UN DECRETO PER REGOLARE LA REALTÀ CARCERARIA

Questa settimana alla Camera dei deputati abbiamo portato avanti l’esame, la discussione e la votazione finale, con approvazione, di un importante decreto che interviene per introdurre alcune novità all’interno della realtà carceraria italiana: l’obiettivo principale del decreto è, in sostanza, quello di sostenere tale realtà con interventi precisi, destinati sia ai detenuti sia al personale di polizia penitenziaria, di modo da migliorarne il funzionamento generale, assicurarne la sicurezza e, soprattutto, adeguarlo agli standard internazionali.


In particolare, il provvedimento prende le mosse dalla sentenza Torreggiani, emessa dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo, che aveva sottolineato il cattivo funzionamento del sistema carcerario italiano: una sentenza che denunciava il sovraffollamento dei nostri istituti penitenziari e la  violazione dell’articolo 3


della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, secondo cui “nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti”.


A questi fatti cerca di porre un rimedio l’articolo 1 del decreto, che introduce la possibilità di risarcimenti per detenuti o internati che abbiano subìto trattamenti inumani o degradanti: risarcimenti che potranno essere rappresentati da sconti di pena, un giorno per ogni dieci di detenzione in regime di violazione di diritti, oppure da pagamenti in denaro, 8 euro per ogni giorno trascorso in carcere in condizioni inumane.


Il decreto poi interviene, nelle altre sue parti, a normare altri aspetti della materia carceraria: per quanto riguarda le misure introdotte per disciplinare la vita dei detenuti, esso prevede che nel caso venissero emessi provvedimenti che incidono sulla libertà di persone condannate da tribunali internazionali, il magistrato stesso che ha emesso la sentenza debba avviare una procedura per informare il Ministero della Giustizia e quello degli esteri.


È stato poi regolato il comportamento da tenere nel caso di conversione in arresti domiciliari di provvedimenti di custodia cautelare: come regola è ora previsto che l’imputato lasci il carcere, per recarsi al domicilio, non accompagnato, mentre l’accompagnamento è riservato a stati di eccezione che richiedano misure ulteriori di sicurezza.


Infine se i colpevoli, minorenni, di reati dovessero avere ancora meno di 25 anni al momento dell’esecuzione delle misure restrittive, verranno da adesso in poi puniti secondo il procedimento riservato ai minori o affidati ai servizi minorili.


Ma alcuni provvedimenti entrano in vigore anche per dare un quadro maggiormente chiaro al lavoro di chi opera all’interno delle istituzioni carcerarie: sono infatti state aumentate le dotazioni organiche della Polizia Penitenziaria, incrementando il loro numero da 44.406 a 44.610. Nello specifico, è stato ridotto il numero degli ispettori e vice-ispettori di 703 unità e aumentato quello degli agenti di 907 unità.


Inoltre, sono anche state varate norme che prevedono delle modifiche al corso da vice-ispettore e velocizzano l’immissione in servizio.


Per quanto riguarda invece l’efficienza del magistrato di sorveglianza, è stato previsto che esso possa venire aiutato, nei propri compiti, da personale volontario.


Ingressi in servizio più semplici, poi, anche per questo figura lavorativa.


Il decreto, così approvato a Montecitorio, passa ora all’esame del Senato, dove dovrà venire discusso e votato entro il 26 agosto, per poter essere convertito in Legge.


 

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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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