SU IMU 1

Gentile Direttore,

è stata pubblicata su alcuni organi di informazione, tra cui il Suo, una stupefacente lettera di Vincenzo Colucci, Portavoce provinciale Fratelli d’Italia-AN Cuneo, e vorrei esprimere la mia sorpresa per le affermazioni con cui egli richiede l’abolizione oggi, di una imposta istituita dal PDL nel 2011, sapendo che Fd’I-AN di oggi discende dal PDL di allora.

L’imposizione sui terreni agricoli infatti, in qualche modo risale al decreto legislativo 333/92 (Governo Amato), che sostituiva l’Imposta straordinaria sugli immobili (ISI), con l'Imposta comunale sugli immobili (ICI) , che si applicava ai fabbricati, alle aree fabbricabili e ai terreni agricoli, ma fu con il D.Lgs. 23/2011 (Governo Berlusconi) – in applicazione della legge 42 sul federalismo fiscale – che sono state introdotte due nuove forme di imposizione municipale, l’imposta municipale propria e l’imposta municipale secondaria.

Il D.Lgs. 23/2011 la applicava e prevedeva l’esenzione dall’imposta per i terreni agricoli ricadenti in aree montane o di collina dei Comuni elencati nell’allegato alla circolare n. 9 del 14 giugno 1993, per tutto il territorio comunale o in porzioni delimitate. Il Governo Monti, con il Decreto legge c.d. “SalvaItalia” non ha istituito ex novo l’IMU, ma ne ha anticipato l'applicazione a partire da gennaio 2012. Nel 2013 i terreni sono stati resi esenti dall’IMU in tutti i Comuni (con alcune limitazioni, dette prima, relativamente alla seconda rata).

Nel 2013, nel primo anno di questa legislatura si è poi deciso che i terreni agricoli fossero esentati dall'IMU per la prima rata; gli imprenditori agricoli professionali e i coltivatori diretti non hanno pagato anche la seconda rata ma la c.d. "mini IMU" - a gennaio 2014 - nei soli comuni che avevano aumentato le aliquote rispetto a quelle di base.

Nel 2014 per effetto del D.L. n. 16 del 2014, dal 2014 sui terreni agricoli non è dovuta la TASI, ma l'IMU con le modalità previste dal D.L. 201/2011 e successive modifiche, con una significativa riduzione dei casi di esenzione, sia pur con criteri diversi.

Poi con il DL 66/2014 convertito in Legge 89/2014, si è deciso di modificare la applicazione delle esenzioni e delle agevolazioni, certo anche con l’obiettivo di ottenere un maggior gettito, ma purtroppo scegliendo criteri sbagliati e come tutti sanno, e come ho già avuto occasione di dire, sono purtroppo stati commessi tanti errori, alcuni già affrontati ed che andranno corretti. Le imposte non piacciono mai a nessuno, qui però, a fronte di una significativa riduzione delle esenzioni dei terreni dall’IMU si è varata un’operazione di sgravi ed incentivi di peso cento volte superiore, per rimettere in moto lo sviluppo e l’economia del paese.

In un mondo ideale le imposte forse potrebbero non essere necessarie, ma in quello reale nel quale viviamo, lo sono, e credo sia utile non dimenticare dove il governo che era sostenuto dalle forze da cui proviene Fd’I-AN ha lasciato il paese a fine 2011.

In questo contesto, il tema dell’equità del carico impositivo tra i cittadini è un tema cruciale, e onestamente, pur essendo un agricoltore, credo non sarebbe né giusto né equo ignorare che anche i terreni agricoli sono un patrimonio, in molti casi un grande patrimonio, e quindi un’esenzione totale, per certi valori patrimoniali, credo non sarebbe giusta, il tema diventa quindi, come ho già avuto occasione di dire, garantire una maggiore equità nell'applicazione del tributo, ampliare le esenzioni in materia di IMU anche ai terreni siti in aree svantaggiate e nelle porzioni montane dei comuni parzialmente montani, tenendo conto delle condizioni geografiche e socioeconomiche, delle caratteristiche orografiche e di redditività dei suoli e del livello di rischio idrogeologico dei territori, dando priorità ai coltivatori diretti e agli imprenditori agricoli professionali iscritti alla previdenza agricola. Anche per questo penso che vi sia la necessità della revisione degli estimi catastali, per creare una situazione di equità tra classificazioni e territori.

Quanto poi alla «ipocrisia da parte di un Governo che con tanta “vitalità” celebra l’Expo – Nutrire il pianeta, Energia per la vita – ma non difende il “prodotto italiano”», voglio solo ricordare che EXPO non è una fiera campionaria, in cui si promuovono i prodotti, ma è una straordinaria occasione per riflettere, e per un confronto a livello globale, su stili di vita alimentare, sulla disequità dell’accesso al cibo tra mondi con problema di fame, e con problemi di obesità, e sul futuro della sostenibilità dei vari modelli di agricoltura per produrre cibo, ed in questo campo, il lavoro che ha fatto in questi anni l’Italia è stato straordinario.

In ultimo se è vero che i tagli degli ultimi anni agli enti locali sono stati pesantissimi, e per tanti versi eccessivi, il “Si sottolinea la necessità di assumere […] misure per consentire agli enti territoriali l’autonomia decisionale anche riguardo all’eventuale introduzione dell’imposta municipale propria sui terreni agricoli”, vuole dire che si va verso un’imposta comunale con larga autonomia e responsabilità dei comuni, a partire dall’anno prossimo, ed è in quell’ambito che si supererà l’IMU, riconducendola in un quadro più generale di revisione delle imposte, e dando l’autonomia e la responsabilità ai comuni per poter tenere conto delle peculiarità delle singole realtà locali.

Sono abituato a ragionare nel merito, e se ci sono, dire che ci sono stati errori, che devono essere corretti. Fare demagogia e dire che proponiamo che non paghi nulla nessuno, o proporre soluzioni virtuali, è più facile, ma non ha mai portato bene al paese.

Grazie per l'attenzione,

Mino Taricco


Scritto in risposta all’articolo di Vincenzo Colucci al seguente link :

http://www.targatocn.it/leggi-notizia/argomenti/saluzzese/articolo/fratelli-ditalia-an-cuneo-aboliamo-limu-agricola.html

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