QUALCHE CHIARIMENTO SULL’ACQUA PUBBLICA

Nei giorni scorsi è stata fatta circolare la notizia che il PD vuole privatizzare l'acqua senza tenere conto della volontà popolare sancita dall'esito del referendum del 2011.

Queste voci si baserebbero sulla approvazione in commissione di alcuni emendamenti      http://documenti.camera.it/apps/emendamenti/getProposteEmendativeSeduta.aspx?contenitorePortante=leg.17.eme.ac.2212&tipoSeduta=1&sedeEsame=referente&urnTestoRiferimento=urn:leg:17:2212:null:null:com:08:referente&dataSeduta=20160308&tipoListaEmendamenti=1   presentati dai colleghi Borghi e Carrescia alla proposta di legge  “Princìpi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico, nonché delega al Governo per l’adozione di tributi destinati al suo finanziamento”  attualmente in discussione presso la Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera. 
Secondo il Movimento 5 Stelle, SEL, alcuni movimenti per l’acqua ed alcuni giornali, gli emendamenti  PD sarebbero in contrasto con quanto stabilito con i Referendum  nel 2011.
L’accusa che è stata formulata è di tradire l’esito di quel referendum  ed  in fondo di fare oggi quello che il governo Berlusconi  non riuscì a fare allora.

http://www.minotariccoinforma.it/cgi-bin/archivio/12_e_13_giugno_al_voto_per_i_referendum1693.asp  e ricordiamo qual è stata la posizione del PD in quell'occasione 
posizione per altro fissata in una proposta di legge allora presentata  http://www.unita.it/polopoly_fs/1.279485.1301387393!/menu/standard/file/DOCUMENTO%20PD%20ACQUA.pdf

In occasione del referendum quindi, votammo  sì (e il referendum fu vinto ) per abrogare quella norma che prevedeva l’obbligo per gli enti locali a fare delle gare d’appalto per l’affidamento dei servizi pubblici locali essenziali (acqua, rifiuti, trasporti), che avrebbero dovuto – secondo la legge abrogata – essere aperte a soggetti pubblici, privati o misti pubblico-privati, dove i privati dovevano detenere almeno il 40% del capitale azionario e partecipare alla gestione della società. 
Il quesito referendario peraltro come chiarito dalla scheda sui quesiti  non ha mai messo in discussione la privatizzazione dell’acqua (che era ed è rimasta un bene pubblico) ma le modalità di affidamento del servizio ed eventualmente la privatizzazione (completa o in parte) delle società che gestiscono il servizio. 
Cosa successe dopo il referendum? 
Semplicemente è stata abrogata quella legge, che non è stata sostituita da nessuna legge e la gestione dell’erogazione dell’acqua è rimasta nelle mani degli enti pubblici che ne sono al tempo stesso anche i proprietari e coloro preposti a controllarne l’efficienza. 
Ma al tempo stesso, con l’abrogazione dell’articolo 23 bis, agli enti locali era concessa anche la possibilità di scegliere a chi affidare il servizio tramite una gara. 
Questo è ciò che ha generato il referendum del giugno 2011.
Le modifiche introdotte vanno nella direzione di quel referendum come evidenzia la sceda che segue sulle finalità degli stessi     http://www.minotariccoinforma.it/cgi-bin/allegati/documenti/Finalità
degli emendamenti.pdf
 
  
e il testo che ne è scaturito e che sarà adesso inviato all’Aula per la sua discussione ed approvazione può essere migliorato , ma interpreta correttamente questo indirizzo.
In conclusione le modifiche introdotte hanno l’obiettivo di garantire l’acqua  realmente a tutti i cittadini, che sia assicurato un servizio idrico integrato – relativo cioè a tutto il ciclo dell’acqua – di qualità, con esplicite priorità per una bolletta trasparente e risparmio idrico, aumentando quindi il livello di controllo diffuso da parte dei cittadini sulla gestione e un obbligo di verifica del risparmio idrico effettuato dal gestore.
Vengono infine introdotti diritti minimi per i cittadini anche per i morosi e in difficoltà attraverso la previsione che l’AEEGSI stabilisca criteri e modalità di individuazione dei soggetti a cui i gestori non possono sospendere l’erogazione dell’acqua per morosità, sulla base dell’ISEE e l’obbligo per le regioni di monitorare lo stato di installazione dei contatori per il consumo di acqua in ogni unità abitativa. 
Al di la dell’ideologia e della disinformazione uno sforzo per dare per quanto possibile un  assetto definitivo e stabile ad un servizio pubblico che è fondamentale per la qualità della vita delle nostre comunità e che necessitava di tale intervento.

In allegato troverete una prima bozza assolutamente non ufficiale ma che aiuta a coglierne il senso


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