SUI REFERENDUM

da IL SOLE 24 ORE del 2giugno 2011

Referendum: Famiglia Cristiana attacca il premier, i partiti mettono a punto le strategie per il voto

All'indomani della conferma della Cassazione della validità del quesito sul nucleare, mentre i partiti danno le prime indicazioni di voto agli elettori, Famiglia Cristiana lancia un attacco diretto al premier. «Berlusconi immaginava che la Cassazione avrebbe annullato questo referendum. Così non è stato. Un'altra sconfitta - scrive Famiglia Cirstiana - che si aggiunge alla disfatta elettorale delle amministrative». Il settimanale cattolico parla di «più che probabile vittoria dei "si"» per tutti e quattro i quesiti», ammesso, aggiunge, «che la consultazione popolare superi il quorum del 50% più uno dei chiamati alle urne: il che resta naturalmente da vedere». Esposto all'Agcom che richiama la Rai Diciassette deputati di tutte le opposizioni hanno presentato ieri un esposto all'Autorità per le garanzie delle comunicazioni affinchè si mobiliti con urgenza per garantire sulla Rai adeguato spazio ai quesiti del referendum. A sottoscrivere la denuncia, come ha spiegato Beppe Giulietti, portavoce di Articolo21, sono stati parlamentari che «voteranno in modo diverso, ma voteranno ai referendum». Sono esponenti di Pd, Idv, Udc, Api, Fli e Radicali, per una battaglia appoggiata dall'esterno anche da Sel e Verdi. Intanto da Agcom è partito un duro richiamo alla Rai, colpevole di aver dato un'informazione insufficiente sui referendum. Libertà di voto nel Pdl Dopo lo stupore e lo sconcerto iniziale sul verdetto della Cassazione sul quesito "nucleare", il Pdl si smarca e lascia libertà di voto. E anche se Berlusconi ricorda che «i costi dell'energia, in Italia, sono del 40% superiori a quelli della Francia, dove esistono impianti di energia nucleare» e il ministro dello Sviluppo economico ritiene «la decisione della Cassazione assurda» e il quesito referendario «paradossale», il premier dice: «non abbiamo posizioni preconcette, sono argomenti su cui vogliamo sentire l'opinione degli italiani». Si vuole evitare che il voto sui referendum si trasformi in un nuovo giudizio sull'operato del premier. Tace per ora la Lega, nonostante qualche giorno fa il Senatur, Umberto Bossi, avesse definito "attraenti" i quesiti sull'acqua. L'unico esplicito è il sindaco leghista di Varese, Attilio Fontana, fresco di riconferma, che ha pubblicamente annunciato che voterà sì ai referendum sulla privatizzazione dei servizi idrici. L'opposizione si compatta per raggiungere il quorum I leader del Pd e dell'Idv, Pier Luigi Bersani e Antonio Di Pietro, si sono subito impegnati in una mobilitazione a sostegno dei quesiti referendari prevista per i 10 giugno. «Dobbiamo de-dipietrizzare e de-berlusconizzare i quesiti. Sono temi - ha detto Di Pietro - che interessano tutti gli italiani, a qualunque schieramento o partito appartengano». Bersani si dice ottimista sul raggiungimento del quorum per i quesiti referendari senza nascondersi che, «l'asticella é molto alta» e ricorda che con i referendum «si parla di merito e non di questioni di destra o sinistra». Auspica che «i cittadini siano messi in grado di giudicare attraverso una corretta e ampia informazione e che, quindi, si dia spazio alla questione». Il Pd ha anche preparato alcuni spot per sostenere la campagna a favore dei referendum che vedono come testimonial proprio Bersani. Per Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd a palazzo Madama, «se ci sarà, come penso, il quorum, si confermerà la spinta popolare a cambiare registro, a voltare pagina». Per il presidente nazionale di Sinistra Ecologia Libertà, Nichi Vendola, i quesiti referendari, sottolinea Vendola, sono «un'occasione fondante per il nuovo centrosinistra. Si tratta non solo di mandare a casa Berlusconi, ma di illustrare con chiarezza finalmente qual è la visione alternativa della società che proponiamo agli italiani. E vedere chi ci sta». Nel centrosinistra, sottolinea Vendola, «non ci deve essere il tempo ora per beghe personali. Significherebbe bruciare al volo l'apertura di credito di un pezzo d'Italia». Il presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, ha scritto una lettera a Bersani e Di Pietro, chiedendo di organizzare una grande manifestazione unitaria per la chiusura della campagna referendaria. «Una grande manifestazione non dei partiti, ma di popolo in grado di dar voce a tutti gli italiani, nessuno escluso, che chiedono e vogliono un'Italia senza il nucleare, con l'acqua pubblica e dove nessun potente resti impunito».

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