NON E' RIFORMA, MA OCCUPAZIONE DELLO SPORT

Il Disegno di legge Deleghe al Governo e altre disposizioni in materia di ordinamento sportivo, di professioni sportive nonché di semplificazione che poteva essere una occasione per dare un progetto ed una prospettiva allo SPORT nel nostro Paese, è stato il modo, non senza conseguenze,  per occupare militarmente le risorse ed i potere in questo settore.

Come ho avuto occasione di dire in Aula il disegno-legge delega infatti all'articolo 1, chiarisce che il ruolo del CONI viene ridefinito «coerentemente con quanto stabilito al comma 630, della legge 30 dicembre 2018, n. 145» (la legge di bilancio), in cui, molto semplicemente si dice che le risorse che arriveranno al mondo sportivo sono destinate, per quel che riguarda il CONI, alla copertura degli oneri istituzionali, alla preparazione olimpica e alla delegazione italiana. Tutto il resto (oltre 300 milioni di euro) vanno a quella che era la CONI Servizi, trasformata in Sport e Salute SpA, che avrà tra i compiti l'erogazione delle risorse alle federazioni sportive nazionali, agli enti di promozione sportiva, ai gruppi sportivi militari e ai corpi civili dello Stato, alle associazioni.

Sostanzialmente, quindi, questa Società, che vedrà gli organi di gestione nominati direttamente dal Governo, gestirà tutte le risorse erogate al mondo dello sport. 

Una vera militarizzazione e un controllo totale dello sport, che come è facile presagire sarà utilizzata in chiave di consenso politico. 


Non è un caso che il Comitato Olimpico Internazionale abbia sentito il dovere di chiarire in modo molto forte con una lettera al CONI che il mondo dello Sport dovrebbe essere sempre politicamente neutro, dovrebbe avere un diritto e un obbligo di autonomia e che tale ruolo si deve sostanziare in libera determinazione, controllo delle regole dello sport, governance delle associazioni che lo presiedono, libere elezioni non influenzate.
Ed il CIO nella sua lettera esprime seri dubbi che nel provvedimento questo principio non sia rispettato. 
Sono convinto che in questo rimando all'articolo 1, comma 630, della legge di bilancio del 2018 ci sia tutta la distanza da questi principi,  e ciò dovrebbe fare riflettere tutti.

Il giudice emerito della Corte Costituzionale  Sabino Cassese, ha affermato i  queste ore che l’incostituzionalità della norma è palese e il disegno di legge ha un impianto sbagliato. “Il difetto principale del disegno di legge delega è quello di considerare lo sport come altre attività statali, come la sanità e la previdenza”, ha detto al Corriere dello Sport. “Lo sport – continua – è un’attività sociale e il relativo ordinamento deve essere autonomo”

Ne sono fermamente convinto, lo sport, come dice la carta del CIO, deve tenere insieme l'impegno olimpico con l'attività di promozione in quartieri e contrade, e migliorare e favorire lo sviluppo e la crescita dello sport di tutti e delle sue associazioni dilettantistiche deve essere un impegno di tutti.

Sbaglia il governo se ha in mente di utilizzarlo in termini di consenso politico.

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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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