RAPPORTO CARITAS- ZANCAN 2010
Sono 516mila in più i poveri in Italia. Un fenomeno che rompe gli argini e sfugge anche alle statistiche più ufficiali. Che colpisce innanzitutto chi ha perso un lavoro e che ha sempre più difficoltà a ritrovare un’occupazione, chi ha più di 40 anni, le famiglie monoreddito, i separati e i divorziati, le donne sole con figli. Lo sottolinea la Caritas nel suo decimo rapporto sulla povertà curato assieme alla Fondazione Zancan. I poveri sono 8,37 milioni ci dice la ricerca Caritas-Zancan, e non 7,81 milioni come invece segnala l’ultima statistica dell’Istat.(luglio 2010), che riteneva perciò il fenomeno stabile rispetto al 2008.
Non è così. Nel biennio 2009 –2010 ci dice la Caritas, i poveri sono aumentati del 3,7%, sono aumentate di un quarto le persone che chiedono aiuto, e di queste gli italiani sono poco meno della metà, il 40%.
E poi c’è tutta quella fascia di persone che resta sommersa e vive il proprio disagio in condizioni di completa solitudine.
Tra gli aspetti più particolari il ricorso all’assistenza da parte di interi nuclei familiari che chiedono viveri e vestiti o altri servizi materiali, ma che spesso avrebbero bisogno soprattutto di un lavoro o di un alloggio che però non riescono più a mantenere,
E l’esperienza dei centri d’ascolto sottolinea “La scarsa tempestività degli enti locali ad affrontare le nuove povertà”.
Dalla Camera di Commercio di Torino arriva poi l’ultima indagine sui consumi, che ci indica come le spese della famiglie torinesi siano tornati ai livelli del 2005. Nei primi sei mesi del 2010, i torinesi hanno tagliato le spese del 10%. Tre famiglie su quattro si sentono più impoverite, o perché hanno perso reddito, o perché le spese incomprimibili sono aumentate, a cominciare dalla gestione della casa, che tra affitto e mutuo bollette e spese varie, rappresenta quasi la metà dei nostri conti familiari.. Quasi due famiglie su tre hanno rinunciato a cambiare l’auto, una su tre gli elettrodomestici, una su tre non va più al ristorante. Una su quattro rinuncia anche alla pizzeria, e poi alle vacanze. Ma il 15% taglia anche sul cibo.
E’ una mappa del dramma sociale che non ammette ipocrisie. E di fronte al quale il Governo ha il dovere di muoversi in fretta con aiuti immediati e inziative di inclusione sociale per impedire che chi oggi vive in una situazione di grave disagio non precipiti in quella dell’emarginazione senza ritorno.