PRESENTATA UN’INTERROGAZIONE SUL VINCOLO SPORTIVO

Insieme ad altri nove colleghi deputati, ho presentato giovedì alla Camera un’interrogazione per affrontare l’annosa questione del “vincolo sportivo” per i settori giovanili dilettantistici.

La questione del vincolo sportivo a tempo indeterminato è stata affrontata dall'articolo 16 della legge 23 marzo 1981, n. 91 che ha previsto l'abolizione di tale istituto per gli atleti professionisti, inclusi i calciatori. Ma, per quanto concerne il gioco calcio a livello dilettantistico, le disposizioni contenute negli articoli 32, 32-bis e 32-ter delle Norme Organizzative Interne della FIGC (N.O.I.F.) prevedono che “i calciatori ‘giovani’ dal 14° anno di età anagraficamente compiuto possono assumere con la società della Lega Nazionale Dilettanti per la quale sono già tesserati, vincolo di tesseramento sino al termine della stagione sportiva entro la quale abbiano anagraficamente compiuto il 25° anno di età, acquisendo la qualifica di “giovani dilettanti”. Pertanto, al momento attuale, la questione del vincolo sportivo dei calciatori è oggetto di norme della Federazione Gioco Calcio e riguarda i calciatori dilettanti.  

Allo stato attuale in Italia il diritto dell’atleta dilettante a svolgere in piena libertà l’attività agonistica sportiva è compromesso dal vincolo sportivo vigente, perché questo, tramite la sottoscrizione del cosiddetto “cartellino”, lo lega quasi indissolubilmente alla società sportiva di appartenenza e benché alcune federazioni sportive abbiano rivisto alcuni aspetti dei loro regolamenti, tra cui ad esempio la durata temporale del vincolo, è tuttora consolidato nell’ordinamento sportivo nazionale che questo si possa sciogliere solo ed esclusivamente con il placet della società sportiva che detiene il cartellino.

Da una parte, la firma del cartellino è necessaria per poter svolgere un’attività sportiva agonistica in seno ad una società sportiva affiliata ad una delle federazioni sportive italiane (e quindi al Coni), ma dall’altra, le condizioni correlate alla sottoscrizione del cartellino rischiano di diventare vessatorie verso l’atleta. Di fatto, il giovane dilettante, per partecipare alle competizioni organizzate dalle federazioni sportive, deve stipulare il vincolo con la società sportiva, affidandole così la titolarità delle proprie prestazioni sportive e così rischiando di compromettere in prospettiva la propria libertà agonistica. Inoltre, la possibilità del recesso unilaterale dell’atleta è severamente vietato, e questo risulta essere in contrasto aperto con i basilari principi dell’ordinamento giuridico in materia di libertà ed associazione.

La cosa paradossale è che questo tipo di soggezione, per altro di fatto a tempo indeterminato, è valida esclusivamente per i minori d’età e per i dilettanti, per antonomasia persone che giocano senza fine di lucro.
Nell’interrogazione pertanto abbiamo richiesto al governo in primis di verificare che il vincolo sportivo sia valido o sia da ritenersi nullo, ai sensi dell’art. 1418 c.c., dal momento che contrasta palesemente con norme imperative e di ordine pubblico. Lo stesso infatti viola una serie di principi base, tra cui il diritto di praticare senza difficoltà la propria attività agonistica, sancito dalla Carta Costituzionale e dalla legge 91/81 (che all’art. 1 afferma che “l’esercizio dell’attività sportiva, sia essa svolta in forma individuale o collettiva, sia in forma professionistica o dilettantistica, è libero”); viola la libertà di associazione e il diritto di recedere dall’associazione qualora l’associato non abbia preso l’onere di farne parte per un tempo ben preciso, previsto dall’art. 24 del codice civile.

E’ chiaro che una delle motivazioni favorevoli al vincolo sportivo si spiega con l’esigenza di evitare la dispersione del patrimonio costituito dagli atleti tesserati, spesso unica fonte di sostegno dell’attività agonistica nelle società dilettantistiche. Gli atleti minori d’età sono così considerati “oggetto” di contrattazione e valutazione economica per trasferimenti, prestiti e/o altri accordi da parte delle società che ne detengono i cartellini. Ma questo ha generato una deviazione definita “patrimonializzazione dell’atleta dilettante.
Ci tengo a sottolineare che la Carta Olimpica stabilisce che “la pratica dello sport è un diritto umano e che ogni individuo deve avere la possibilità di praticare lo sport secondo le sue necessità”, motivo per cui il Consiglio Nazionale del CONI nel 2004 aveva disposto che gli statuti ed i regolamenti organici delle federazioni sportive dovessero prevedere la temporaneità, la durata del vincolo sportivo e le modalità di svincolo».

L’interrogazione quindi richiede di compiere passi per rafforzare e sostenere lo sport di base e alimentare così la crescita dei giovani atleti sul territorio, agevolando la loro permanenza nel mondo dello sport ed evitando l’effetto contrario, vale a dire il loro abbandono dello stesso proprio a causa del vincolo. Si è richiesto quindi di rivedere la normativa italiana vigente in quanto non tutela sufficientemente la funzione svolta da questi soggetti per il riconoscimento e la promozione sociale dello sport dilettantistico, come invece succede negli altri paesi europei e come viene espressamente richiamato all’art. 165 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (TFUE).

E’ da valutare se non addirittura un progressivo abbandono del vincolo per calciatori e calciatrici dilettanti, quanto meno l’opportunità di prevedere che scada al raggiungimento della maggiore età, affinché sia resa definitivamente libera l’attività sportiva degli atleti, come, del resto, già succede nella stragrande maggioranza degli stati europei. Così, al tempo stesso, si tutelerebbe per un periodo di tempo determinato l’investimento sostenuto dalle società per la formazione dei futuri professionisti come dei giocatori amatoriali.

Abbiamo quindi richiesto di valutare  un contatto con il presidente della Federazione italiana gioco calcio per arrivare a costituire un tavolo tecnico che raccolga le Leghe, le componenti tecniche e le parti interessate, così da attuare un riesame della tematica del vincolo sportivo.
 


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