TARICCO : E' ORA DI CAMBIARE FILM

Intervista di GIANPIERO FERRIGNO
dal settimanale Gazzetta di Saluzzo del 12.07.2012




«Se semini non è detto che raccogli, se non semini è sicuro che non raccogli»: è un po’in questa massima che Mino Taricco attribuisce alla saggezza di suo nonno, la filosofia politica e di vita dell’esponente pidiessino. E la semina di Taricco è fatta di migliaia e migliaia di chilometri qua e là per la Granda, incontri, amicizie. Non sempre raccoglie, ma sempre semina.
Mino Taricco, classe 1959, di Narzole, piaccia o non piaccia è l’esponente di maggior spicco del Pd in provincia di Cuneo: consigliere regionale e fino a sabato 7 luglio anche consigliere provinciale.
Nella passata legislatura è stato assessore regionale all’Agricoltura.
Amico e sostenitore di Enrico Letta , ora ha una certa simpatia politica per Matteo Renzi, il sindaco di Firenze

Si dice che lei sia l’uomo di riferimento di Matteo Renzi, il rottamatore, per la provincia di Cuneo e anche del Piemonte. È davvero così?
«Ho avuto occasione di incontrare e di conoscere Matteo Renzi e ne ho apprezzate le qualità e le capacità. Credo possa essere una grande risorsa per il Partito Democratico e anche per la ricostruzione di un paese che chiede di essere modernizzato.
Sono in sintonia con Matteo Renzi e con molti amministratori che condividono con lui l’impegno oltre alla spinta e allo stimolo, alla politica in generale, ed al Pd in particolare».
Cosa fa il capo corrente?
«Non sono il capo della corrente di Matteo Renzi e non credo nelle correnti, credo che molte delle idee e delle sue linee di impegno siano condivisibili e da sostenere, così come credo che molti degli orientamenti su cui in questi anni si è mosso Enrico Letta, siano stati e siano per me condivisibili e condivisi».
A Renzi è disposto a perdonare anche la capatina a Arcore un po’di tempo fa?
«Onestamente credo che le polemiche su questa vicenda abbiano avuto del surreale. Non c’è nulla da dire».
Il centro sinistra governa le più grandi città della Provincia, ma non riesce a portare a casa né la guida della Provincia né ad esprimere deputati locali in grado di dare visibilità a Roma al territorio. A cosa è dovuto?
«Innanzitutto le dinamiche che soggiacciono alle scelte per l’amministrazione delle città e le scelte più politiche, nelle nostre province, sono considerate dagli elettori in modo molto diverso.
A livello di amministrazione delle città contano prevalentemente dinamiche locali e la qualità delle persone in gioco;
ai livelli superiori, a partire da quello provinciale, contano invece, purtroppo, dinamiche politiche, che rispondono in moltissimi casi ad orientamenti generali e nazionali.
Quanto poi alla mancanza di rappresentanza parlamentare credo molto sia dovuto al sistema elettorale dei collegi uninominali prima e del porcellum poi».
Lei, dopo essere stato assessore regionale, adesso dopo le dimissioni dalla Provincia, è consigliere in Regione. Un giudizio sulla politica complessiva dei due esponenti leghisti Roberto Cota e Gianna Gancia.
«Premetto che mi sono appena dimesso dal ruolo di Consigliere Provinciale in ossequio alle indicazioni del Partito Democratico per di superare i doppi incarichi. Detto questo credo sia sotto gli occhi di tutti quanto la Provincia abbia totalmente perso il proprio ruolo di riferimento nei confronti del territorio e delle “sette sorelle”, è una Provincia che in questi anni ha pensato esclusivamente a tutelare le posizioni della Lega e dei governi di cui questa faceva parte. È stato
anche esplicitamente dichiarato in alcune occasioni che per “loro” prima viene la Lega e poi l’Istituzione ed il territorio».
Le Province sono da difendere ad ogno costo?
«Ho già ribadito in molte occasioni la mia convinzione dell’utilità di Province con dimensioni e compiti adeguati, perché credo non sia immaginabile in realtà territoriali come le nostre, di poter amministrare senza un ente sovracomunale di coordinamento e gestione di area vasta, ma credo anche che l’esperienza di questi ultimi anni della provincia di Cuneo sia la dimostrazione di come questi Enti nei fatti possono essere inutili».
E su Roberto Cota?
«Per la Regione credo l’amministrazione Cota abbia reso evidente la distanza siderale tra le enunciazioni e la realtà dei fatti.
Si è annunciata trasparenza e si è concretizzata demagogia partigiana, si è annunciato merito e si è concretizzato nepotismo, si è annunciato territorio e si è concretizzato centralismo dirigista, si annunciata semplificazione e si è prodotta carta, si è annunciato territorio e si è concretizzata arroganza senza confronto ».
Non le pare di essere un po’ troppo tranchant?
«Questo è il film che abbiamo visto in questi anni e credo che questo film non sia assolutamente piaciuto».
Lei è notoriamente molto presente sul territorio. Come giudica lo stato di salute della nostra provincia?
«Credo che anche nella nostra provincia siano arrivate le conseguenze della stagione di difficoltà e di crisi che stiamo vivendo, ma credo anche che la nostra provincia abbia avuto ed abbia molte più risorse e capacità per affrontare e resistere a questo
momento di difficoltà. Sono sotto gli occhi di tutti gli indicatori che ci offrono un tasso di disoccupazione decisamente inferiore (3.8% a Cuneo contro il 7,8% in Piemonte e il quasi 10% nazionale), con tassi di criticità delle imprese decisamente inferiori al resto della regione e del paese, e propensione all’export superiore. Nonostante questo non va sottovalutato il momento di difficoltà che stiamo attraversando che è molto pesante».
Sanità e settore sociale pare siano piuttosto ridimensionati dalla politica regionale. Qual è la sua proposta in merito?
«La nostra proposte è di intervenire con riorganizzazioni puntuali e con interventi mirati in un contesto di equità tra i territori e di confronto con gli stessi, e non invece con tagli generalizzati e lineari e calati dall’alto come è stato fatto».
Trasporti e montagna: dove andremo a finire?
«Credo che la montagna dopo trent’anni di impegno per garantire servizi minimi e opportunità di sviluppo, che pur con tutti i limiti hanno dato speranza e prospettiva, rischi ora di essere abbandonata per la necessità di fare cassa. L’avvio del percorso
per la creazione della Macroregione Alpina e la ridefinizione delle forme di collaborazione dei Comuni che sostituiranno le Comunità Montane, possono essere una straordinaria occasione di rilancio dell’attenzione sul futuro della montagna ».
Un’ultima cosa: gli scossoni recenti della politica, tra scandali e arraffoni , non le hanno mai fatto venire meno la passione per la “res pubblica?
«In questi anni ho cercato di onorare il mandato che i cittadini, con il loro voto, mi hanno affidato, ed in questo senso sento soprattutto una responsabilità individuale “a coltivare bene - come diceva un esimio Presidente della Repubblica - il quadro di terra che mi è stato affidato, pronto sempre a rendere ragione delle mie azioni”.
In questa stagione difficile, sento più forte il richiamo ad un impegno non solo politico ed istituzionale, ma anche sociale e culturale».
Quindi anche in futuro Mino Taricco sarà della partita?
«Ho creduto e continuo a credere in un impegno che si pone a disposizione dei cittadini. Se servo ancora io sono qui».

