Quote Latte - Lega Nord

Nelle sedute di martedì 29 giugno 2010, il Consiglio Regionale ha approvato con i voti di PDL e Lega Nord un ordine del giorno, predisposto dalla Lega Nord, che impegna la Giunta regionale a mettere in atto gli strumenti e gli atti utili ad ottenere la sospensione del pagamento della prima rata, stabilita in base alla
l. 33/09, nonché la sospensione del pagamento della sesta rata, ai sensi della Legge 119/2003.
Il Gruppo Consiliare del Partito Democratico ha votato contro tale ordine del giorno.
Nel suo intervento, il Consigliere Regionale Mino Taricco ha sostenuto che la Legge 33/09 era stata, in passato, accettata con molta sofferenza dal settore lattiero-caseario, perché ritenuta ingiusta nei confronti delle aziende che avevano, sin dall’inizio, operato nel rispetto della normativa sulle quote latte e di quelle imprese che, ai sensi della Legge 119/2003, avevano rateizzato le multe pregresse ed acquistato le quote necessarie, con grandi sforzi ed impegni economico finanziari.
La Legge 33/09, infatti, aveva sottratto l’aumento di quota, concesso dall’UE all’Italia (il 2% nel 2008 ed il 5% nel gennaio 2009) a quelle aziende che, ai sensi della normativa precedentemente in vigore (l.119/2003), avendone rispettato i dettami, ne avrebbero avuto diritto, per assegnare, invece, l’aumento di quota in oggetto, a coloro che avevano prodotto, in quegli anni, fuori quota, non rispettando i prelievi previsti .
La Legge 33/09, sbandierata dall’allora Ministro all’Agricoltura Zaia, da una parte come una necessità per risolvere i problemi del settore e dall’altra come un successo personale, prevedeva che le aziende, che avevano prodotto fuori dalla quota loro assegnata e per questo si trovavano in contenzioso con Regioni e Stato, ottenessero le quote in omaggio, pagando, però, le multe ricevute con una rateizzazione fino 30 anni.
Il mondo agricolo, ed in particolare le aziende del comparto lattiero-caseario, aveva accettato, pur con molte perplessità e tanta amarezza , una norma , la 33/09 , che toglieva a chi , avendo rispettato le regole, aveva maturato un diritto, e dava, invece, a coloro che avevano violato le normative, cercando una pacificazione del settore e convinti che le regole almeno questa volta sarebbero state rispettate.
La Legge 33/09, in sintesi, si fondava su tre punti cardine:
- l’assegnazione delle quote aggiuntive prima alle aziende che avevano prodotto fuori quota e, successivamente, a tutte le altre;
- la sottoscrizione di un accordo di rateizzazione delle multe pregresse ed il versamento della prima rata per rendere effettiva la assegnazione delle quote;
- la costituzione di un Fondo di sostegno finanziario per le aziende del settore in difficoltà con uno stanziamento di almeno 45 milioni di euro.



Ad un anno di distanza, della creazione del Fondo di sostegno finanziario per le aziende del settore lattiero-caseario, nonostante i ripetuti solleciti della Regione Piemonte, inoltrati, prima dell’insediamento della Giunta Cota, dall’allora Assessore all’Agricoltura, Mino Taricco, si è persa ogni traccia degli stanziamenti, le quote sono state assegnate alle aziende che avevano prodotto fuori quota, mentre agli altri produttori sono andate solo le briciole, ed ora si chiede la proroga per chi avrebbe dovuto versare la prima rata della regolarizzazione prevista dalla L. 33/09 .
Per quanto concerne la sospensione relativa alla L.119/03, in Piemonte, hanno già versato la sesta rata prevista quasi 1200 aziende su circa 1400 coinvolte, pertanto, chiedere la sospensione vuol dire, ancora una volta, dichiarare che chi ha rispettato le regole ha sbagliato.
Tra l’altro, tutto questo avviene dopo che l’Assessore Sacchetto, con lettera del 17 giugno 2010, ha comunicato alla Province che ritiene “possibile procedere ad una momentanea sospensione della procedura di verifica in merito ai produttori individuati negli elenchi di Agea, riguardanti soggetti che a vario titolo non risultano in regola con il versamento delle rate dovute” e, quindi, in qualche misura, ciò che si chiede al Ministero è di assumere formalmente una decisione che per il Piemonte l’Assessore ha già non solo preso, ma addirittura comunicato.
Nei giorni scorsi il Ministro Bossi, a Pontida, ha affermato, rivolto ai produttori latte fuori quota, “non posso dire il perché e il per come, ma tra pochi giorni capirete. Adesso siete disperati, ma io non vi ho dimenticati e la Lega risolverà i vostri problemi”. Pensiamo che queste parole si commentino da sole ed esprimano un orientamento preciso.
Infatti, la sospensione rivolta a poco più di 200 aziende del settore, in Piemonte, che non hanno ancora versato la sesta rata prevista dalla l.119/03 è chiaramente una foglia di fico per mascherare la mancata applicazione della l. 33/09 , e crediamo questo non sfugga a nessuno.
Ancora una volta le regole risultano soltanto riferimenti per gli sprovveduti che ci credono, e spiace che chi le ha rispettate ne esca nuovamente umiliato.
Prendiamo atto che la l. 33/09, come alcuni avevano paventato, non è servita a risolvere il problema, ma solo a prendere tempo per trovare una scappatoia e permetterne la non applicazione .
Spiace constatare che, qui in Piemonte, su questi temi molti esponenti del PDL che, in passato, avevano condiviso le nostre posizioni in nome della legalità,oggi, per dovere di coalizione, appoggino una posizione della Lega Nord che rischia di essere l’ennesima presa in giro per le oltre 2000 aziende che hanno creduto che rispettare le regole non solo avesse un senso, ma fosse un dovere.
Sappiamo che ci sono problemi finanziari, ma, per far fronte a questi, era stato previsto il Fondo di sostegno finanziario destinato a tutte le aziende del settore, peccato che se ne sia persa traccia.
Continuiamo a credere che sia possibile pacificare il settore, ma non riteniamo che questo obiettivo sia perseguibile, attraverso furbizie e colpi di mano, per aggirare le leggi e le regole.
Prendiamo atto, comunque, del fatto che il Ministro Galan, intervenendo, in audizione in Commissione Agricoltura della Camera ha dichiarato: "Conosco bene le difficoltà del settore e mi dispiace togliere qualsiasi illusione: le sanzioni sulle quote latte vanno pagate e vanno rispettate le scadenze definite dall'Unione Europea”. Un segnale importante che conferma le nostre posizioni e non certo i proclami della Lega Nord.


Mino Taricco

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