Intervista inviata a Unione Monregalese
Il suo partito quest’anno, quando ha lanciato le primarie, ha chiesto a chi aveva già altre cariche politiche di astenersi dal correre per il Parlamento e continuare il proprio mandato. Lei è consigliere regionale: tuttavia ha chiesto e ottenuto (fra appena 53 in tutta Italia) una deroga dai vertici del PD che le ha consentito di candidarsi. Non tutti nel suo partito erano d’accordo con queste “eccezioni”, neppure nel suo caso. Lei, tuttavia, ha fatto la sua richiesta. Perché? Non le bastava la Regione?
Sono Consigliere regionale dal 2004 e ho vissuto questi anni con la consapevolezza della necessità, di dover dare anche il mio contributo per ricostruire un rapporto, da tempo insufficiente, tra cittadini e Istituzioni.
Per questo ho cercato di essere presente in modo costante a incontri, serate, e partecipare a iniziative del territorio, perché ogni relazione inizia da un incontro, e di li bisognava comunque ripartire.
Negli ultimi mesi moltissime persone mi chiedevano, e in qualche misura davano per scontato, che io dessi la mia disponibilità a rappresentare i cittadini elettori del Partito Democratico alle prossime elezioni politiche per il Parlamento.
Quando sono state indette le primarie, il cui regolamento prevedeva deroghe motivate alle regole generali, è parso naturale a tantissimi che io dovessi presentare la mia candidatura, e centinaia di mail e di telefonate mi hanno orientato in tal senso.
Il consenso ed il clima caloroso di quei giorni, e che poi si è tradotto nelle urne delle primarie, mi ha aiutato a minimizzare l’amarezza per i ragionamenti in politichese che dovuto sentire.
Ho vissuto in quelle settimane e sto vivendo in queste ore la certezza che una nuova stagione politica è possibile , e questo motiva ogni giorno il mio impegno.
Non ho mai fatto progetti in questo campo, ho seguito le strade che la provvidenza e le umane vicende mi hanno portato a percorrere, cercando di farlo con consapevolezza e discernimento, e questo ho fatto anche in questa occasione, senza presunzione, e chiedendo agli elettori del PD di decidere.
Sono ovviamente grato e responsabilmente impegnato dalla loro decisione .
Priorità sul piano nazionale
Sono tante le urgenze a livello nazionale da affrontare, dalle riforme istituzionali e dei costi della politica alla necessita di rivedere le scelte fatte in questi anni in tema di politiche sanitarie, sociali della scuola e dei trasporti ma credo la prima vera grande urgenza in questo momento sia quella di mettere in campo scelte che abbiano quale obbiettivo il rilancio dello sviluppo creando opportunità per imprese e occupazione.
La semplificazione burocratica, la ridefinizione di regole e di obbiettivi sulle tematiche dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili, una maggiore attenzione alle peculiarità delle piccole e piccolissime imprese una revisione degli strumenti per il sostegno al credito ivi compreso un ripensamento sui vincoli di Basilea, la riorganizzazione degli strumenti per il sostegno all’export e all’innovazione, questi alcuni degli ambiti nei quali dovremo impegnarci per rimettere in moto un paese che negli ultimi anni e’ cresciuto meno del resto d’Europa ed ha visto crescere di più al proprio interno le disegualianze sociali.
Priorità sul territorio
In ambito locale credo vi sia la necessità di una grande attenzione per il completamento delle infrastrutture di questo nostro territorio. Penso alle arterie autostradali e al completamento della rete della viabilità ordinaria, penso al sistema ospedaliero e al riconoscimento dell’aeroporto.
Credo sia però evidente che ciò che veramente e’ mancato in questi anni sia un coordinamento tra i territori e le comunità della nostra provincia che permetta di portare ai livelli istituzionali regionale e nazionale una voce unitaria e condivisa delle istanze e delle priorità di questa terra.
L’incapacità della Provincia e di coloro che hanno avuto importanti responsabilità istituzionali ha pesantemente condizionato da anni le risposte che questa terra ha ricevuto.