MUHAMMAD YUNUS

CRESCITA/DECRESCITA IL CREDITO COME DIRITTO UMANO

Vengo da un paese densamente popolato. Quando si pensa al Bangladesh questa è la prima cosa che viene in mente: come possono così tante persone vivere in uno spazio tanto limitato? Il Bangladesh ha una estensione di 150.000 chilometri quadrati e nel 1971 contava una popolazione di 75 milioni di persone. Oggi siamo 130 milioni, la popolazione quindi è quasi raddoppiata negli ultimi 30 anni. Come possono 130 milioni di persone vivere in uno spazio tanto limitato? Una terra peraltro molto piatta, l'altezza media del Bangladesh non supera il metro sul livello del mare, e ciò implica che terra, acqua e persone vivono tutti nello stesso spazio. Ecco perché sentite spesso parlare delle inondazioni in Bangladesh, e infatti se piove un po' più del solito, tutto il paese viene inondato. In un paese come questo, immaginate che vita si fa se si è poveri.
Un altro aspetto interessante del Bangladesh consiste nel fatto che, su una popolazione di 130 milioni, più della metà è al di sotto dei 18 anni: si tratta quindi di una popolazione molto giovane. Ovunque si vada si vedono moltissimi giovani, e questo è l'aspetto più promettente del Bangladesh perché i giovani rappresentano il futuro, i giovani rappresentano la speranza, specialmente in un epoca in cui la tecnologia sta cambiando il mondo ad una velocità straordinaria. Una tecnologia che i giovani devono imparare e soprattutto possedere molto presto, soprattutto la tecnologia dell'informazione.
Ovunque nel mondo, i ragazzi più piccoli di una famiglia, già a sette, otto, nove anni, sono i più esperti di computer, di internet e quant'altro mentre gli adulti hanno problemi con questa tecnologia. I bambini no; date loro molti giochi, date loro qualsiasi cosa, sanno immediatamente cosa fare, non debbono nemmeno leggere i manuali; gli adulti al contrario non possono farne a meno. Credo infatti che, in un'epoca come questa, mettendo in rapporto i bambini con la tecnologia dell'informazione, essi possano creare un mondo diverso da quello che noi gli abbiamo lasciato. I giovani rappresentano la speranza perché hanno la capacità di pensare in modo diverso; io biasimo la mia generazione per non essere riuscita a farlo, siamo come impacchettati, troviamo difficile uscire dalle “scatole”. Il mondo che ci circonda è il prodotto di quello che noi pensiamo del mondo: non è solo quel che osserviamo, ma ciò che noi abbiamo creato. Finché non penseremo in modo diverso, le cose non andranno diversamente: per questo la speranza è riposta nei giovani. Le loro menti sono fresche, e spero che noi adulti ci asterremo dal rinchiuderli nelle scatole, questo è il rischio che corriamo: amiamo rinchiudere tutti nelle scatole, e più eviteremo di farlo, più il futuro sarà favorevole.
Ciò che ora chiamiamo micro-credito o l'istituzione che abbiamo creato, la Grameen Bank, ha avuto inizio proprio con i giovani. Quando insegnavo all'Università, ed ero io stesso un giovane negli anni '70, tutto ciò che ho fatto per i villaggi vicini, l'ho fatto con i miei studenti, ora i fondatori della Grameen Bank. Giravamo per i villaggi in cerca di una soluzione ai problemi che saltavano agli occhi; non c'erano soluzioni nei libri di testo, così decidemmo di chiudere i libri, che ci avevano dato occhiali che non ci permettevano di vedere la realtà così com'era. Osservando la realtà con gli occhiali dei libri di testo, vedevamo immagini distorte.
