PERCHE' NON HO FIRMATO "PARLAMENTO CASA DI VETRO"
Ho letto in questi giorni molti commenti che additano coloro che non hanno sottoscritto l’appello “Parlamento casa di vetro”, come persone che non vogliono la trasparenza nell’azione legislativa, ed ho pensato fosse giusto spiegare perché non ho sottoscritto detto appello.
In questa mia prima esperienza di attività nelle Commissioni ed in Aula, alla Camera dei Deputati ho potuto riscontrare una significativa differenza tra le modalità con cui si svolge l’attività in Commissione e ciò che accade in Aula.
Ho potuto verificare che colleghi Deputati che in Commissione sono persone con cui si ragiona, ci si confronta nel merito delle questioni, si approfondiscono i temi , quando poi sono in Aula si trasformano e diventano veri e propri personaggi di spettacolo.
La ricerca di soluzioni ragionevoli e condivise lascia sovente il posto alla necessità di parlare a chi segue su internet o alla finalità di poi postare sui blog o su facebook l’intervento che si è effettuato, e questo limita o impedisce sovente un vero costruttivo confronto.
L’esperienza ci dice che chi parla ripreso dalle telecamere sovente non parla con i suoi interlocutori, ma parla a chi lo segue attraverso le telecamere, e questo non da maggiore trasparenza al confronto, ma lo falsa e lo condiziona.
Per questo, pur avendo aderito a tutte le altre forme di trasparenza dell’attività e della vita, di chi ha incarichi pubblici, non ho aderito a questo appello pur essendo consapevole che si prestava a facile strumentalizzazione .
Non mi opporrò a che il Parlamento possa fare questa scelta, ma non mi sento di esserne tra i promotori, perché non credo sia davvero un miglioramento della modalità con cui si può migliorare la vita di questo Paese e dei suoi cittadini .
Sono consapevole che sarebbe stato più facile firmare e non entrare nel merito, ma non avrei fatto ciò che sentivo in cuore e invece penso sia giusto farlo.
Mino Taricco