MANIFESTAZIONI CONTRO LA RIFORMA DELLA SCUOLA
Oggi in molte città italiane si è svolta la manifestazione del mondo dell'istruzione, sceso in piazza contro la riforma de “la Buona Scuola” prevista dal decreto del governo.
Per lo più sono stati cortei pacifici per tutta la durata della manifestazione superando i timori della vigilia.
Molte le critiche portate ad una riforma assolutamente importante per il futuro del Paese, critiche sia di metodo sia di merito.
Sul metodo sono arrivate e sono state formulate accuse di mancanza di disponibilità al confronto, ed è singolare che ciò sia sostenuto dopo che in tre mesi si sono raccolti suggerimenti da oltre un milione e mezzo di persone https://labuonascuola.gov.it/ e che prima di avviare il confronto in commissione https://labuonascuola.gov.it/area/s/25/ siano state fatte circa 90 audizioni formali nelle quali si sono ascoltate e sono state raccolte le posizioni di tutte le rappresentanze dei soggetti interessati
https://labuonascuola.gov.it/posizione-organizzazioni/.
Sul merito, credo tutte le critiche siano, per definizione, lecite e possano essere di stimolo a fare meglio, ma le due grandi questioni che stanno maggiormente animando la protesta: il ruolo dei dirigenti scolastici, o presidi che dir si voglia, e il piano si assunzioni credo che meritino alcune considerazioni.
In merito al ruolo dei presidi, continuo ad essere convinto che, pur in un quadro di necessario equilibrio e di salvaguardia della collegialità e del coinvolgimento dei docenti, sia necessario dare ai dirigenti strumenti e possibilità decisionali tali da metterli in condizione di poter far fronte alle responsabilità connesse alla autonomia prevista dal quadro normativo vigente e rafforzato dalla riforma prevista.
Ed è esattamente la direzione verso la quale si sta orientando la discussione in Commissione.
In merito ai criteri di assunzione, è in atto una approfondita riflessione ed una approfondito confronto in Commissione e nella prossime settimane avremo il testo definitivo con cui la riforma verrà in Aula, ma due cose sono certe, la prima è che sono previsti 3 miliardi di maggiori risorse all’anno per la stabilizzazione dei precari, e la seconda è che ciò che sta avvenendo e il tentativo di superare i problemi creati in 15 anni di mancate scelte o di scelte profondamente sbagliate, e purtroppo tutto purtroppo probabilmente non sarà risolvibile , ma è certo che le scelte in discussione vanno nella direzione giusta.
Rimane difficile quindi leggere tutta la contestazione come una questione di merito, sono state alimentate ad arte troppe paure, in molti casi totalmente lontane dalla realtà.
Conosco di persona molte e molti componenti della Commissione Cultura che sta esaminando il testo e mi fido di loro.
Nei prossimi giorni avremo modo di vedere il risultato del loro lavoro e credo si fugheranno molte delle cattive informazioni che stanno circolando in questo momento.
Mino Taricco