Il nostro primo sforzo è stato tornare indietro e gettare via questi occhiali; cercare di fare ciò che potevamo, al meglio. Il problema era la fame e la povertà proprio a ridosso

del Campus e la domanda che nasceva era: "Qual’è l'utilità di questa Università che si presume essere depositaria della conoscenza, se questa conoscenza non arriva nemmeno alla famiglia della porta accanto, se non può aiutare le persone di quella famiglia ad uscire dalla miseria nella quale vivono? Era una domanda molto semplice: a che serve questo sapere se non è utile alla vita della gente?". Cercavamo di capire questi problemi: "Perché la gente è così povera? Perché ha fame?"
Eravamo alle prese con diverse domande e diverse risposte. Una di queste riguardava la grande quantità delle persone che chiedevano prestiti agli usurai, così i miei studenti ed io andammo in giro per il villaggio per fare una lista di queste persone, una cosa semplicissima. Non c'era bisogno di essere dei ricercatori particolarmente acuti per fare ciò, chiunque può andare in giro e chiedere quanti soldi una persona domanda in prestito e quali sono le condizioni che gli sono imposte. Così compilammo la lista, e nella mia c'erano 42 persone e l'ammontare del denaro preso in prestito dagli usurai era di 27 dollari in totale per le 42 persone. Un'altra differenza tra fra l'università dove insegnavo e la realtà dei villaggi, distanti pochi metri: all’università si discuteva in aula di piani quinquennali e di piani di sviluppo, per milioni e miliardi di dollari di investimenti, e a pochi metri da quell'aula la gente possedeva solo pochi spiccioli, ridotta in condizioni di miseria la più estrema. Questo fu il nostro inizio: come risolvere questa questione.
La cosa più immediata che feci, fu dargli questi 27 dollari di tasca mia, in questo modo li liberai per un po' dai creditori.. Mai avrei immaginato che l'eccitazione di queste 42 famiglie avrebbe potuto coinvolgermi così rapidamente, pensavano che fosse accaduto un miracolo perché qualcuno era arrivato e li aveva liberati. Con 27 dollari.
La seconda domanda è stata: "Se puoi rendere felici tante persone con una somma così esigua di denaro, perché non fare di più? Questo mi porta al passo successivo. Andai alla banca del Campus per mettere in contatto diretto le persone con la banca, ma lì mi attendeva un’altra sorpresa. La banca disse: "Non possiamo prestare denaro ai poveri perché non offrono garanzie". Iniziò una battaglia serrata: "Perché pensate che essi non abbiano garanzie da dare?" La banca non aveva una buona risposta, e alla fine dopo un negoziato durato mesi, risolvetti la questione offrendo me stesso come garanzia: "Firmerò tutte le vostre carte, perché siete sommersi dalla carta e dovete proteggere i vostri fogli, li firmerò tutti, rispetto le regole ma voi date loro i soldi ", e questo fu l'inizio nel 1976. Naturalmente non sono riuscito a persuadere i banchieri che questo sistema avrebbe funzionato, nonostante che, ogni volta che davano i soldi in prestito, la gente restituisse il 100%. Le banche non hanno cambiato opinione perché la loro mentalità è di pietra e a tutt'oggi non sono riuscito a convincerle, nel 2003. Le banche continuano a comportarsi nel modo di sempre, ma nel frattempo il nostro lavoro si è diffuso dal Bangladesh in moltissimi altri paesi in tutto il mondo.
E adesso quale è il problema? All'inizio dicevano: "Lo si può fare in un villaggio ma se cerchi di farlo in due, non funzionerà". Lo abbiamo fatto in due villaggi e ha funzionato. "Prova a farlo in cinque villaggi, sicuramente non funzionerà". Lo abbiamo fatto in cinque villaggi ed ha funzionato. "Dovreste farlo in venti villaggi!" Lo abbiamo fatto in venti villaggi e ha funzionato. Ora lo abbiamo fatto in tutti gli stati e funziona. Il ritorno del denaro è più del 99%. La banca incrementa i suoi profitti ogni anno, la gente cambia radicalmente la propria vita per il solo fatto di avere i soldi e poter sfruttare capacità, creatività e intelligenza per cambiare la propria vita. Quando parliamo di persone povere, non parliamo di materiale inerte; le persone non sono cose inanimate, sono esseri umani, non animali, ma esseri creativi. Tutto ciò di cui hanno bisogno è un modello istituzionale che permetta loro di realizzare la loro vita. Non stanno aspettano nessuno che li prenda in braccio. Sono esseri umani in carne ed ossa come chiunque altro.
