RIFORME PER IL FUTURO DEL PAESE

In queste settimane alcune persone mi hanno chiesto il motivo di un impegno così forte di tutto il  Partito Democratico e di Matteo Renzi in particolare, sulla riforma della legge elettorale sull’abolizione del Senato direttamente eletto e sulla riforma del Titolo V della Costituzione.


Molti fanno notare che sarebbe più importante occuparsi di lavoro, di sviluppo, di imprese, di scuola, di sociale e di tanti altri temi che riguardano più da vicino la vita delle persone e delle famiglie.  


Questi sono sicuramente importanti e difatti nelle altre Commissioni ed in Aula si stanno trattando temi che riguardano gli ammortizzatori in deroga, gli interventi per la competitività delle imprese e la riduzione del costo dell’energia, sugli interventi per affrontare la situazione delle carceri, per regolamentare la cooperazione allo sviluppo, di sostegno all’agricoltura sociale e alla biologica e altre materie di concreta attinenza alla vita reale.


Credo però sia importante avere chiaro che le riforme istituzionali non sono un’altra cosa, sono il modo di rispondere alla domanda di responsabilità e di governo e alla domanda di efficienza e di semplificazione e che dal Paese viene alle Istituzioni.


Avere una Legge elettorale che permette ad una coalizione di poter contare su una maggioranza per poter governare cinque anni e poterlo fare in modo limpido e cristallino, assumendosi al responsabilità delle proprie scelte davanti ai cittadini, modificare il Senato trasformandolo in Camera delle autonomie senza più elezione diretta e superando il bicameralismo paritario e infine modificare il Titolo V della Costituzione per semplificare e chiarire le responsabilità tra Stato e Regioni accelerando le decisioni, eliminando i contenziosi e superando tanti problemi di questi anni è un passaggio fondamentale di modernizzazione del Paese, per e renderlo capace di rispondere  alla nostra speranza di futuro.


Chi sta cercando di bloccare queste riforme non vuole il cambiamento, scommette sul fallimento, sperando in un Paese che non funzioni, per poter cavalcare il malcontento, vuole un Paese triste e rassegnato, per poter speculare sulle difficoltà di tanti.


Vogliamo le riforme e le attueremo per  lasciare un Paese più efficiente e capace di tornare a crescere.


Mino Taricco

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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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