LA BUONA SCUOLA

Continuo a ricevere mail tutte uguali che ripetono tutte slogan senza argomentazioni, in merito alla Riforma della Scuola che approvata nei giorni scorsi al Senato verrà nei prossimi giorni alla Camera per la approvazione definitiva.

Sono assolutamente convinto che la Riforma sia una buona riforma, sicuramente perfettibile, ma un passo avanti importante nella direzione giusta di traghettare la scuola verso una normalità che da troppi anni non ha più conosciuto e che purtroppo gran parte delle critiche siano di natura squisitamente ideologica o strumentale.

http://www.annaascani.eu/images/perchebuona

In allegato le modifiche introdotte dal Maxiemendamento 1.1000 e aprovato dal Senato ed una interessante riflessione di Umberto Galimberti 


Di seguito il testo approvato dal Senato

http://www.camera.it/_dati/leg17/lavori/stampati/pdf/17PDL0032120.pdf

ed il testo a fronte interattivo con modifiche approvate dal Senato

http://www.camera.it/leg17/995?sezione=documenti&tipoDoc=lavori_testo_pdl&idLegislatura=17&codice=17PDL0032120&back_to=http://www.camera.it/leg17/126?tab=2-e-leg=17-e-idDocumento=2994-B-e-sede=-e-tipo=

ed inoltre  il sito della Camera con tante informazioni

http://www.camera.it/leg17/126?tab=1&leg=17&idDocumento=2994-B&sede=&tipo

Di seguito le principali novità introdotte dalla “buona scuola”:

- Assunzioni. Piano straordinario di circa 107 mila assunzioni di precari che comprende anche i circa 6.500 vincitori e idonei del concorso del 2012. Saranno assunti per settembre prossimo, ma solo le prime 52.000 posizioni nelle GAE (graduatorie ad esaurimento) avranno il diritto di scegliere cattedre vacanti e posti disponibili su turn-over e potranno insegnare fin da subito. Gli altri 48.000 che dell’organico del potenziamento saranno distribuiti alle regioni per il 90% in base al numero degli studenti e per il 10% in base a dispersione scolastica, alunni stranieri, aree interne e a bassa densità demografica. La decorrenza economica del contratto consegue alla presa di servizio presso la sede assegnata. E’ posto un limite alla reiterazione dei contratti a termine: non si potrà andare oltre i 36 mesi (che si calcolano a partire dal 1° settembre 2016) anche non continuativi per evitare la creazione di nuovi bacini di precari e rispettare le normative Ue.

- Altri 60.000 posti. Entro il 1° dicembre 2015 sarà emanato dal ministero dell’Istruzione il bando per il nuovo concorso con circa 60.000 posti disponili per altrettanti docenti precari. Non ci saranno ‘quote’ riservate per i precari di seconda e terza fascia, ma sarà valutato come titolo aggiuntivo il servizio prestato nella scuola che farà punteggio.

- Autonomia scolastica. Si assegnano ai dirigenti strumenti per chiedere e gestire risorse umane, tecnologiche e finanziarie. Le scuole avranno un organico potenziato per coprire le cattedre vacanti e rispondere alle nuove esigenze didattiche e organizzative e potranno indicare allo Stato il fabbisogno di docenti e mezzi per attuare i loro Piani di offerta formativa che sono triennali e vengono elaborati dal collegio dei docenti sulla base degli indirizzi definiti dal dirigente scolastico. L’ultima parola spetta al Consiglio di circolo o d’Istituto dove sono presenti anche le famiglie e, alle superiori, gli studenti. Le scuole elementari potenziano l’inglese, la musica e l’educazione motoria. Le medie, lo studio delle lingue straniere e l’educazione ambientale. Le superiori dovranno potenziare le attività di insegnamento di discipline non linguistiche in lingua straniera (Clil) e le competenze logico-matematiche come pure l’educazione interculturale.