Questo è quanto abbiamo fatto in Bangladesh, ma nulla è cambiato nelle banche del Bangladesh, che continuano a fare come hanno sempre fatto. Oggi questo sistema si è

diffuso in oltre cento paesi con gli stessi risultati, ma le banche di tutto il mondo non hanno cambiato opinione. Io continuo a ripetere che il credito dovrebbe far parte dei diritti umani. La questione non è tanto se la gente è adatta al credito, ma se le banche sono adatte alle persone.
Un’altra questione che ci siamo posti fin dagli inizi era: "Perché le banche non prestano denaro alle donne?" In Bangladesh, meno dell'1% dei prestiti è concesso alle donne. Non c'erano riposte, così nel nostro progetto abbiamo fatto in modo che almeno la metà dei destinatari dei prestiti fossero donne. Alla fine, quando ci siamo riusciti, abbiamo constatato la differenza nei risultati che si ottengono quando in una famiglia si entra attraverso la donna o attraverso l’uomo. La differenza è enorme: se si entra attraverso la donna, si avranno molti più benefici che facendo lo stesso con la medesima somma, attraverso l’uomo.
Una delle cose peggiori che capitano ai poveri, è di non riuscire a dar da mangiare ai propri figli. Uno dei modi tradizionali delle famiglie povere di provvedere ai propri bambini è affidarli ad altre famiglie. Bambini di 6, 7 anni dati ad altre famiglie. Cosa succede quando arrivano in queste famiglie? Sono maltrattati e costretti a lavorare giorno e notte in cambio di cibo. Sono maltrattati e costretti a fare qualsiasi cosa mentre dovrebbero poter giocare e divertirsi. Quando una donna entra nella Grameen Bank e incomincia a avere del denaro, la prima cosa che fa è far tornare a casa i bambini, uno dopo l'altro, perché ora la madre pensa: "Adesso posso nutrire i miei bambini", e il primo risultato è riportarli a casa, perché nessuna madre vuole vedere i figli fuori di casa: quando è invece il padre a ricevere il prestito, questo non succede. Quando i ragazzi sono tornati a casa, la prima cosa che la madre pensa è: "Perché non mandare i miei bambini a scuola?" E questo succede sempre.
I matrimoni infantili sono molto comuni nei villaggi del Bangladesh: le ragazzine si sposano a 10, 11 anni. Così alla Grameen Bank ci siamo chiesti: "Perché succede?" Ne abbiamo discusso con le donne affiliate alla Grameen Bank, e la risposta era sempre la stessa: "Costano denaro e quindi conviene farle sposare". Allora abbiamo cominciato a ragionare con le donne: "Ora che guadagni denaro, i tuoi figli vanno a scuola e puoi ottenere il credito necessario, tutti possono partecipare al mondo nuovo che stai creando. Pensi pertanto che tua figlia sia un ostacolo o un aiuto per la famiglia?" Tutte hanno concordato che una figlia femmina è un grande aiuto per la famiglia: oggi il matrimonio infantile non esiste più e i ragazzi vanno tutti a scuola. Il 100% dei ragazzi delle famiglie affiliate alla Grameen frequenta la scuola: ogni sede della Grameen Bank, e le sedi in Bangladesh sono 1200, offre sei borse di studio, tre riservate alle femmine in modo da incoraggiarle a continuare gli studi, e le restanti tre sono aperte a maschi e femmine, che possono competere. Come risultato, abbiamo più femmine che maschi che godono delle borse di studio della Grameen Bank e questi ragazzi - provenienti da famiglie di analfabeti - frequentano non solo le scuole primarie, ma anche le high-schools, il college e l'università, medicina e ingegneria. Come ho già detto, in Bangladesh oltre la metà della popolazione è sotto i 18 anni, quindi ci sono moltissimi giovani. La Grameen Bank conta circa tre milioni di correntisti e in questi tre milioni di famiglie ci sono tanti ragazzi che ora frequentano la scuola. Non stiamo parlando dunque di piccoli numeri.
