LETTERA APERTA – decreto latte
Preg.mo Direttore,
sono con la presente a richiederle di voler pubblicare questa mia lettera con alcune considerazioni a seguito della approvazione, nei giorni scorsi, del cosiddetto decreto latte che era stato originariamente proposto dal Ministro Zaia e che è poi stato approvato come emendamento inserito nella Legge sugli incentivi.
Si è concluso un percorso che era auspicato da anni e che dovrebbe poter porre la parola fine alla intricata vicenda delle quote latte che tanto ha lacerato il mondo agricolo e tanto ha danneggiato il settore lattiero caseario.
Nelle scorse settimane in più occasioni ho espresso tutto il rammarico per come questa vicenda è stata gestita e per le lacerazioni che ancora una volta tutto questo ha prodotto e soprattutto avevo espresso tutta la mia preoccupazione sul fatto che così come si era approdati alla conclusione di questa vicenda, tutto questo non rischiasse di vanificare gli obiettivi e le necessità con cui si era mossa e giustificata la necessità del provvedimento.
A seguito della approvazione della Legge, le Organizzazioni maggiormente rappresentative del mondo agricolo hanno espresso, con toni e accenti diversi, soddisfazione per la conclusione dell’iter di questa norma che tanta tensione aveva scaricato ed ha lasciato in questi mesi nel settore. Ne prendiamo atto nel rispetto del ruolo di rappresentanza che esse esprimono.
Voglio sperare che i fatti confermino i presupposti di questa soddisfazione, personalmente continuo a mantenere tutte le mie riserve e spero, francamente, che ciò che accadrà nei prossimi mesi dimostri che il mio era soltanto pessimismo.
È stato detto dal Ministro, in più occasioni, che questo provvedimento non solo non era una sanatoria, ma avrebbe permesso il recupero di oltre un miliardo e seicento milioni di euro da parte delle aziende che non avevano ancora regolarizzato la propria posizione nei confronti delle normative sulle quote latte, è stato detto altresì che questa norma permetterà il superamento di un contenzioso così lacerante negli anni, è stato altresì affermato che le risorse previste permetteranno l’avvio di una effettiva ristrutturazione finanziaria.
Ci è stato spiegato che questa norma permetterà una equa gestione delle quote che ci sono state assegnate dall’Unione Europea nei confronti di tutti gli attori del comparto.
Abbiamo sentito decantare la bontà del provvedimento, come meritevole di lode e di sostegno perché permetterà di mettere la parola fine a questa annosa vicenda.
Spero veramente che i fatti confermino le attese e le certezze che in tanti hanno espresso.
Personalmente mantengo tutte le riserve più volte esplicitate sia sul percorso adottato sia sui contenuti tecnicistici del provvedimento ma credo sia giusto, a questo punto, concedere il beneficio del dubbio e la verifica nel merito degli atti che a seguito di questo provvedimento saranno messi in campo.
Già prima dell’estate potremo capire quali saranno le modalità concrete con cui questa norma verrà attuata. Spero francamente di potermi ricredere e di poter constatare con mano la bontà del compromesso raggiunto.
In ogni caso rimarrà la possibilità, entro i 60 giorni, dell’impugnativa della legge stessa presso la Corte Costituzionale sulla cui possibilità esiste già un pronunciamento di massima dell’Avvocatura regionale e che sarà oggetto di valutazione nel merito alla luce dell’evolversi dei fatti nei prossimi mesi.
Spero soprattutto che ora si crei lo spazio per ragionare dei problemi e del futuro di questo settore e del bisogno che hanno le aziende di veder riconosciuti i costi e la qualità del lavoro fatto in questi anni.
Mino Taricco