SUI COSTI DELLA POLITICA
Mercoledì 26 Ottobre 2016
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Idee
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Istituzioni
Alla luce delle discussioni innescate dal voto di ieri dell’Aula, che ha rinviato in Commissione la proposta di legge dei 5Stelle sul trattamento economico dei membri del Parlamento, vorrei esprimere alcune precisazioni ed alcune considerazioni.
Il rinvio del testo in Commissione era cosa conosciuta e annunciata dai giornali, questo non perché i 5Stelle avessero scoperto la strategia della maggioranza, ma perché tutti erano consapevoli dell'impossibilità di votare su quel testo, visto che la proposta di legge è approdata in Aula senza mandato al relatore e, soprattutto, senza discussione e votazione in Commissione sugli emendamenti.
Tra l’altro quella 5 Stelle non era e non è l’unica proposta presentata sulla riduzione degli stipendi, e non si era ancora definito un accordo su un testo unificato di tutte le proposte di legge (mi risulta siano almeno 5 quelle depositate, tra cui anche una del Partito Democratico,) da cui partire per la discussione..
In questa discussione tra l’altro, non so se per mancanza di conoscenza o mala fede, i riferimenti di cifre e comparazioni sono spesso fatti in modo molto strumentale.
E’ noto a tutti quanto ad esempio gli esponenti di punta dei 5Stelle nel parlare degli stipendi dei Parlamentari si riferiscano, per quanto riguarda loro, alla sola indennità e per tutti gli altri citino invece cifre comprensive di rimborsi e compensi per i collaboratori. Nei giorni scorsi molti giornali hanno citato cifre superiori al lordo effettivo per quanto riguarda il Parlamento italiano e per i trattamenti di altri paesi hanno invece citato il solo netto della indennità.
Credo sia necessaria qualche precisazione.
I VITALIZI non esistono più per gli eletti in questa legislatura, sono stati aboliti a valere dal 2012.
TERME, TESSERE cinema, stadio e quant'altro eventualmente previsto sono stati aboliti in questa legislatura.
PASTI al ristorante: il costo è stato adeguato, non sono più a prezzo calmierato come in passato.
POLIZZE VITA: dal 19 giugno 2013, il Collegio dei Questori ha posto il 70% a carico dei deputati, e per il restante 30% a carico del Bilancio della Camera, mentre in passato era a totale carico della Camera; è inoltre previsto un ulteriore passaggio per porre anche il rimanente 30% a carico dei deputati, oppure ridurre il rendimento della polizza del 30%.
Quanto alle voci sulle tipologie degli infortuni (punture di insetti, colpi di sole, ecc) dalla relazione degli uffici della Camera risulta che le voci citate sono relative ad una serie di parametri di natura ordinaria ricorrenti e uguali per ogni polizza. Si potrebbe, in via teorica, procedere all'esclusione di alcune delle garanzie, ma ciò non comporterebbe comunque risparmi in termini economici.
IL PERCEPITO NETTO DEI PARLAMENTARI
- Indennità' parlamentare: 10.435 (lorda), 5.000 (NETTA)
- Diaria: 3.500 soggetta a decurtazione di 206 € per ogni seduta saltata
- Collaboratori e spese di segreteria: 3.690, 50% forfettario e 50% da rendicontare.
Personalmente rendiconto una cifra ampiamente superiore alla cifra prevista nella parte forfettaria, ed inoltre verso 2.400 al mese al mio partito a livello nazionale e locale.
Quanto agli altri paesi europei, cito la nota
ufficiale della Camera dei Deputati che smentisce quanto diffuso in questi giorni da alcuni giornali.
ufficiale della Camera dei Deputati che smentisce quanto diffuso in questi giorni da alcuni giornali.
Indennita' parlamentare netta (importi mensili in euro)
Fonte Camera deputati 30 gennaio 2012:
- Parlamento europeo: 6.200
- Austria: 5.366
- Germania: 5.110
- Francia: 5.035
- Italia: 5.000
- Paesi Bassi: 4.588
- Belgio: 3.900
COLLABORATORI PARLAMENTARI
Questo servizio in Italia contribuisce a determinare l'importo del trattamento economico complessivo dei parlamentari. In altri Paesi della Ue ricade in altri capitoli di spesa dei rispettivi Parlamenti, per cifre che sono in linea e spesso superiori a quelle erogate dalla Camera e dal Senato.
Per fare due esempi, 14.712 euro mensili e 9.138 euro mensili erogati direttamente per i collaboratori parlamentari rispettivamente dal Bundestag tedesco e dall'Assemblea nazionale francese, a fronte dei 3.690 euro lordi mensili messi a disposizione dei deputati italiani.
Spero che, quando si ragionerà nel merito, anche temi come la presenza siano tenuti in conto, dal momento che il lavoro in Commissioni ed in Aula è il nostro primo impegno. Per quel che mi riguarda parliamo di oltre il 96% di presenze, e per chi fosse interessato può verificarlo da sè:
Dopo aver cercato di chiarire i numeri, voglio sottolineare che credo si debba ancora intervenire sui nostri compensi, ma partendo da numeri reali, lasciando da parte la demagogia, riconoscendo ciò che di buono si è fatto in questa legislatura sul contenimento dei costi, sia diretti che indiretti, e sulla minore dotazione della Camera che ha portato nei giorni scorsi alla restituzione di 50 milioni di euro.
Rimango profondamente convinto che il problema vero delle Istituzioni in questo momento non sia quello di ridurre il costo dei Deputati o dei Senatori, anche se ho già detto e scritto che si deve ridurre, ma quello di avere persone preparate e capaci di esercitare il ruolo cui sono chiamati.
Il Parlamento non è un luogo di prima occupazione o un ammortizzatore sociale per chi prima non aveva lavoro, dire che tutti vanno pagati poco perché chiunque lo può fare è una grandissima falsità.
Il “chiunquismo”, l’idea che chiunque possa fare qualunque cosa è falso: un medico per essere tale studia e fa tirocinio per 10 o 15 anni, e noi, nessuno di noi, si affiderebbe a chiunque per farsi curare. Quest'idea malsana generata da troppa mala politica ha prodotto troppi danni: la cura non è abbassare il costo, ma ridurre il numero e alzare la qualità.
Può piacere o meno, ma oggi un parlamentare guadagna come un buon dirigente pubblico, poi ognuno faccia le sue valutazioni.
Segnalo qui di seguito una riflessione del collega Borghi, per chi volesse approfondire un po' la vicenda http://www.e-borghi.it/…/festival-riflessioni-liberta-sull…/
E allego un articolo di Francesco Bei su La Stampa per aiutare ad approfondire.
Comprendo che lo slogan sul taglio degli stipendi sia molto più facile da cogliere rispetto ad una riflessione più lunga e articolata, e capisco anche che in un contesto in cui molti hanno problemi ad arrivare a fin mese tutto questo faccia molta presa, ma una politica scadente e che costi poco non serve a nessuno, anzi serve a chi non ha bisogno della politica per tutelare i propri interessi.
Ho sentito il dovere di specificare nel dettaglio un po’ di cose e offrire qualche spunto di riflessione. Anche se so che attirerò critiche e rimbrotti, spero però che possa servire per approfondire la questione prima di esprimere un giudizio, su un tema sul quale di semplificazioni ne sono già state fatte troppe.
Preciso anche che sono cofirmatario anche della Proposta di Legge Richetti sull'eliminazione dei vitalizi anche per il passato per parlamentari e consiglieri regionali che si allega.