L’IMPEGNO DEL GOVERNO RENZI CONTRO LA CORRUZIONE
Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, in un videomessaggio, ha annunciato alcune importanti misure che verranno discusse durante il Consiglio dei ministri di Giovedì 11 dicembre e che prevederanno alcune modifiche al Codice Penale in tema di lotta alla corruzione. Un videomessaggio che, oltre a inserirsi nel percorso di radicale riforma delle istituzioni del Paese, si è voluto riferire in particolar modo all’inchiesta di “Mafia Capitale” emersa negli ultimi giorni. È stata così ribadita la ferma volontà dell’Esecutivo di arginare il fenomeno della corruzione e di punire chi se ne macchia.
Nei dettagli, saranno quattro le modifiche principali discusse nel Consiglio dei Ministri:
1. Un innalzamento della pena minima per i reati di corruzione, da 4 a 6 anni. Si dovrà scontare una pena in carcere anche con il patteggiamento;
2. Una semplificazione che permetterà la confisca dei beni di chi si è macchiato del crimine di corruzione, così come accade già per altri reati;
3. L’obbligo, per i colpevoli, di restituire quanto ottenuto con atti di corruzione;
4. Un allungamento dei tempi necessari per la prescrizione di tali reati;
Sono quattro modifiche, semplici ma chiare, che mostrano le reali intenzioni dell’Esecutivo in materia: il Presidente Renzi ha infatti spiegato come in Italia, a fronte di una popolazione carceraria che si attesta sulle 50.000 persone, soltanto 257 sono detenute per corruzione in virtù di una sentenza passata in giudicato. Numeri bassi, che fanno emergere come questo tipo di reato debba essere punito con maggiore decisione e pene più certe. Renzi ha poi voluto sottolineare come quella contro la corruzione non possa e debba essere soltanto una lotta che si traduce in norme e modifiche all’attuale corpo di leggi, certamente necessarie, ma debba tradursi in una vera e propria “scommessa culturale ed educativa” per l’intero Paese.
In conclusione, le stesse parole di Matteo Renzi: «Sono piccole cose, ma che fanno capire che in Italia il vento è cambiato. E che fanno capire che chi ruba, chi corrompe sarà perseguito fino all’ultimo giorno, fino all’ultimo centesimo. Anche da queste cose faremo capire che non basta essere indignati per qualche ora. […] Non sono tutti uguali: c’è chi ruba e chi è serio, e siccome le persone serie si devono far riconoscere in particolar modo in questi momenti, allora io annuncio con grande determinazione e con grande decisione che l’Italia del nostro Governo è l’Italia che non fa sconti a nessuno e non guarda in faccia nessuno.»