PRESENTATA LA LEGGE DI STABILITÀ 2015

Al termine del Consiglio dei Ministri di mercoledì 15 ottobre il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha presentato, insieme al ministro dell’Economia e delle Finanze Pietro Carlo Padoan, la Legge di stabilità 2015, la manovra di Finanza pubblica con cui il Governo predispone le misure necessarie per realizzare gli obiettivi programmatici in materia.


18 miliardi di tasse in meno: è questa la principale novità che Renzi ha voluto segnalare all’inizio della Conferenza stampa, evidenziando le significative differenze rispetto alle precedenti  leggi di stabilità.


La manovra ha un peso  complessivo di 36 miliardi di euro, con 36 miliardi di entrate previste e 32,6 di uscite e con una riserva di 3,4 miliardi.


Le entrate saranno assicurate da un lato dal cosiddetto “deficit aggiuntivo”, cioè un margine tra il Pil, Prodotto interno lordo, e il deficit che si attesterà intorno al 2,9% (sotto il margine del 3% previsto dall’Ue), da cui arriveranno 11 miliardi di euro.


Si avranno poi gli effetti di una generale spending review, con tagli per un ammontare di circa 15 miliardi di euro, che coinvolgeranno Stato, Regioni, Comuni e Province. Infine, le restanti entrate giungeranno dalla lotta all’evasione, la vendita delle frequenze della banda larga, interventi nel settore delle slot machine, come la lotta all’abusivismo, e infine le rendite e la riprogrammazione fondi.


Dall’altro lato, le uscite, con l’annuncio di 18 miliardi di riduzione delle tasse, per alleggerire il costo del lavoro alle imprese e il fisco: di questi 18 miliardi, 9,5 saranno destinati per una conferma del bonus Irpef, gli 80 euro mensili aggiuntivi in busta paga, 5 riguarderanno il superamento della componente lavoro dell’Irap e 1,9 il taglio triennale del versamento dei contributi per i neoassunti a tempo indeterminato. Tra le novità, spiccano anche gli sgravi fiscali per determinate categorie di Partite Iva, per le famiglie e interventi per la ricerca e lo sviluppo.


Rimangono ancora gli altri 18 miliardi di uscite: è utile ricordare come, tra essi, alcuni verranno destinati agli ammortizzatori sociali, all’assunzione dei 149.000 insegnanti inseriti nelle graduatorie ad esaurimento, al patto di stabilità dei Comuni e alla giustizia.


Va ricordato, poi, l’introduzione della possibilità, per i lavoratori, di avere il TFR, Trattamento di fine rapporto, anticipato in busta paga.


La manovra si affianca così al percorso delle riforme, cercando di espandere e dare impulso ad alcuni  settori strategici del Paese, come il lavoro, la scuola e


la giustizia, con interventi mirati per far ripartire le attività e l’economia.


Interventi però, come ha precisato il governo, che  rispettano i limiti imposti dalla UE.


La legge passerà ora al vaglio dell’Unione europea, che dopo averne esaminato il contenuto e le coperture, dovrà darne un giudizio complessivo.   


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