RAPPORTO SULLA MONTAGNA

Presentato il 17 giugno alla Camera dei Deputati, a Roma il  Rapporto Montagne Italia, realizzato dalla Fondazione che unisce Uncem e Federbim.

Un attento lavoro di analisi, quantitativa e qualitativa sulle Terre Alte e sul loro legame con le aree urbane italiane, che arriva a nove anni dal precedente studio di questo tipo realizzato dal Censis. 

Nuovo welfare, ma anche nuova economia e apertura al terziario e all'innovazione.

Forte necessità di una maggiore coesione tra i Comuni, moltissimi con meno di mille abitanti, capaci insieme di superare la delicata fase di riorganizzazione istituzionale che ha prima visto l’evoluzione delle Comunità montane e poi una soppressione delle Province, entrambe erogatori di servizi e luoghi istituzionali capaci di mediare il dialogo delle aree montane e rurali con le zone metropolitane e urbane.

La montagna italiana, in moltissimi Comuni, oggi è un luogo dove si sperimentano politiche di integrazione e un nuovo welfare di comunità.

La montagna conosciuta come luogo dal quale emigrare, che fino agli anni Novanta ha perso, sia sugli Appennini che sulle Alpi, decine di migliaia di abitanti, oggi diventa territorio che torna a crescere, con un aumento della popolazione dopo lunghi e non uniformi periodi di declino. 

La montagna mostra una capacità diversa di accogliere e ospitare i nuovi flussi di migrazione di lungo raggio, sino a fare degli stranieri una componente rilevante delle forze di lavoro.

Il Rapporto è uno strumento che ci aiuta a capire le dinamiche in atto, anche perché per poter realizzare interventi per la montagna è necessario ripartire da un’analisi attenta su ciò che è successo in questi anni.

Vi sono tante nuove proposte, ma per muoversi con percorsi adeguati è necessario mettere a fuoco le esperienze positive e quelle che lo sono meno.

I deficit più forti rilevati dal Rapporto sono quelli relativi ai servizi, come emerso anche dalle interviste a oltre 400 Sindaci di 80 Province di venti Regioni, oltre che dalle interviste di esperti.

Vi sono significative differenze  tra realtà e realtà, in alcuni casi anche molto rilevanti .

Il sud perde ancora molti giovani. E la popolazione diventa più anziana. Mentre al nord, grazie all'immigrazione, la popolazione diventa più giovane.

Sui temi economici è l’agricoltura a destare maggiore interesse: forte quella biologica nell'appennino meridionale, buona la dimensione multifunzionale delle imprese, anche sulle Alpi.

Negli anni ’60 l’agricoltura era fondamentale, cura di pascoli, coltivazioni e boschi, oggi un terzo dei territori italiani è senza cura. Pensiamo all'impatto di questo sul piano turistico e sulla prevenzione del dissesto idrogeologico.

Il Rapporto è uno strumento importante per definire le strategie necessarie ad affrontare le grandi sfide che la montana ha di fronte.

Di seguito il link al sito UNCEM dove si può scaricare il Rapporto

http://www.uncem.it/rapporto-montagne-italia_uncem.html#nogo


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