TUTELA DELLA PESCA

Il comparto della pesca da anni vive una crisi strutturale, causata da elevati costi di produzione, dalla diminuzione della capacità di pesca dovuta a ragioni di sostenibilità ambientale e dalla crisi di mercato. 
Il provvedimento approvato alla Camera contiene misure attese, prevedendo una serie di deleghe al Governo in materia di:
- riordino e aggiornamento della normativa in materia di pesca ed acquacoltura, tramite l’emanazione, entro diciotto mesi, di uno o più decreti legislativi aventi natura di testi unici;
- politiche sociali nel settore della pesca professionale, per garantire agli operatori della pesca, armatori ed imbarcati, l’equo indennizzo o ristoro in caso di sospensione dell’attività di pesca dovuta al fermo biologico o ad altre cause legate alle avversità metereologiche o a ristrutturazioni aziendali;
-  riassetto della normativa nazionale vigente in materia di pesca sportiva e per l’adeguamento alle disposizioni vigenti in ambito europeo; 
-  riordino della normativa in materia di concessioni demaniali per la pesca e l’acquacoltura e di licenze di pesca.

Il testo passa ora all'esame del Senato. 

Inoltre, si prevede l’istituzione del Fondo per lo sviluppo della filiera ittica, con una dotazione finanziaria di 3 milioni di euro per il 2018; si consente agli operatori di utilizzare cassette standard per le specie ittiche individuate con decreto e si stabilisce l’obbligo da parte degli operatori di apporre le informazioni relative ai prodotti della pesca e dell’acquacoltura utilizzando un codice a barre o un QR-code come strumento di identificazione.
Si ripristinano le funzioni della Commissione consultiva centrale della pesca e dell’acquacoltura, si adegua la normativa primaria in materia di pescaturismo ed ittiturismo e si estende ai settori della pesca e dell’acquacoltura l’esenzione dall’imposta di bollo per domande, atti e documentazione finalizzati alla concessione di aiuti comunitari e nazionali e a prestiti agrari di esercizio. Interessante l’introduzione della disciplina della vendita diretta dal pescatore al consumatore finale dei prodotti derivanti dall’esercizio della propria attività, compresi quelli oggetto di manipolazione o trasformazione. 
 
Il Fondo per lo sviluppo della filiera ittica, accogliendo i pareri delle commissioni Trasporti e Bilancio, non è più finanziato con i proventi  derivanti dal pagamento del contributo annuale per l’esercizio della pesca non professionale è finanziato con un’adeguata copertura finanziaria e contestualmente è stata inserita tra le deleghe al Governo l’emanazione di una disciplina specifica riguardante l’esercizio della pesca non professionale
 
La volontà è quella di fornire al settore ittico nel suo complesso un quadro normativo sistematico ed equilibrato, semplificando da un lato gli adempimenti spesso eccessivamente gravosi per le marinerie – pur salvaguardando il delicato equilibrio tra sfruttamento della risorsa e sostenibilità – e strutturando dall’altro l’ampio comparto della pesca non professionale, oggi sostanzialmente deregolamentato.

In allegato una scheda per approfondire 



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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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