REFERENDUM E ULIVO : IL SI DI ARTURO PARISI

Al referendum Arturo Parisi, già uno dei più vicini collaboratori di Romano Prodi,  voterà SI
perché riconosce nella riforma “le principali tesi che Romano Prodi propose alla coalizione dell’Ulivo” 
e perché sente “l’eco dell’ambizione di fondo di quel progetto.Fare della nostra democrazia una democrazia che decide e coinvolge direttamente i cittadini nelle scelte di governo e nella scelta di chi lo guida”.
E’ “difficile dimenticare i compromessi che ne sono all’origine o non vederne i limiti e le contraddizioni che è destinata ad aprire”, ma si “manterrebbe almeno aperto quel cammino di ‘cambiamento nella continuità che intensificammo dopo la caduta del muro di Berlino, mentre la vittoria del no ci riporterebbe alla casella di partenza”. 
Altro che riforme alternative,  prima di riuscire a riparlare di riforme passerebbero un altro po’ di decenni,  e intanto quei poteri che vorremmo garantire ad un parlamento già oggi abbondantemente esautorato, continuerebbero a trasferirsi dal governo interno alle forze che ci guidano dall’esterno”.
“E’ vero anche che senza Renzi saremmo probabilmente ancora ai comitati e ai rinvii”, continua Parisi. “ma sarebbe meglio non raccontarla come una impresa di parte e soprattutto come una battaglia nuova”,  sarebbe invece necessario riconoscere i decenni passati come una marcia di approssimazioni incompiute piuttosto che come una serie di tradimenti e cedimenti,  e riconoscere allo stesso tempo le fatiche e i meriti di quanti in questo solco si sono spesi, direi a prescindere dalle loro attuali inclinazioni e approdi”.


In allegato l'intervista di Arturo Parisi e le tesi 4, 8, 10 dell'Ulivo del '95


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