UNA IMMANE TRAGEDIA CHE URLA E RICHIAMA LE NOSTRE COSCIENZE
Mediterraneo mare di sangue e di disperazione.
All'alba del 3 ottobre al largo di Lampedusa nei pressi dell'isola dei Conigli, un barcone, in base a quanto è dato sapere, con a bordo 500 migranti ha preso fuoco e si è rovesciato causando centinaia di morti.
Un orrore i cadaveri stesi sulla spiaggia , e si parla già di oltre duecento morti.
Il viaggio della speranza era partito 12 ore prima, dalla Libia.
Molte donne (una incinta) e anche bambini.
«Non finiscono mai di portare e scaricare morti», ha detto tra i singhiozzi il sindaco, che si aggirava smarrita tra la fila di corpi sul molo. Con un filo di voce ha aggiunto: «Venite a vedere. È una scena impressionante».
Parrebbe che Il drammatico e beffardo epilogo sarebbe scaturito da fiamme auto-prodotte a bordo dell'imbarcazione che stava imbarcando acqua per farsi notare da un peschereccio poco distante .
La conta pare tuttavia destinata ad aumentare. Altri uomini sono stati avvistati in mare.
Ciò che è accaduto è un grido di dolore di una umanità sofferente che punta il dito sulla nostra insensibilità e sulla nostra ignavia.
Papa Francesco ha urlato il suo dolore con quel “vergogna” che suona come un atto di accusa per l’Italia, per l’Europa e per ciascuno di noi .
Non lasciamo cadere un richiamo pagato a tale prezzo .
Il nostro cuore, la nostra intelligenza e la nostra fantasia sono chiamate all’impegno.
Mino Taricco