In un secondo tempo abbiamo iniziato a concedere prestiti per la casa, e infatti la situazione abitativa è terribile. La povertà si vede innanzitutto dalla casa: il tetto praticamente non esiste, non ci sono i muri. Tutti dicevano che era impossibile farlo: "Non puoi prestare denaro ai poveri per costruire la casa". La situazione era così disperata che ci siamo detti. "Azzardiamo, ce la faremo".Questa è un'altra lezione che abbiamo imparato lungo il cammino: se sei determinato, puoi fare tutto!
I nostri prestiti sono decennali, da ripagare in rate settimanali, piccole piccole.Abbiamo inoltre posto una condizione: "Se chiedi il prestito per la casa, devi dimostrare che il terreno sul quale la casa verrà costruita ti appartiene". Il 95% dei prestiti è concesso alle donne e loro non possiedono nemmeno il pezzo di terra su cui costruire, perché la casa in cui vivono è del marito. Perciò, a causa delle nostre regole, non avevano i requisiti per richiedere il prestito. Si lamentavano: "Come possiamo ottenere il prestito se imponete regole come queste?". Noi abbiamo risposto: "Perché non parlate con i vostri mariti? Persuadeteli a trasferirvi la proprietà!"
La disperazione per la casa era tale e tanta che, marito dopo marito, iniziarono a cedere. Tuttavia la procedura per trasferire il titolo del terreno a qualcun altro è molto complicata a causa della farraginosa burocrazia degli uffici governativi, bisogna aspettare mesi, presentare molti documenti e solo alla fine si può intestare il pezzo di terra alla moglie. A questo punto la donna ci porta tutti i documenti e dice: "Ora la terra mi appartiene, potete darmi il prestito". Noi ci congratuliamo, le diamo il prestito immediatamente e la casa ora può essere costruita.
Si tratta di case molto piccole ma per loro trasferirsi nella casa nuova è come entrare in una reggia. Non avrebbero mai immaginato di arrivare a possedere una casa con tetto e latrina. Nella maggior parte di questi paesi, specialmente nell'Asia del Sud, i servizi non ci sono; si va fuori, all'aperto, e questo è molto difficile per le donne. Gli uomini possono andarci quando vogliono, ma le donne devono aspettare finché non cala il buio. Immaginate come diventa difficile la vita dovendo aspettare tutto il giorno.
Quando abbiamo introdotto la regola “una latrina in ogni casa”, sono stato inseguito da una donna in un villaggio, che mi ha abbracciato e baciato. Non è una cosa comune in Bangladesh. Le donne non abbracciano gli uomini, io ero molto imbarazzato, i miei colleghi erano molto imbarazzati perché una donna mi stava abbracciando in pubblico strillando qualcosa di incomprensibile in un dialetto locale. La gente del luogo mi ha tradotto ciò che stava dicendo: "Tu sei un salvatore perché hai salvato le donne dai tormenti dell'inferno". Io non riuscivo a comprendere in che modo le avessi salvate dai tormenti dell'inferno, non sono un prete, non sono un uomo di religione. Così le ho chiesto, attraverso gli interpreti, cosa intendesse per "tormenti dell'inferno", cosa avevo fatto. Lei mi ha condotto immediatamente verso la latrina: "Per questo!", e io: "Perché?", e lei ha detto: "Adesso posso andare ogni volta che voglio, non sai quanto sia doloroso aspettare che cali la notte". E' una cosa elementare, a ci nessuno fa caso, ma fa la differenza nella qualità della vita.
