemblea per il voto finale.

La prima era un semplice riconteggio su base  nazionale dei resti, che ha portato ad assegnare un seggio in Calabria a Forza Italia. 

La seconda questione era relativa al fatto che in seguito all’utilizzo in Sicilia di pluricandidature da parte del Movimento 5Stelle e dello straordinario risultato raggiunto nelle elezioni di marzo 2018 di quel  partito nell’Isola,  il Movimento ha avuto assegnato un seggio in più del numero dei candidati. La Giunta  ha deciso la assegnazione del candidato dello stesso movimento che aveva il maggior resto  fuori dall’Isola stessa, e quindi in Umbria. Questa decisione come abbiamo fatto notare è a nostro giudizio incostituzionale in quanto come dice l’articolo 57 della Costituzione “Il Senato della Repubblica è eletto a base regionale” e la conseguenza paradossale di questa decisione sarà che in Sicilia avremo un Senatore ogni 210.000 abitanti ed in Umbria uno ogni 110.000 abitanti. 

La terza è quella che ci ha fatto più male, perché era relativa al Collegio 5 Senato dell’Emilia Romagna nel quale il candidato Stefano Corti (Lega) aveva contestato la elezione del Senatore  Edoardo Patriarca (PD) che era stato proclamato vincitore con uno scarto di soli 38 voti. Sia ben chiaro il ricorso era legittimo anche per il piccolo scarto di voti. 

La vicenda a seguito di ricorso aveva portato alla verifica e riconteggio di tutte le schede nulle, bianche e contestate, cioè di 7.576 schede, di queste 276 erano state riassegnate a Corti e 183 a Patriarca e conseguentemente avevano portato al ribaltamento della situazione iniziale e cioè da +38 voti a favore di Patriarca a +55 a favore Corti. Il Senatore Patriarca visto l’alto numero di interpretazioni discutibili ha allora richiesto un riconteggio a campione delle schede precedentemente assegnate, ma questo non è stato concesso e in virtù dei numeri in Assemblea al Senato è stato dichiarato decaduto Edo Patriarca e sostituito da Stefano Corti.

Per inciso 459 schede riattribuite su 7576, che erano le bianche +nulle+contestate, sono oltre il 6%, e la stessa percentuale sulle originariamente assegnate (171.000) porterebbe  ad un potenziale di errore di oltre 10.000 schede. Se detto errore fosse di anche solo l’1% del precedente parleremmo comunque di 1000 schede a fronte di uno scarto tra i candidati di 55. Non aver lasciato approfondire è come dire che dato che sono più forte la partita finisce appena sono io in vantaggio. Un atto di vera e pura prepotenza.   

E’ stata scritta una brutta pagina non per le qualità di Edo Patriarca, che pure sono molte, ma perché se il cuore della questione era, e non poteva non essere, di dare piena attuazione alla volontà degli elettori, un riconteggio sia pure casuale e parziale, era stato chiesto il 5%, avrebbe o confermato la necessità di una verifica totale, o fugato ogni dubbio, e pienamente legittimato la elezione di Corti.

A nulla sono servite le nostre rimostranze, Edoardo patriarca è stato estromesso senza aver potuto avere conferma in modo inoppugnabile dei veri risultati delle elezioni. 

Spiace constatare che ancora una volta la forza dei numeri ha portato ad una profonda ingiustizia.

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