UN PIEMONTE IN AFFANNO
Il Piemonte non si distingue più come regione virtuosa dal punto di vista occupazionale. Il tasso di disoccupazione è infatti all’8% in linea con la media nazionale (8,3%) dopo aver bruciato oltre due punti di scarto relativi al periodo pre-crisi e dopo aver perso terreno rispetto alla media delle regioni del Nord. Le nuove assunzioni sono invece pressochè tutte assorbite da contratti a tempo determinato E’ quanto risulta dall’indagine congiunturale della sede di Torino della Banca d’Italia presentata dal direttore Marcello Callari e dalla divisione Analisi e ricerca territoriale. “Per raggiungere i livelli toccati prima della crisi del 2007 – ha detto Callari – occorrerà ancora qualche anno”. Dall’analisi emergono segni di ripresa soprattutto per le aziende esportatrici e in particolare per quelle attive nei paesi Bric (Brasile, Russia, India e Cina), una ripresa dei mutui alle famiglie , un tasso di sofferenze costante. Ma sull’occupazione la situazione rimane molto difficile. Nel primo semestre dell'anno l'occupazione in Piemonte e' calata dell'1,2%, mantenendo il ritmo di discesa del 2009 (-1,3%), ma con un'intensita' superiore a quella della delle regioni del Nord (0,8%) e del resto del Paese (0,8%). In particolare arretra l'occupazione maschile (-2,5%), quella nelle costruzioni (-6,3%) e nel commercio (-6,8%), mentre si attenua il calo nell'industria manifatturiera (-0,9%) che gia' pero' aveva subito una contrazione del 5% nei due anni precedenti. Segnali positivi invece nei servizi diversi dal commercio legati appunto all'occupazione femminile (+1,2%). Aumentano del 4,4% le procedure di assunzione (ma rispetto al periodo ante crisi siamo sotto del 20%), e si tratta esclusivamente di assunzioni a tempo determinato. Il tasso di disoccupazione - attualmente all'8% - era al 6,9% nel 2009 e al 4,2% nel 2008 con due punti di scarto sulla media nazionale, ora ridotti a tre decimali. La cig e' aumentata del 21,4% nei primi nove mesi dell'anno, dopo che pero' era gia' quadruplicata nel corso del 2009. Cresce soprattutto la Cassa straordinaria e quella in deroga, e le ore di stop sono equivalenti a 140mila occupati. Infine il credito. Le erogazioni continuano a calare (-2,6% ad agosto) e in particolare nei confronti delle imprese medio grandi (-4,1,%), mentre si assiste a una live ripresa nei confronti delle piccole imprese (+2,4%). Penalizzato soprattutto il manifatturiero (-10,2% rilevato pero' a maggio). Si tratta di una situazione grave, preoccupante. I risultati delle politiche della giunta Cota che abbiamo definito inadeguate per le loro contraddittorietà , saranno vagliato alla prova dei fatti.