Il divorzio in Bangladesh è un fenomeno molto comune, molto frequente, in particolare nelle famiglie più povere. Per due ragioni: la prima è che, ogni volta che un uomo si sposa, riceve denaro in dote: è dunque un modo allettante per guadagnare, semplicemente sposandosi un’altra volta. L'altra ragione è che divorziare è molto facile, tutto ciò che si deve fare è dire: "Divorzio da te", ripetuto tre volte ed è fatta, perché non esiste documentazione del matrimonio. Dici per tre volte "divorzio" e nessuno più può difendere quel matrimonio. In una famiglia povera, quando il marito si arrabbia per qualche ragione - i mariti si arrabbiano sempre e comunque - è subito pronto a divorziare, e la moglie deve tornare dalla famiglia del padre, non può più stare nella casa del marito. Abbiamo concesso più di 600.000 prestiti per la casa e in queste case il divorzio non esiste più. Per una semplice ragione: se ora lui divorzia, è lui quello che deve andarsene di casa. Se fossimo stati un movimento politico forse nessun ci avrebbe votato, ma noi abbiamo concesso i prestiti in modo così accorto che nessuno ha osato obiettare.
Sembra tutto logico e ovvio, ma qualcosa di straordinario è invece successo in queste famiglie. L'insicurezza della donne è acuta in Bangladesh. Le donne non hanno letteralmente alcun diritto, tutti i diritti sono riservati agli uomini, ma per la prima volta una donna può sentirsi sicura nella sua casa perché è di sua proprietà. Le donne non hanno più l'incubo che, appena sveglie, il marito divorzi. Sanno che il marito non lo farà perché conosce le conseguenze di quell'atto. Inoltre devono aprire un conto alla banca, anche questo fa parte delle procedute della Grameen Bank, e quindi risparmiare denaro. Quando si apre un conto corrente, quelli sono i tuoi soldi - si può metterne quanti se ne vuole in quel conto – che appartengono a te, non al marito. Nelle famiglie tradizionali tutto ciò che è della famiglia, appartiene invece al marito. Per la prima volta le donne hanno diritti legali sui propri soldi, in quanto proprietarie del conto corrente. La cosa che le entusiasma di più è poter decidere a chi andranno quei soldi in caso di morte. La banca richiede infatti che sia nominata una persona. Decidono loro stesse a chi lasciare l'eredità dei loro averi in caso di morte. Non credevo che questa fosse una novità tanto grande per loro: ne sono state addirittura elettrizzate perché mai nessuno, prima d'ora, aveva posto loro questa domanda. Sapete chi nominano quasi sempre? La figlia più piccola: ancora una volta cercano di costruire un futuro per le loro figlie perché sanno - come donne e prima ancora come bambine - che cosa potrebbe loro accadere.
La Grameen Bank è di proprietà di chi prende a prestito, non di estranei, e questo ne fa una banca molto speciale. E' una banca di proprietà dei poveri e delle donne. Se guardate al nostro consiglio di amministrazione, è una grossa banca, anche le donne dei villaggi siedono nel consiglio e decidono le politiche di una banca che ha circa 3 milioni di clienti e un fatturato di quasi mezzo miliardo di dollari all'anno. Tutto è fatto in un modo che nessuno abbia niente da ridire e questo processo cambia vita, atteggiamento e visione di tutte le persone che vi prendono parte.
Ai giovani direi dunque: che tipo di istituzioni vorreste costruire? In che genere di mondo vorreste vivere? Perché se iniziate ad immaginarlo fin d'ora il genere di mondo che voi vorreste avere, fra 30, 40 anni può diventare realtà. L'immaginazione è fondamentale. Lasciatela dunque libera, e create il vostro mondo. Non guardate a noi, noi non ci siamo riusciti.

Questo testo riproduce la conferenza tenuta dall’autore nella "Sala Cavalcoli" della Camera di Commercio di Ravenna il 9 0ttobre 2003
* Presidente della Grameen Bank, Bangladesh

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