LEGGE ELETTORALE : I 5 STELLE CAMBIANO IDEA

La legge elettorale è stata rinviata in Commissione Affari Costituzionali.
Dato che su questo vi sono state molte polemiche credo sia utile ripercorrere nel dettaglio cosa è successo.
Il maggior pregio della legge elettorale di cui si stava discutendo ( il cosiddetto “tedeschellum” )  risiedeva nel fatto che era nata e camminava su un accordo tra i quattro maggiori partiti del Paese che rappresentavano quasi l’80% degli elettori.  
E questo, in un paese che da vent’anni vedeva le leggi elettorali approvate in un clima di tensione, da parte di una maggioranza, in totale disaccordo con le altre parti politiche, per la democrazie e per la stabilità non era un dato di poco conto.
Il testo, proprio per la sua natura di essere frutto di un accordo, e quindi di essere un punto d’equilibrio tra sensibilità e punti di vista diversi, per poter camminare e sperare di avere i voti sia alla Camera che al Senato, necessari per la approvazione, poteva ovviamente  prevedere cambiamenti a quel punto d’equilibrio, ma solo se condivisi.
I regolamenti parlamentari permettevano e permettono ovviamente a ciascun Deputato di presentare proposte di modifica, e tutti partiti ne avevano presentate,  ma nella consapevolezza che solo se la loro approvazione era condivisa da tutti i contraenti, poteva legittimamente ambire ad introdurre miglioramenti al testo, diversamente rischiava di arenare il percorso. Un percorso che grazie al sostegno di tutti in questa occasione poteva invece portare alla approvazione di una nuova legge elettorale.
Ciò che è accaduto è storia nota, i rappresentanti dei 5Stelle  sul testo approdato in Aula in Commissione avevano votato a favore , poi all'avvio dei lavori in Aula hanno comunicato che avrebbero presentato e sostenuto alcuni emendamenti anche se non concordati, e che comunque il loro voto positivo al testo finale lo avrebbero vincolato al risultato della consultazione on line che i loro attivisti nel fine settimana sarebbero stati chiamati a fare, prima del voto finale.
Questo clima aveva già creato un alone di perplessità sul buon esito del percorso.
La riprova si è avuta nella giornata di giovedì 8 giugno, quando su un emendamento di Forza Italia, che modificava il sistema elettorale in Trentino Alto Adige, nella votazione che avrebbe dovuto essere segreta e che invece per un attimo  a reso evidenti sul tabellone i voti, l'emendamento è stato approvato facendo di fatto saltare l'accordo. 
Concretamente è successo che  al voto di chi era contrario, si sono sommati i voti dei deputati 5 Stelle e di alcuni franchi tiratori, e l’emendamento è stato approvato con 270 voti a favore e 256 contrari.
I clima di accuse reciproche a seguito dell’approvazione dell’emendamento non concordato ha rotto il clima che si era creato nella costruzione dell’accordo, portando al rinvio in Commissione del Disegno di legge, e probabilmente ha compromesso la possibilità di modifica della legge.
Voglio fare una sola considerazione : vi sono percorsi complessi nei quali, stanti le diversità di opinioni tra i gruppi parlamentari e tra i deputati, i numeri per l’approvazione sono risicati  e quindi o c’è un accordo ampio oppure difficilmente il testo potrà essere approvato. 
In questo caso l’accordo che metteva insieme PD, F.I., Lega Nord, e 5Stelle, ed era stato rispettato in Commissione, ha visto in Aula un gruppo, i 5Stelle, non rispettatre quel patto, e la legge è caduta. 
Questi sono i fatti tutto il resto è speculazione.  
Peraltro, che i 5Stelle non siano affidabili, abbiamo già avuto occasione di sperimentarlo, e molti di noi un po’ se lo aspettavano, soprattutto dopo che, nei giorni precedenti al voto, Grillo aveva giudicato la legge incomprensibile.
Come si evince dagli articoli del Fatto quotidiano e su La notizia giornale .

Nelle prossime settimane avremo modo di capire se qualcosa è ancora fattibile o se voteremo, quando sarà il momento, con la legge uscita dalle sentenze della Corte Costituzionale, che è comunque una legge proporzionale con :
- alla Camera, sbarramento al 3% e, se una lista supera il 40% , premio di maggioranza, con preferenze e capolista bloccato
- e al Senato soglia di sbarramento all’8% , che scende al 3% nel caso in cui la lista faccia parte di coalizione che supera il 20%, e preferenze.
E’ una legge disarmonica e disomogenea ma è proporzionale come il “tedeschellum” su cui stavamo lavorando.
Una nuova legge avrebbe un senso se garantisse  un minimo di premio di maggioranza e di governabilità.
Vedremo. 
Se son rose fioriranno

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