PRODUZIONE CEREALICOLA IN AFFANNO: IL SENATORE TARICCO INTERROGA IN SENATO IL MINISTRO PATUANELLI
E’ stata presentata in Senato l’interrogazione attraverso la quale ho voluto sollecitare il Ministro Patuanelli per una valutazione di possibili iniziative circa la possibilità di riduzione dei parametri di contaminanti nella catena alimentare che garantiscano un alto livello di sanità animale e pubblica sia nei mangimi sia negli alimenti, e al tempo stesso di valorizzare percorsi di sostegno alla cerealicoltura di eccellenza attraverso accordi di filiera con impegni pluriennali finalizzati a tutelare la salute del consumatore e le sue scelte, in un quadro di valorizzazione e di sostegno della produzione nazionale e di recupero produttivo in tante realtà locali.
La sola regione del Piemonte, per rispondere alle gravi difficoltà di approvvigionamento dall’estero determinate dal conflitto tra Russia e Ucraina, potrà utilizzare 20 mila ettari di terreni “a riposo” per semine primaverili, di cui 3.000 nella sola Provincia di Cuneo, così come nelle regioni del Sud Italia – Puglia, Basilicata e Sicilia in testa, sono circa 600 mila gli ettari di seminativi non coltivati che potrebbero essere sfruttati per la produzione di grano duro, arrivando a coltivare complessivi 75 milioni di quintali in più di mais per gli
allevamenti, grano duro per la pasta e tenero per la panificazione e partecipare così alla riduzione sensibile della dipendenza dall’estero, ma oltre alla possibilità è necessario creare le condizioni per una sostenibilità reale anche prospettica della filiera nazionale.
Il Regolamento CEE 1881/2006, che definisce i tenori massimi di alcuni contaminanti nei prodotti alimentari, fissa il valore del DON a 1250 microgrammi/Kg per i cereali non trasformati e a 1750 per il grano duro. Appare evidente che riducendo il parametro delle micotossine consentite nella granella di farina si manterrebbe più alto il livello di garanzia della nostra salute, garantendo controllo più efficace dei contaminanti presenti all’interno dei cereali. Un limite di micotossine più vicino ai 500 microgrammi/Kg, sostenibile per le produzioni nazionali grazie al clima, permetterebbe la valorizzazione della migliore salubrità delle produzioni italiane rendendole, di conseguenza, più competitive e potrebbe essere insieme alle altre azioni un incentivo ad aumentare la nostra autosufficienza in questo comparto.
Per ulteriori approfondimenti si rimanda al Testo integrale dell’Interrogazione