RIFLESSIONE SULL'ISIS AL VALLAURI
Venerdì 2 ottobre, a Fossano, presso l’Istituto superiore “Vallauri” organizzato da L’Atrio dei Gentili si è tenuto un incontro dal titolo: “Isis-Occidente: una nuova mappa del potere sulle (altre) sponde del Mediterraneo”, con l’intervento del Prof. Vittorio Emanuele Parsi, docente di Relazioni Internazionali presso la Cattolica di Milano e parte del gruppo di riflessione strategica del Ministero degli Affari Esteri, che ha tratteggiato un quadro della situazione internazionale e del percorso storico/politico che ha portato alla nascita e all’espansione dell’ISIS.
Ha ricordato come l’ascesa dell’Isis (o IS, o Daesh) sia un fenomeno recente ed inquietante, ma che per essere capito deve essere inquadrato nel contesto storico politico da cui è nato.
Ha descritto il contesto storico del Medio Oriente che con la dissoluzione dell’Impero Ottomano durante la Prima Guerra Mondiale, http://www.treccani.it/enciclopedia/impero-ottomano/ e dopo quando l’Inghilterra e la Francia cercarono appoggio dagli arabi nella lotta verso gli Ottomani e la conseguente nascita di stati con confini arbitrari, con gli accordi Sykes-Picot https://it.wikipedia.org/wiki/Accordo_Sykes-Picot e poi le contraddittorie promesse dell’accordo di Balfour http://osservatorioiraq.it/approfondimenti/palestina-dichiarazione-balfour-una-contraddizione che apriva le porte alla creazione di uno stato Israeliano, e la conseguente diaspora palestinese, ed alle guerra civile del Libano, creavano una situazione provvisoria che come accade spesso durerà con alterne vicende sino ad oggi, creando le premesse per le crisi di questi ultimi decenni.
Nel suo intervento ha ridimensionato il ruolo della divisione religiosa tra Sciti e Sunniti, che esistendo dai tempi del Profeta, è stato fonte di conflitti, ma ha permesso anche secoli di convivenza, e che è usata in questi anni come strumento di divisione per motivi politici ed economici. http://www.ilpost.it/2013/05/30/perche-parliamo-di-sciiti-e-sunniti/
Si è soffermato sui tanti tentativi frustrati nel dopoguerra di egemonia in nome di un pan-arabismo, partendo dalla stagione Nasser degli anni ’50-60, passando per la stagione Saddam Hussein arrivando alla rivoluzione Khomeinista degli anni ’80.
Lo sguardo si è poi focalizzato sulle potenze di riferimento di quell’area nelle ultime stagioni Arabia Saudita ed Iran, nazioni che hanno giovato nel loro affermarsi delle guerre e di tanti errori di quella stagione.
Molto interessante lo sguardo sui vari protagonisti dell’area:
- L’Iran che ha beneficiato della caduta dei propri nemici storici, l’Afghanistan dei Talebani (sostenuti dal Pakistan) e poi dell’Iraq, infine ad una rivalutazione con conseguente recente riavvicinamento diplomatico a seguito dell’accordo sul nucleare di agosto;
- L’Arabia Saudita, paese meno aperto e per certi versi molto più settario ed oscurantista, che ha visto nella caduta dell’Iraq e nella rinascita dell’Iran i segni di un indebolimento del proprio ruolo;
- l’Egitto sicuramente indebolito dall’esito quantomeno incerto della primavera araba.
In questo contesto Isis, oggi guidato dal mullah di Mosul in Iraq Al Baghdadi, riesce a cavalcare la divisione religiosa e a gettare le basi per un califfato che in altre stagioni storiche sarebbe stata una irrealistica velleità.
In ultimo una riflessione sulla Siria, con la grande ferita aperta di una guerra civile che dura da 5 anni, e che al di la delle dimensioni e delle conseguenze umanitarie devastanti, in assenza di una soluzione resterà un elemento forte di instabilità della zona.
Il passato ha pesato e continuerà a pesare nelle relazioni e nelle scelte, ma si deve ripartire per ricercare e costruire una soluzione e per cercare di fermare le cause più profonde di destabilizzazione.
Nessuna soluzione sarà facile né immediata.
L’Isis è una minaccia per il mondo e lo è per l’Occidente, per la sua capacità di adattarsi alle varie situazioni e di esportare instabilità e terrorismo, anche in Europa.
Servirà una soluzione politica, nella consapevolezza che nulla sarà facile né scontato e che difficilmente sarà esente da rischi.
Al termine della serata una raffica di domande sul ruolo degli stati occidentali, del petrolio, a dimostrare il vivo interesse dei partecipanti verso questo tema. Insomma una serata molto interessante e ricca di riflessioni, non certo rosee. Bello vedere presenti tra il pubblico molti studenti degli ultimi anni delle superiori di Fossano e Savigliano.
Per chi fosse interessato sul sito de L’atrio dei gentili è possibile ascoltare l’intervento integrale: