POLEMICHE SURREALI SULLA DATA DEL REFERENDUM

La data del referendum costituzionale, che da settimane naturalmente e legittimamente è oggetto di previsioni, inizialmente prima o terza decade di ottobre, e ultimamente i primi giorni o ultime settimane di novembre, non è in questa fase appannaggio del Governo ma della Corte di Cassazione. 
Questo è ciò che prevedono le procedure previste dalla Costituzione e dalla Legge 352 del 1970. 
Alle polemiche strumentali ha risposto il Presidente della Repubblica chiarendo i riferimenti normativi.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante la cerimonia con la stampa parlamentare per il tradizionale dono del Ventaglio ha voluto precisarlo affermando "Si è parlato di discussioni tra le forze politiche su uno spacchettamento del quesito referendario, va detto che le forze politiche non avrebbero avuto nessun potere a riguardo, come non ne avrebbe avuto il capo dello Stato" continuando “La procedura del referendum è regolata dalla legge e l’iter per la fissazione della sua data può essere avviato soltanto dopo che la Corte di Cassazione avrà comunicato quali sono le richieste ammesse a referendum. La Cassazione, che ha il compito di valutare la loro regolarità, secondo la legge, ha tempo fino al 15 agosto per comunicarlo. Fino a quando non vi sarà questa comunicazione la procedura per fissare la data non può partire
Dopo quella comunicazione il referendum dovrà essere indetto entro sessanta giorni dal Presidente della Repubblica su deliberazione del Consiglio dei Ministri, e dovrà essere fissato tra il 50° ed il 70° giorno successivo alla emanazione del Decreto di indizione.
Le polemiche dei 5Stelle che sono seguite sono semplicemente indice di malafede o di ignoranza delle norme. 
Come molti sanno infatti l’articolo 138 della Costituzione prevede che per ottenere l’indizione del referendum basta che uno dei tre soggetti previsti lo richieda: 
- almeno 5 regioni, 
- almeno il 20% dei deputati o dei senatori, 
- almeno 500.000 elettori. 
I capigruppo della maggioranza alla Camera hanno portato in aprile in Cassazione 237 firme dei deputati della maggioranza, tra cui anche la mia,  per richiedere come avevamo promesso il referendum confermativo sulla riforma costituzionale. 
Anche le opposizioni alla Camera hanno raggiunto il quorum per la richiesta del referendum popolare sulle riforme costituzionali, raccogliendo le firme di 166 deputati. 
Il quorum richiesto era di 126 deputati, pari a 1/5 dell'assemblea di Montecitorio.
Anche il Comitato per il SI ha raggiunto e superato il quorum per la richiesta del referendum da parte dei cittadini arrivando a 580.000 firme, mentre il comitato per il NO non ha raggiunto il numero di firme necessarie fermandosi a 312.000.
Adesso la Corte di Cassazione, secondo la legge, ha tempo fino al 15 agosto per fare le sue  valutazioni e comunicare l’esito. 
Dopo quella comunicazione il referendum dovrà essere indetto entro sessanta giorni dal Presidente della repubblica su deliberazione del Consiglio dei Ministri, e dovrà essere fissato tra il 50° ed il 70° giorno successivo alla emanazione del Decreto di indizione.

In allegato gli articoli 75 e 138 della costituzione e la Legge 352 del 1970 
ed il discorso del Presidente Mattarella


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