Mino Taricco utilizza cookies tecnici e di profilazione e consente l'uso di cookies a "terze parti" che permettono di inviarti informazioni inerenti le tue preferenze.
Continuando a navigare accetti l’utilizzo dei cookies, se non desideri riceverli ti invitiamo a non navigare questo sito ulteriormente.

Scopri l'informativa e come negare il consenso. Chiudi
Chiudi
x
Utilizzo dei COOKIES
Nessun dato personale degli utenti viene di proposito acquisito dal sito. Non viene fatto uso di cookies per la trasmissione di informazioni di carattere personale, né sono utilizzati cookies persistenti di alcun tipo, ovvero sistemi per il tracciamento degli utenti. L'uso di cookies di sessione (che non vengono memorizzati in modo persistente sul computer dell'utente e scompaiono, lato client, con la chiusura del browser di navigazione) è strettamente limitato alla trasmissione di identificativi di sessione (costituiti da numeri casuali generati dal server) necessari per consentire l'esplorazione sicura ed efficiente del sito, evitando il ricorso ad altre tecniche informatiche potenzialmente pregiudizievoli per la riservatezza della navigazione degli utenti, e non consente l'acquisizione di dati personali identificativi dell'utente.
L'utilizzo di cookies permanenti è strettamente limitato all'acquisizione di dati statistici relativi all'accesso al sito e/o per mantenere le preferenze dell’utente (lingua, layout, etc.). L'eventuale disabilitazione dei cookies sulla postazione utente non influenza l'interazione con il sito.
Per saperne di più accedi alla pagina dedicata

Individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei cookie.
Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

Consulta il testo del provvedimento