TTIP
Questa mattina interessante incontro in Commissione agricoltura alla Camera con l’On. Paolo De Castro sull’Accordo di Partenariato Transatlantico su Commercio ed Investimenti ( TTIP ).
Paolo De Castro è l’Europarlamentare incaricato di seguire sulle questioni agricole i negoziati per conto del Parlamento Europeo.
L’audizione di oggi segue quelle del Vice Ministro Calenda e del Ministro Martina che si sono svolte nelle scorse settimane sullo stesso tema.
Su questo tema è in atto una straordinaria campagna di terrorismo psicologico, condotta da centinaia di associazioni prevalentemente del nord Europa, ma anche del sud e da alcuni partiti e movimenti politici, sui potenziali rischi connessi alla conclusione di detto accordo.
Concedendo a quasi tutti coloro che sostengono questa tesi il beneficio della buona fede, ed essendo meravigliato, in questa fase, di tanto ostracismo su una negoziazione ancora non vicina all’approdo, consapevole di non disporre ancora di elementi concreti e puntuali su cui poggiare una seria valutazione di merito, credo però siano comunque utili alcuni dati ed alcune indicazioni per meglio capire di cosa si tratta.
Per questo sono a fornire link e documenti originali perché ognuno possa leggere e farsi una idea al di la delle posizioni ideologiche e preconcette.
Leggendo alcune analisi infatti, soprattutto on line, si ha l’impressione che oggi negli scambi tra Europa ed USA funzioni tutto benissimo e che invece, se si concludessero detti accordi, si aprirebbero le porte a catastrofi ambientali, sanitarie e sociali, con rischi importanti per gli interessi dei cittadini / consumatori europei e italiani in particolare.
La realtà non è questa, Gli Usa esportano in Europa in campo agroindustriale prevalentemente commodity su cui gravano dazi economici molto alti ed importano prevalentemente prodotti di qualità ( vini, formaggi pasta, olio, salumi, ecc. ) su cui è molto forte il ruolo esercitato dalle barriere non economiche in articolare quelle sanitarie.
La trattativa verso l’accordo TTIP si potrebbe definire come la ricerca di un accordo di regolamentazione condivisa che cerca di ridurre queste barriere ed io credo che in un quadro di globalizzazione nel quale viviamo, sia molto meglio che questa sia regolamentata, piuttosto che sia lasciata ai soli rapporti di forza tra le parti in gioco.
Non sono oggetto della trattativa perché non rientrano nell’accordo il nostro sistema sociale, i servizi pubblici e i temi della cultura e della sanità.
Non è in discussione il mantenimento del principio di precauzione che è alla base del nostro approccio sui rischi ambientali e sanitari.
Negli anni passati la negoziazione è stata purtroppo coperta da un alone di mistero, gli atti erano secretati, e tutto questo contribuiva ad alimentare sospetti, e a sottolinearne rischi e minacce.
Per questo credo che fare informazione su questo tema sia importante, sia sui contenuti del trattato in generale, sia sullo stato della trattativa che sui risultati dei singoli round di trattativa.
Alcune ultime considerazioni.
Il settore agricolo ed agroindustriale potrebbero avere grandi vantaggi dalla conclusione di questi negoziati con un accordo, perché si potrebbero aprire spazi di mercato e di riconoscimento dei nostri prodotti di qualità certificati e con riferimento geografico dell’origine, e perché si stima che potrebbe crescere in modo significativo il nostro export alimentare verso gli USA. Per inciso già oggi su 17 miliardi di export agroalimentare dell’Europa verso gli USA ben 3 sono italiani.
La previsione di arbitrati ( ISDS ) che è uno dei punti che hanno attirato le maggiori riserve non è al momento esclusa ma a più parti ne è messa in discussione la utilità per cui bisognerà vedere se sarà prevista nel documento finale e se si con quali condizioni, avendo comunque consapevolezza che l’alternativa oggi come domani è affidarsi ai tribunali dei paesi di cui trattasi.
La validità dell’accordo, qualora si raggiunga, sarà comunque subordinata alla approvazione da parte del Congresso degli Usa e da parte del Parlamento Europeo del testo dell’accordo stesso, e della ratifica da parte dei Parlamenti nazionali.
Questi negoziati possono rappresentare una occasione importante di sviluppo, come peraltro evidenziato dallo studio commissionato dalla Commissione UE, e sicuramente dovremo vigilare che i contenuti siano coerenti con il mandato affidato ai negoziatori.
Bisognerà vigilare, ma essere contrari a priori, come lo sono alcuni, credo sia sbagliato e dannoso per l’Unione Europea, soprattutto per i paesi del sud mediterraneo e in particolare per il nostro.
Il nostro impegno è di vigilare che il percorso negoziale sia coerente con il mandato affidato e che i punti di forza del nostro sistema in questo percorso siano salvaguardati, ma rinunciare a priori ad una potenzialità positiva a mio giudizio sarebbe un errore.
Ad ottobre si è concluso il settimo round negoziale e di seguito sono disponibili i risultati http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2014/october/tradoc_152862.pdf
Il prossimo ed ottavo round è previsto a gennaio 2015.
A seguire il link al sito UE su cui sono presenti tutte le notizie sullo stato dell’arte della negoziazione del TTIP http://ec.europa.eu/trade/policy/in-focus/ttip/index_it.htm
E in allegato il mandato negoziale e lo studio sui presupposti e sulle prospettive dell’accordo.