Il Servizio Postale Universale in Italia è un diritto.

Poste Italiane Spa, società affidataria in Italia del servizio postale universale, si appresta ad una riorganizzazione che prevede il recapito della corrispondenza, e con essa i giornali agli abbonati, a giorni alterni, in 5.296 comuni italiani. Il cambiamento andrebbe a ricadere sul 25% dei comuni italiani sotto i 30mila abitanti e sotto i 200 abitanti di densità km/q. In totale, significa coinvolgere così oltre 15 milioni di cittadini.
 
Insieme ai colleghi Francesco Prina, Nicodemo Nazzareno, Ileana Cathia Piazzoni, Fabio Lavagno, Maria Amato Giuseppe Romanini, Emanuele Lodolini, Iacono Maria, Gian Mario Fragomeli, Susanna Cenni, Enrico Borghi, Guido Galperti, Massimilano Manfredi, Marco Bergonzi, Giulia Narduolo, Salvatore Capone, Roger De Menech e Federico Ginato, ho quindi presentato un’interrogazione al Governo con la precisa intenzione che si faccia chiarezza su come s’intenda evitare questo potenziale danno ai diritti dei cittadini dei territori a minore densità abitativa e all’informazione pubblica nel suo complesso. 
 
I diritti dei cittadini vanno garantiti, il servizio postale universale in Italia è uno di questi diritti, e, con esso, lo è la regolare distribuzione della stampa quotidiana e periodica in tutto il territorio. Il tema mi preoccupa fortemente, anche perché, dalle informazioni relative alle ultime previsioni organizzative, parrebbe che praticamente tutti i comuni della provincia di Cuneo siano interessati dalla nuova organizzazione con consegna a giorni alterni. 
 
Altrettanto preoccupato e contrario è il presidente della Fieg, Federazione Editori Italiani Giornali, Maurizio Costa, che ha sottolineato come la proposta contrasti con gli obiettivi ultimi del servizio postale universale, di cui Poste italiane è la società affidataria, in quanto dovrebbe mirare a garantire a tutti i cittadini la possibilità di fruire di un servizio di pubblica utilità, indipendentemente da fattori come il reddito o la collocazione geografica. Allo stesso modo, anche Francesco Zanotti, presidente della Fisc, Federazione Italiana Settimanali Cattolici, a nome di tutti i settimanali locali, ha espresso la più totale contrarietà alla consegna a giorni alterni perché questa rischia di diventare letale per il comparto, dal momento che già ora questi vengono consegnati non sempre con regolarità, anche se per legge i settimanali con oltre 16 pagine dovrebbero essere equiparati ai quotidiani e consegnati il giorno dopo il ricevimento.

Per altro, questa proposta sembrerebbe contrastare con la direttiva europea sul mercato dei servizi postali che prescrive la distribuzione a domicilio della posta, e quindi dei giornali agli abbonati, almeno cinque giorni lavorativi a settimana. Questo modello di consegna a giorni alterni rischia di ostacolare la libera distribuzione a domicilio e avvicinarsi ad una possibile violazione dei diritti di cittadinanza, in quanto nega l'accesso all'informazione quotidiana a circa 15 milioni di abitanti, tra i quali figurano quelli di numerose province del territorio Piemonte. 
Nell'interrogazione chiediamo quindi di verificare in che modo, e se, la riorganizzazione proposta violi i diritti dell’Ue e le direttive comunitarie, anche per evitare il rischio dell’apertura di una procedura d’infrazione contro l’Italia e per salvaguardare i diritti dei cittadini di tanta parte di territorio.


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