Lactalis non ritira il latte dalle stalle: gesto inaccettabile
Martedì 10 Novembre 2015
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Provvedimenti
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Agricoltura
La guerra del latte prosegue e la multinazionale del latte francese Lactalis, primo gruppo del settore latte, dopo l’acquisizione negli anni di marchi nazionali come Parmalat, Galbani, Invernizzi e Locatelli, ieri ha sospeso il ritiro del latte dalle stalle conferenti come risposta alla protesta degli allevatori.
Pare che circa 60 mila litri di latte delle stalle piemontesi, soprattutto nella zona del Novarese e del Biellese, non siano state ritirate.
Condivido le parole dell'assessore all'agricoltura del Piemonte, Giorgio Ferrero, che ha condannato con decisione la scelta aziendale. Questa crisi di settore va avanti da tempo e abbiamo stimolato nei mesi scorsi il Governo a mettere in atto azioni specifiche che risollevino la nostra produzione nazionale. Alcuni provvedimenti sono stati adottati, ma la situazione creatasi con i prezzi non remunerativi sta colpendo pesantemente il settore. La scelta di queste ore di una multinazionale intenzionata a fare impresa nel nostro paese, non puòessere avvallata né accettata senza conseguenze e rischia di innescare un’escalation di tensioni di cui nessun può prevedere gli esiti.
Gli allevatori stanno portando avanti la guerra del latte da giorni, con presidi davanti al centro di distribuzione dei prodotti della Lactalis. Sono arrivati in forze da tutte le province del Piemonte: Novara, Vco, Biella, Torino, Cuneo, Alessandria e Asti, accompagnati dalla presidente regionale Coldiretti Delia Revelli e dal direttore regionale Antonio De Concilio, oltre a tutti i presidenti, direttori e dirigenti delle varie federazioni provinciali. Davanti all’Esselunga di Corso Traiano a Torino, hanno allestito una vera e propria stalla per permettere ai cittadini di comprendere i motivi reali della mobilitazione che sta impegnando migliaia di allevatori per impedire la chiusura delle stalle. Viene mostrato ai consumatori da dove viene il latte e come si ottengono i formaggi senza polveri o semilavorati industriali, si danno consigli per l’acquisto di prodotti lattiero-caseari senza cadere nel falso Made in Italy, con lo slogan “Giusto” prezzo per un “Giusto” latte.
La decisione del Governo italiano di confermare il proprio no alla produzione di formaggi senza latte fresco, alla scadenza dell’ultimatum da parte della Commissione Europea, fissato il 29 settembre scorso, con l’impegno diretto del presidente del Consiglio Matteo Renzi davanti ai 30mila agricoltori della Coldiretti riuniti all’Expo lo scorso 15 settembre può non essere piaciuta al mondo industriale, ma è una scelta saggia ed a tutela delle nostre produzioni di qualità. Troppi industriali che hanno pagato il latte italiano al di sotto dei costi di produzione sono quegli stessi che vorrebbero liberalizzare l’uso della polvere per produrre formaggi e yogurt. Una scelta che ci allontana dall’immagine di qualità che nel mondo rende grande in nostro agroalimentare.
La scelta dell'azienda Lactalis non solo non aiuta a trovare soluzioni alla situazione creatasi,ma fa ulteriormente alzare il livello di tensione e malcontento. Abbiamo quindi intenzione di presentare al Governo un’interrogazione ed esporre al Garante per la concorrenza, chiedendo conto di questa presa di posizione e valutando se sussistano gli estremi per una possibile sanzione del gesto.