ISEE - QUALCHE SPIEGAZIONE

In questa Legge di stabilità ci sono risorse per le persone disabili e non autosufficienti pari a 570 milioni di euro, un cifra di gran lunga superiore da molti anni.
Si tratta del consolidamento dei 400 milioni per la non autosufficienza, 90 milioni per il dopo di noi, 70 milioni per garantire il diritto allo studio trasporti compresi, 5 milioni a incremento delle risorse per la vita indipendente e 5 milioni a sostegno dell'autismo ed altre voci minori per importo. 

Nel corso della discussione alla Camera sulla Legge di stabilità  si è sviluppata una discussione assolutamente strumentale sull’ ISEE ( Indicatore di Situazione Economica Equivalente )

L'ISEE nasce per dare uno strumento di calcolo agli Enti Locali  per misurare la ricchezza, o comunque la situazione economica,  e rendere a più equa possibile la decisione sull'accesso (chi ha diritto di entrare) o quella sulla retta (quanto far pagare)  relativamente ad una serie di servizi ai cittadini.   Naturalmente vale per tanti servizi  e non solo per la parte socio sanitaria.

Veniva istituito nel 1998 (governo Prodi) e lasciava molta autonomia di calcolo all'ente che lo applicava, con grandi differenze tra territori, ed aveva anche dato vita ad un notevole contenzioso. Si decide così di modificarlo con “ il Salva Italia”  (governo Monti) nel 2011, all'articolo 5, si prevedeva esplicitamente l'inserimento nel reddito utile ai fini del calcolo di “somme esenti da imposizione fiscali”. Il decreto applicativo era emanato nel 2013 (DPCM 3.12.2013).

Il  nuovo ISEE del DPCM in oggetto è quello che attualmente stiamo sperimentando.

L'ISEE  è alla base del cosiddetto “universalismo selettivo “, che nasce dalla considerazione che non è possibile, non è sostenibile, dare tutto a tutti a totale carico della fiscalità generale. 
Nasce, dovendo quindi far pagare qualcosa per i servizi,  per rispondere alla necessità di determinare il quanto e chi merita di essere esentato.

Quali prestazioni sociali richiedono la presentazione dell'ISEE ?
- assegno per il nucleo familiare
- social card e in genere le misure di lotta alla povertà integrazioni al reddito rette asili nido
- rette servizi scolastici
- in alcune regioni i ticket sanitari
- assegni di cura per il sostegno alla domiciliarietà (in alcune regioni) 
- centri diurni
- rette strutture residenziali (RSA) 
- contributi per il trasporto borse di studio

Non si tiene conto dell'ISEE invece  pensioni di invalidità o assegno di accompagnamento

Ci sono più tipi di ISEE e sono:
quello base detto Mini DSU ( Dichiarazione Sostitutiva Unica ) che contiene i dati di base 
ISEE  università
ISEE  sociosanitario
ISEE  socio sanitario residenziale (ricoveri in struttura)
ISEE  minorenni con genitori non coniugati tra loro o non conviventi
ISEE  corrente per quelli la cui situazione è improvvisamente  cambiata (ad es. licenziamento)

Nel 2012 ben 6 milioni di famiglie italiane hanno compilato il modulo ISEE

La formula base del calcolo ISEE
La situazione economica è valutata tenendo conto delle entrate di tutti i componenti, del loro patrimonio (valorizzato al 20%) e, attraverso una scala di equivalenza, della composizione del nucleo familiare (numero dei componenti e loro caratteristiche).

ISEE      =        redditi (al netto delle franchigie) + 20% patrimonio
                                        __________________________________________________________________
                                                  scala di equivalenza

La scala di equivalenza indica un parametro crescente al crescere del numero dei componenti il nucleo familiare, che tiene conto delle economie di scala derivanti dalla convivenza. 
Il parametro è maggiorato in presenza di alcune caratteristiche del nucleo che assumono rilievo in tale contesto: presenza nel nucleo familiare di più di due figli a carico; genitori lavoratori e figli minorenni, in particolare se con meno di tre anni; nuclei monogenitoriali.
Va precisato che è  l'Ente erogatore (nel nostro esempio il Comune) che decide invece la soglia dell'ISEE, per ogni singolo servizio.

