Nocciole: la Regione istituirà un tavolo di settore

chiesti severi controlli alle frontiere per le micotossine

La Regione Piemonte costituirà un tavolo di settore per la nocciola, avvierà azioni di informazione rivolte ai consumatori e ribadisce ai Ministeri competenti la richiesta di una stretta vigilanza sulle importazioni di prodotto dall’estero. L’obiettivo è quello di tutelare al meglio la coltivazione e la produzione della nocciola, oggi riconosciuta come una delle eccellenze piemontesi e, in termini di superficie, la prima specie frutticola regionale.
Tali orientamenti sono emersi nel corso di un tavolo di filiera riunito questa mattina presso l’Assessorato Agricoltura della Regione e presieduto dall’Assessore Mino Taricco, con la partecipazione di organizzazioni agricole e cooperativistiche, delle aziende sgusciatrici e di trasformazione e di tutte le componenti della filiera corilicola.

Le preoccupazioni legate alle importazioni di prodotto dall’estero e in particolare dalla Turchia erano già state manifestate nei mesi scorsi, in relazione al rischio di innalzamento della soglia ammessa di “aflatossine” (micotossine prodotte da funghi che attaccano le piante e i prodotti alimentari), che desta preoccupazione in termini di sicurezza alimentare.
“ Per garantire pari condizioni al nostro prodotto – spiega l’Assessore Taricco – rinnoviamo la richiesta ai Ministeri dell’Agricoltura e della Salute di potenziare le strutture di controllo ai varchi di ingresso delle frontiere, in modo che il prodotto possa transitare solo laddove sia possibile eseguire le analisi sui contenuti di micotossine. Credo che questa misura rappresenti una garanzia essenziale per la sicurezza alimentare dei cittadini europei e italiani.”

Inoltre, i rappresentanti della filiera, riuniti questa mattina, hanno condiviso la volontà di istituire un tavolo di settore che, in analogia con quanto già avviene per altri comparti (il moscato e il brachetto), possa valutare le condizioni di commercializzazione, alla luce dei requisiti qualitativi e, se possibile, addivenire a un vero e proprio accordo di filiera. La riduzione dei prezzi, unita alla crescita dei costi di produzione, sta infatti rischiando di creare disaffezione tra i corilicoltori e difficoltà di commercializzazione.
“ Si tratterebbe di un salto di qualità epocale – sottolinea Taricco – nei rapporti tra i soggetti della filiera, ovvero produttori, sgusciatori e industria dolciaria, e credo costituisca la strada giusta per rendere il mercato più stabile, una condizione da cui le imprese del settore possano guadagnare maggiori prospettive e anche i consumatori possano trarre giovamento .”


I dati sulla produzione di nocciola in Piemonte.
La produzione si estende su circa 13.000 ettari con oltre 7000 aziende: oltre il 75% della produzione si concentra in provincia di Cuneo, il 14% in provincia di Asti, il 5% in provincia di Alessandria.
Si registra una produzione complessiva di oltre 5400 tonnellate l’anno, di cui circa 2700 certificate Nocciola Piemonte IGP (Indicazione Geografica Protetta).

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