SUL VOTO
Alcune poche cose sulle elezioni regionali.
Non è vero che il PD sia tornato al 25% o come qualcuno ha scritto in “zona ditta”, lo dicono i numeri, calcolando che vi è stata una significativa riduzione generalizzata dei votanti e che erano elezioni regionali quindi con più liste d’area, il PD è ampiamente oltre il 30%, vedasi in merito l’articolo di Davide De Luca sul POST http://www.ilpost.it/davidedeluca/2015/06/03/pd-perso-due-milioni-voti/, l’analisi di Stefano Ceccanti https://stefanoceccanti.wordpress.com/2015/06/03/lanalisi-aggiornata-finale-del-cattaneo-sui-flussi/ e il comunicato dell’Istituto Cattaneo e dell’ SWG che si allegano.
E’ vero a mio giudizio che il PD ha sbagliato alcune candidature e che le divisioni interne e l’andamento un po’ anarchico dei lavori della Camera e del Senato, dove si ha la sensazione che in troppi si sentano liberi battitori, hanno influito molto sui risultati.
Sulla selezione delle candidature ci sarà da riflettere, anche perché se è vero che le primarie sono un nostro tratto identitario, è anche vero che a questo punto serve una serena riflessione sul come, abbiamo la nostra breve storia lastricata di sconquassi causati dall’uso discutibile questo strumento.
Servirà una riflessione su come il partito è strutturato sul territorio e sul fatto ormai evidente che il cambio di marcia dato al paese a livello nazionale se non si traduce anche in un ripensamento del Partito Democratico a tutti i livelli, soprattutto a quello regionale e provinciale, situazioni come quelle viste in alcune regioni, come ad esempio in Liguria, sono purtroppo destinate a ripetersi.