UNA IMMANE TRAGEDIA CHE URLA E RICHIAMA LE NOSTRE COSCIENZE

Mediterraneo mare di sangue e di disperazione.


All'alba del 3 ottobre al largo di Lampedusa nei pressi dell'isola dei Conigli, un barcone, in base a quanto è dato sapere,  con a bordo 500 migranti ha preso fuoco e si è rovesciato causando centinaia di morti.


Un orrore  i cadaveri stesi sulla spiaggia , e si parla già di oltre duecento morti.
Il viaggio della speranza era partito 12 ore prima, dalla Libia.


Molte donne (una incinta) e anche bambini.


«Non finiscono mai di portare e scaricare morti», ha detto tra i singhiozzi il sindaco, che si aggirava smarrita tra la fila di corpi sul molo. Con un filo di voce ha aggiunto: «Venite a vedere. È una scena impressionante».
Parrebbe che Il drammatico e beffardo epilogo sarebbe scaturito da fiamme auto-prodotte a bordo dell'imbarcazione che stava imbarcando acqua per farsi notare da un peschereccio poco distante .


La conta pare  tuttavia destinata ad aumentare. Altri uomini sono stati avvistati in mare.
Ciò che è accaduto è un grido di dolore di una umanità sofferente che punta il dito sulla nostra insensibilità e sulla nostra ignavia.


Papa Francesco ha urlato il suo dolore con quel “vergogna” che suona come un atto di accusa per l’Italia, per l’Europa e per ciascuno di noi .


Non lasciamo cadere un richiamo pagato a tale prezzo .


Il nostro cuore, la nostra intelligenza e la nostra fantasia sono chiamate all’impegno.


 


Mino Taricco

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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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