PAGINE TRISTI PER UN PAESE STANCO
Come tutti avete saputo nei giorni scorsi il governo italiano ha presentato ai vertici dell’ Unione Europea un documento che definisce le scelte e scandisce i tempi di realizzazione di un pacchetto di riforme finalizzato alla stabilizzazione finanziaria e alla necessità urgente di rilanciare l’economia ormai stagnante.
Che il nostro paese abbia bisogno di riforme e di raggiungere un necessario equilibrio finanziario credo sia , a questo punto , nella consapevolezza e sotto gli occhi di tutti.
Penso di interpretare il pensiero di molti affermando che le strade scelte dal Governo in questi mesi e ribadite con il pacchetto-lettera Bruxelles vanno in una direzione distante da ciò di cui avrebbe bisogno il paese.
Sul piano delle entrate infatti si e’ scelto di aumentare l’IVA e di intervenire con abolizione di detrazioni e con tagli ai servizi e non si e’ neanche presa in considerazione l’ipotesi di una patrimoniale , sia pure con tutte le franchigie del caso , così come si è ignorata la possibilità di una cosiddetta tassa di solidarietà , che avrebbe richiesto , a chi poteva , di sostenere uno sforzo maggiore.
E anche sulla riduzione dei costi della politica , di fatto , ci si e’ fermati alle affermazioni di principio.
In parole povere ancora una volta si fa pagare il conto a chi già ha pagato in questi anni e si lasciano dormire sonni tranquilli ai grandi patrimoni e ai grandi redditi , dichiari o occultati che siano .
Sul piano della liberalizzazione dell’economia invece di intervenire sul contrasto ai monopoli e agli oligopoli , con regole e azioni che sciolgano i veri nodi e superino le vere concentrazioni di rendite di posizione , si interviene invece per rendere più facili i licenziamenti.
Quello annunciato non è infatti un intervento per dare fiato allo sviluppo , ma si tratta invece di un vero e proprio manifesto ideologico.
Per pietà di patria bisognerebbe poi tralasciare il fatto , in qualche modo reso evidente in questi giorni drammatici , che ancora una volta si è tentato , anche in questa occasione , di contrabbandare per necessarie riforme generali , scelte che invece attengono probabilmente a sole vicende personali del premier o dei suoi sodali.
A questo infatti con ogni probabilità risponde l’ipotesi di modifica sulle normative sulle successioni.
Grande è lo sconcerto di fronte ad un simile quadro di scelte e nei prossimi giorni fortissima sarà l’opposizione a questa strategia.
Il 5 novembre a Roma il Partito Democratico rappresenterà in modo plastico lo sdegno del Paese . In tanti dovremo con forza renderlo evidente !
Mino Taricco