ISEE  esempio
Si immagini che un Sindaco avendo inaugurato una struttura centro diurno per disabili con 15 posti, debba quindi gestirla. Una parte delle spese correnti sarà a carico del fondo sanitario (meno della metà) l'altra è invece a carico del bilancio comunale.
Il Comune può decidere di pagare tutto. In questo caso dovrà trovare ogni anno le risorse necessarie a far fronte alla domanda, se però non è in grado di farsi carico di tutti dovrà fare una graduatoria per decidere chi ha più bisogno e quindi più diritto di entrare e di fruire dei servizi,  ma nella maggior parte dei casi il Sindaco deciderà di chiedere alle famiglie una retta o comunque un concorso alla spesa. Ed allora diventa necessario stabilire quanto far pagare, e se immaginare un importo per tutti uguale o che tenga conto delle diverse situazioni. L’ISEE serve per questo.
Si può in un altro caso decidere che possano ricevere il sussidio per la casa solo quelle famiglie che stanno sotto i 6000 euro ISEE. (Con una certa approssimazione il controvalore in reddito si può ottenere raddoppiando l'importo ISEE, quindi in pratica una famiglia con un figlio ed un ISEE 6000 euro sarà intorno ai 12.000 euro di reddito IRPEF, non è preciso ma aiuta a capire)

Ci sono molte particolarità e molte variabili  cui tener conto nella sua applicazione, e questa è la forza del nuovo ISEE  che sta nell' aver previsto quasi tutte le variabili e averle “pesate” (si pensi alla complessità dei rapporti familiari tra divorzi assegni etc..), rafforzando la lotta all'elusione. 

Alcuni emendamenti presentati nell’iter della Legge di stabilità  chiedevano  di togliere dal calcolo reddituale indennità e pensioni, raccogliendo  i rilievi soprattutto delle associazioni di infortunati sul lavoro, che sostengono che la loro pensione ha natura giuridica diversa di indennizzo e non di pensione. Su questo  caso specifico si è in attesa della decisione del Consiglio di Stato e si è deciso di attenderne l’esito.

Le nuove regole hanno introdotto una attenzione particolare alla disabilità. 
Infatti i disabili maggiorenni sono gli unici per i quali si calcola il reddito del singolo e non del nucleo familiare. Sono inoltre previste, oltre alle franchigie valevoli per tutte le altre casistiche, sia le detrazioni di spese sostenute per l'assistenza che una franchigia che varia da 4.000 a 9.500 euro a seconda della gravità della disabilità e dell'età.
Il risultato è che il 20 % dei disabili che presentano l'ISEE ( presentato da chi chiede una prestazione) sta nella fascia più bassa, ed quindi è esente, a fronte del precedente 9%.

Ovviamente il meccanismo attuale è modificabile ma rivedendolo in modo complessivo e non cambiandone singoli pezzi, e dovrà essere fatto tenendo conto della sperimentazione.  Perché è ovvio che rivedere le componenti  richiede che siano riviste anche le franchigie, oppure tornando a considerare l'intero nucleo familiare, o altre ricerche di equità, perché diversamente verrebbe meno il necessario equilibrio nelle graduatorie per stabilire le priorità.
Se ad esempio il risultato di un meccanismo di calcolo fosse che nella graduatoria tutti o anche solo il 90 o 95 % dei fruitori di servizi risultassero automaticamente esenti,  la situazione generata sarebbe tale per cui o il Comune è in grado di sostenere tutta la spesa per tutti o non avrebbe più strumenti per decidere. Rimarrebbe comunque il problema di come stilare una graduatoria tra situazioni diverse quando i servizi a loro destinati hanno pochi posti o comunque sono non sufficienti per tutti.
In sostanza un welfare che non può dare tutto gratis a tutti, deve trovare modalità di valutazione e di scelta eque, se il modello di calcolo individuato  non va bene bisognerà trovarne un altro, tenendo conto che il sistema attuale è in sperimentazione da meno di due anni, e comunque il problema non può non essere affrontato.

Tra l’altro gli emendamenti in questione avevano una copertura molto strumentale, era infatti ottenuta prelevando dai fondi per gli interventi sugli immigrati. 
Questo sarà un tema culturale, sociale e politico cruciale  nei prossimi anni,  in Italia come in Europa : se le risorse sono limitate, se nel welfare non si può più fare tutto per tutti gratuitamente per molti la risposta si trova riservandolo ai soli  italiani, selezionando le priorità di intervento in base alla nazionalità, e non in base al reddito. 

Non è una opzione culturale da poco, e richiederà attenzione nei passi da compiere.
Negli scivoli, una volta partiti è sempre difficile riuscire a fermarsi.

Per chi volesse approfondire: 

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