SI INVESTE PER LA CULTURA

Approvata oggi dal Parlamento la legge derivante dallo stralcio dell’articolo 34 del testo originario "Disciplina del cinema, dell'audiovisivo e dello spettacolo e deleghe al Governo per la riforma normativa in materia di attività culturali", ìuna risposta ad un settore che attende una riforma organica da più di trent’anni.
 
La legge prevede la piena attuazione della Costituzione della Repubblica, dei trattati dell'UE e delle convenzioni dell'UNESCO al fine di promuovere e sostenere lo spettacolo, nella pluralità delle sue diverse espressioni, quale fattore indispensabile per lo sviluppo della cultura ed elemento di coesione e di identità nazionale, strumento di diffusione della conoscenza della cultura e dell’arte italiane in Europa e nel mondo.
 
Il settore dello spettacolo si amplia alla musica contemporanea popolare, alla danza, ai carnevali storici e alle rievocazioni, che così avranno accesso al Fondo Unico dello Spettacolo (FUS), in quanto parte integrante del patrimonio culturale, artistico, sociale ed economico del Paese.
 
Per le attività circensi, i decreti legislativi dovranno rivedere la graduale eliminazione dell'utilizzo degli animali nei circhi; nella promozione di programmi di educazione si dovrà destinare il 3% della dotazione del FUS alle scuole di ogni ordine e grado per la “formazione” allo spettacolo. 
Per la diffusione dello spettacolo italiano all’estero e l’internazionalizzazione si prevede un maggiore sostegno alla diffusione delle produzioni di giovani artisti italiani, nonché degli spettacoli di musica popolare contemporanea, anche attraverso iniziative di coproduzione artistica e collaborazioni intersettoriali.
 
Si istituisce  il Consiglio Superiore dello Spettacolo, organo cui sono attribuiti compiti di consulenza e di supporto nella elaborazione ed attuazione delle politiche di settore e nella predisposizione di indirizzi e criteri generali relativi alla destinazione delle risorse pubbliche per il sostegno alle attività di spettacolo.
 
Non solo il FUS disporrà di una dotazione di ulteriori 9,5 milioni di euro per il 2018 ed il 2019 che diventeranno 22,5 milioni a decorrere dal 2020, ma l'intero sistema di riparto dovrà seguire criteri di valorizzazione della qualità delle produzioni, di finanziamento selettivo per i progetti dei giovani under 35, di conservazione del patrimonio musicale, teatrale e coreutico, di promozione dell'accesso al credito agevolato, con un particolare riferimento ai giovani artisti, di valorizzazione, infine, di piani straordinari per la ristrutturazione e l'aggiornamento tecnologico delle strutture destinate allo spettacolo, con particolare riferimento nei comuni con meno di 15.000 abitanti;
 
L'estensione dell'Art Bonus all'intero settore dello spettacolo, il credito d'imposta del 65% per favorire le erogazioni liberali a favore della cultura, oggi applicabile alle fondazioni lirico-sinfoniche e ai teatri di tradizione, è esteso anche alle erogazioni in favore di istituzioni concertistico-orchestrali, dei teatri nazionali, dei teatri di rilevante interesse culturale, dei festival, delle imprese e dei centri di produzione teatrale e di danza, nonché dei circuiti di distribuzione - senza scopo di lucro - e che svolgono le loro attività esclusivamente nel settore dello spettacolo;
  
Previste specifiche risorse, pari a 4 milioni di euro a favore di attività culturali nei territori delle Regioni Abruzzo, Lazio Marche e Umbria interessate dagli eventi sismici del 2016.

Con questo disegno di legge si sostiene un pezzo dell’economia del Paese, una parte delle attività industriali e produttive collegate all’industria dello spettacolo.
Questa industria produce emozioni condivise, crea le condizioni per stare bene, per vivere meglio, per avere degli effetti positivi nella vita delle persone di ogni giorno. Gli studi dimostrano che ci sia un elemento collegato alla salute, una delle cure fondamentali delle malattie dell’anima è esattamente la cultura e in particolare lo spettacolo, che produce qualche cosa di unico e irripetibile. 

Per quanto riguarda il tema dell'arte nella scuola, con la norma del 3% del FUS dedicato a questo, con un principio già introdotto nella legge n. 107, si dice qualcosa di fondamentale: l’arte non è una perdita di tempo, che l’obiettivo della scuola non è solo trasferire conoscenze. L'arte nella scuola è un elemento fondamentale e, mentre la cultura razionale è quella che produce obbedienza e l’omologazione, l’arte favorisce la differenza, il pensiero critico, diventa elemento fondamentale per la democrazia, per l’emancipazione. 

E' fondamentale che anche attraverso lo spettacolo si realizzi la cultura del nostro tempo, strettamente collegata al nostro importante e immenso patrimonio culturale materiale.

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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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