- Preside. I presidi diventano leader educativi: dovranno promuovere il Piano dell’offerta formativa, scegliere dagli ambiti territoriali per l’anno scolastico 2016/17 i docenti ritenuti per curriculum ed esperienze più adatti al progetto educativo della propria scuola. I presidi renderanno pubbliche, attraverso il sito della loro scuola, tutte le informazioni relative agli incarichi conferiti. Con la riforma a regime tutti i docenti della scuola saranno scelti dal capo d’istituto che potrà nominare fino al 10 per cento di insegnanti come suoi collaboratori e parte della sua squadra. Il preside assegnerà anche le supplenze agli insegnanti dell’organico dell’autonomia fino a 10 giorni.

- Valutazione del preside. E’ stata introdotta una norma sulla valutazione dei dirigenti scolastici che saranno supervisionati ogni tre anni da ispettori esterni. Tra i criteri per valutare i presidi il perseguimento dei risultati per il miglioramento del servizio scolastico, alle competenze gestionali e organizzative, alla valorizzazione dell’impegno e dei meriti professionali, all’apprezzamento del proprio operato all’interno della comunità, sul contributo al successo degli studenti e sulla direzione della scuola.

- Valutazione dei professori e meriti. I docenti saranno valutati da una commissione che vede aumentato da 2 a 3 il numero degli insegnanti, di cui due scelti dal collegio dei docenti e uno dal consiglio di istituto. Viene aggiunto un esterno individuato dall’Ufficio scolastico regionale tra docenti, dirigenti scolastici e dirigenti tecnici. Il comitato ha durata di tre anni scolastici, è presieduto dal dirigente scolastico e oltre ai tre docenti è costituito da due rappresentanti dei genitori, per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo; un rappresentante degli studenti e un rappresentante dei genitori, per il secondo ciclo di istruzione, scelti dal consiglio di istituto. Viene istituito un fondo da 200 milioni all’anno per la valorizzazione del merito del personale docente. La distribuzione alle scuole terrà conto dei territori con maggiori criticità educative. Ogni anno il dirigente scolastico assegnerà i fondi ai docenti tenendo conto dei criteri stabiliti, in base a linee guida nazionali, da un apposito nucleo di valutazione interno alla scuola di cui fanno parte genitori e studenti. L’emanazione delle linee guida per valutare il premio dei docenti è prevista entro il 2018.

- Aggiornamento professionale. Come per altre categorie, si introduce il principio dell’aggiornamento professionale obbligatorio degli insegnanti. I docenti disporranno di un credito di 500 euro all’anno da utilizzare per l’aggiornamento attraverso l’acquisto di libri, testi, strumenti digitali, iscrizione a corsi, mostre ed eventi culturali. La formazione in servizio diventa obbligatoria e viene previsto per la prima volta uno stanziamento strutturale: 40 milioni di euro all’anno. Si prevede, poi, il potenziamento della Carta dello Studente per rendere possibile l’accesso a programmi relativi a beni e servizi di natura culturale, a servizi per la mobilità nazionale e internazionale, ad ausili di natura tecnologica e per l’acquisto di materiale scolastico.

- School bonus e detrazione. Con lo “School bonus” chi farà donazioni a favore delle scuole per la costruzione di nuovi edifici, per la manutenzione, per la promozione di progetti dedicati all’occupabilità degli studenti, avrà un beneficio fiscale (credito di imposta al 65%) in sede di dichiarazione dei redditi. Esiste anche un tetto per le erogazioni liberali: le spese sono infatti ammesse in detrazione nel limite dell’importo massimo di euro 100.000 per ciascun periodo di imposta. Scatta inoltre la detraibilità delle spese sostenute dalle famiglie (fino a 400 euro l’anno) quando i figli frequentano una scuola paritaria.

- Alternanza scuola-lavoro. Gli istituti tecnici e professionali offriranno agli studenti almeno 400 ore nell’ultimo triennio di attività da svolgere in azienda o presso strutture pubbliche che potranno essere svolte anche nei periodi di sospensione delle attività didattiche. Nei licei le ore di alternanza scuola-lavoro saranno almeno 200. La riforma prevede anche il potenziamento degli Istituti tecnici superiori, da frequentare dopo il diploma, che rappresentano un’alternativa al percorso universitario.


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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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