PRIMO AVVISO DI AVVIO DI PROCEDURA PER INFRAZIONE

Dopo settimane di tira e molla purtroppo è successo ciò che la superficialità e l’arroganza dei nuovi governanti aveva cercato e voluto, e cioè il propagandistico scontro con la Commissione Europea, con la “Europa dei burocrati” , ed il nostro Paese ha visto compiere il primo passo concreto verso l’apertura di una procedura di infrazione per eccesso di debito. 
Come si può leggere dal comunicato stampa e dal Report ai sensi dell’articolo 126.3 , della Commissione Europea.
La Commissione nella relazione ci conferma che dopo aver valutato il documento programmatico italiano di bilancio presentato il 13 novembre,  avrebbe rilevato un’inosservanza particolarmente grave in rapporto alla raccomandazione del Consiglio dell'Unione europea (cioè dai 27 Capi di Stato e di Governo e non dalla Commissione) all’Italia  il 13 luglio 2018. 
Il 23 ottobre 2018 la Commissione aveva già adottato un parere in cui riscontrava un’inosservanza particolarmente grave nel primo documento programmatico di bilancio presentato dall’Italia il 16 ottobre 2018.
In sostanza, la Commissione Europea ha valutato che la legge programmatica di bilancio presentata dal governo Conte potrebbe fuoriuscire dai parametri europei sulla riduzione del debito e mettere quindi in pericolo la stabilità dell’economia italiana e di quella europea. 
La Commissione ha quindi raccomandato di aprire una procedura di infrazione per deficit eccessivo.
Secondo il comunicato ufficiale, le ragioni per cui la manovra è stata respinta sono : 
- Primo la Commissione osserva come primo punto “gli ampi divari dell’Italia rispetto al parametro di riduzione del debito”. 
- Secondo  “il fatto che i piani del governo implicano un notevole passo indietro sulle passate riforme strutturali volte a stimolare la crescita”. 
- Terzo la Commissione denuncia “il rischio di deviazione significativa dal percorso di aggiustamento” concordato precedentemente.

Nei fatti  l’Europa ritiene che le ulteriori risorse che il governo vuole chiedere in prestito dagli investitori per finanziare provvedimenti come reddito di cittadinanza e riforma delle pensioni, non saranno utili allo stimolo della crescita economica. 

In una situazione di debito molto alto, l’Italia sta essenzialmente pianificando una spesa aggiuntiva significativa, con un impatto sulla crescita che sarà probabilmente negativo.

Il debito italiano infatti resta la principale preoccupazione, l’Italia non sta rispettando il criterio del debito e per questo è giustificata una procedura per deficit eccessivo. 

Quella decisa dalla Commissione è per ora solamente una raccomandazione, che dovrà essere esaminata dal Consiglio dell’UE, l’organo in cui risiedono i rappresentati di tutti gli Stati membri. 
La procedura di infrazione per deficit eccessivo dovrebbe essere aperta ufficialmente fra dicembre e gennaio e solo a quel punto, il governo italiano dovrà rimediare in un tempo di tre mesi, fino ad un massimo di sei. 
Se l’Italia decidesse di non farlo, il Consiglio dovrà imporre sanzioni economiche, una situazione alla quale nessun Paese è fino ad ora arrivato.
Nel breve termine il pericolo non risultano tuttavia le sanzioni, ma l’aumento della sfiducia da parte dei soggetti che dovrebbero prestare soldi all’Italia.

Leggere questi documenti aiuta a capire perché questo Governo abbia condotto il Paese alle soglie di questa procedura di infrazione e perché negli anni passati non ci fosse invece arrivato, malgrado paradossalmente il debito fosse anche più alto di oggi. 
E’ una questione di atteggiamento che ha assunto questo Governo diversamente dai Governi precedenti. 
Infatti il debito superiore al 60 per cento pone di per se le condizioni per l’apertura di una procedura ai sensi del 126.3 che può essere attivata in qualunque momento, ed è per questo motivo che negli anni passati il Governo italiano ha affrontato questa situazione facendo leva sui cosiddetti “fattori rilevanti” previsti dalla norma, e cioè hanno messo in campo un programma di riforme strutturali e un progresso in tema di aggiustamento del saldo strutturale, mettendo quindi in atto un insieme di manovre che andavano nella direzione corretta, non soltanto per le regole europee ma anche e soprattutto per il benessere del Paese, che è cresciuto, ha ridotto la finanza pubblica, ha accresciuto l’occupazione, ha aumentato la competitività  … e questo è continuato fino a maggio di quest’anno.
Di confronto e di collaborazione prima e di sfida ai limiti dell’insulto ora.
Dopo l’Italia ha invertito il cammino di aggiustamento strutturale: che non era austerità, ma un processo di risanamento e di stabilizzazione che hanno protetto i nostri risparmi, accompagnato la ripresa e creato occupazione.
Ha interrotto, e lo sta facendo per esplicita ammissione, il processo di riforma strutturale, volendo smantellare quello che è stato fatto. Quindi la responsabilità di quello che sta succedendo, la responsabilità di aver portato il Paese in queste condizioni è pienamente nelle vostre mani 
Abbiamo già discusso e discuteremo ancora in sessione di bilancio dell’efficacia cosiddetta delle vostre misure, ma sappiamo - e questo non lo dico io, lo dicono tutte le istituzioni internazionali e domestiche - che le vostre stime di crescita sono totalmente irrealistiche.
Questa legge di bilancio comunque è il segno che queste scelte sono state e sono sbagliate per il Paese

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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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