NEWSLETTER 12 . 2018

Care amiche e cari amici,

voglio aprire questa Newsletter esprimendo tutto il mio cordoglio e la mia vicinanza ai troppi morti sul lavoro in queste settimane e alle loro famiglie.

A dieci anni dal “Testo unico Salute e sicurezza sul Lavoro” la stessa Relazione del Ministero sullo stato di attuazione della normativa  in materia di salute e sicurezza  ci rappresenta una situazione migliorata con le nuove norme, peraltro non ancora compiutamente attuate,  ma ancora molto lontana dall’essere degna del nostro paese e dagli obiettivi che ci si prefiggeva.

Già i dati  del Rapporto INAIL 2017, ci ricordava l’ANMIL evidenziavano che il trend di riduzione degli incidenti dopo l’avvento della nuova norma, ma già nel 2016 aveva visto ridurre i miglioramenti, anzi aveva visto un leggero peggioramento, ed ora nelle ultime settimane una inaccettabile crescita con troppi incidenti.

Sia pure nella consapevolezza che l’Italia ha fatto passi avanti importanti in questi ultimi dieci anni, e che il nostro è tra i Paesi più attenti alla sicurezza, credo che bene abbiano fatto veramente le organizzazioni sindacali a richiamare l’attenzione su questa piaga nella giornata del Primo maggio, e sono convinto che nella legislatura nascente dovremo chiedere la piana attuazione della norma ed una intensificazione della prevenzione e dei controlli.

Il Presidente della Repubblica nella giornata del 12 maggio, ricorrenza anniversaria dell’insediamento di Luigi Einaudi come primo Presidente eletto della Repubblica, ha voluto fare visita a Dogliani città di origine di questi cui è sempre stato molto legato, e lo ha fatto con un discorso di alto profilo e di grande significato politico in questo momento.

Uno dei motivi di ritardo di questa Newsletter è legato anche al continuo procrastinarsi della conclusione, che sembra approssimarsi nelle prossime ore, della definizione da parte dei vincitori del 4 marzo del Governo per il Paese. Dopo una melina di oltre dieci settimane sembra siamo infatti prossimi al varo del nuovo esecutivo Lega-5Stelle. Mai come questa volta il termine “esecutivo” sembra purtroppo rappresentare la lealtà di fatto, ma non come vorrebbe la Costituzione in favore del Parlamento, ma in favore dei partiti.

Sul “Contratto di programma” in queste settimane si è detto e scritto molto, dopo che l’Huffingtonpost aveva pubblicato la prima bozza di accordo datata 14 maggio 2018, con misure in alcuni casi quanto meno singolari: a parte la bizzarria preoccupante del Comitato di Riconciliazione, sia l’dea di fatto di vendere il patrimonio immobiliare agli italiani in cambio dei titoli di Stato, sia la richiesta alla BCE di cancellare 250 miliardi di debito, sono quanto meno bizzarre, come fatto osservare dagli organi di informazione.

E anche le versioni che l'hanno seguita e che molti giornali hanno pubblicato nei giorni seguenti, non hanno fatto emergere elementi che dessero certezza e tranquillità ai tanti che hanno seguito con attenzione l’evolversi della vicenda. Anche nella versione definitiva del Contratto permangono forti perplessità legate al costo di una simile operazione e alle mancate coperture, oltre 100 miliardi, cosa già di per se grave, come sostengono molti mezzi di informazione vedasi firstonline e ilfattoquotidiano, o addirittura ampiamente oltre, come sostenuto da altri, e poco ci tranquillizzano le previsioni di ottenere maggiori margini da Bruxelles, perché questo vorrebbe dire semplicemente aumentare il debito.

Il lavoro di rimessa in ordine dei conti portato avanti in questi anni non può essere messo in crisi, perché potrebbe costare molto caro al nostro Paese.

Ma a preoccupare sono misure come la Flat Tax sia pure nella versione light, perché continua ad essere una misura a favore dei ricchi, il pochissimo spazio al sociale, le ambiguità sulle grandi infrastrutture  e sulle politiche sanitarie a partire dai vaccini, mentre misure come il reddito di cittadinanza, così come definito nella sua ultima versione, di fatto sembra la NASPI già in vigore dal 2015, con un assegno peraltro un po’ ridimensionato.

Come ho già avuto occasione di dire e scrivere credo che l’opposizione cui saremo chiamati, sicuramente ferma sulle questioni attinenti il rispetto delle regole democratiche e sul controllo dell’attività amministrativa e di Governo, dovrà essere invece costruttiva e propositiva su tutti i temi che attengono le risposte ai problemi del Paese e degli italiani.

Avrei pensato che su temi quali la famiglia, l’ambiente e le diseguaglianze avremmo potuto avere linee importanti di convergenza e mi spiace che sul contratto ci siano per lo più generiche enunciazioni di principio e un orientamento non sempre coerente, ma voglio sperare che ciò che manca sia ancora recuperabile, sicuramente in questa direzione andrà il nostro impegno.

Sul tema ambientale nei giorni scorsi un importante richiamo della Santa Sede che peraltro riprende i concetti che erano al centro della Laudato sì, qui di seguito nella sua versione integrale.

Fermo restando che continuo ad essere fermamente convinto che soprattutto sugli aspetti attinenti la gestione del fenomeno dei migranti in termini di modello di accoglienza nel nostro Paese, ci sia ancora da fare e da migliorare, vista la banalizzazione del tema nel Contratto, riporto un interessante contributo letto su Facebook che mi ha molto colpito ed un interessante articolo con alcuni dati, per rendere meno banali e superficiali le analisi.

Mi rendo conto che sto andando troppo lungo e quindi il tema Partito Democratico lo affronterò con la prossima Newsletter, tanto la traversata che ci attende sarà lunga e faticosa, e se vorremo che possa avere qualche speranza di riconnettere il partito con il Paese, la riflessione dovrà essere profonda e radicale. Credo veramente che il centrosinistra nelle forme che prenderà dovrà essere capace di ricostruire una alleanza con tutte le nergie vitali che hanno a cuore la qualità del futuro delle nostre comunità

Le  diseguaglianze tra generazioni, nei territori e tra territori, la questione ambientale e le scelte di equilibrio dei conti sia in campo previdenziale sia nei conti dello Stato, come metro per un corretto rapporto tra generazioni, dovranno orientare i nostri passi.

Mi piace pensare che sia ancora possibile, come sosteneva Martinazzoli, creare le condizioni affinché coloro che dalle associazioni, dal mondo economico, dai mille volti culturali, sportivi e sociali, e non solo, del volontariato, condividono i nostri valori e la nostra idea di paese/comunità, possano immaginare un impegno nel nostro partito aperto e accogliente.

Sinora è vero sono prevalse le proposte interessate al mantenimento del potere da parte di chi ce l’ha, o aspira ad averlo, ma credo veramente che di un Partito Democratico e di un centrosinistra aperto ed inclusivo il Paese abbia veramente bisogno, soprattutto nella stagione che si apre avanti a noi, densa di incertezze e di paure, reali e sino a qui anche indotte e cavalcate.

Come ho detto mi fermo qui, e per chi vuole potrebbe essere interessante rileggere il discorso del Lingotto da dove siamo partiti, che credo ci possa tornare utile.

Ma ci torneremo, perché come detto la strada è ancora lunga.

Buona lettura a tutti.

Mino Taricco

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