Un'interrogazione su ruolo e funzioni delle Commissioni Uniche Nazionali

Oggi abbiamo presentato al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali un’interrogazione in materia di Commissioni Uniche Nazionali di filiera, in particolare relativamente al settore suinicolo e cunicolo

Il settore suinicolo vive da anni una crisi di settore che ne sta pregiudicando le prospettive e da tempo soffre di problematiche irrisolte che, nel 2006, si è cercato di affrontare attivando, presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, il tavolo tecnico di filiera dei suini. A seguito del peggioramento delle condizioni di mercato nel corso del 2007, il tavolo è stato convocato per effettuare una valutazione condivisa delle criticità. E’ stato così sottoscritto un Protocollo d'intesa finalizzato a raggiungere nel più breve tempo possibile l’obiettivo di identificare un mercato unico nazionale «per la determinazione anticipata delle quotazioni dei suini e loro derivati, con regole più trasparenti e condivise di rilevazione … con l'obiettivo prioritario di distinguere le produzioni DOP e la definizione di un modello condiviso di valutazione delle carcasse suine (peso morto)… ».

In merito al settore cunicolo, nel 2010, la crisi di mercato ha portato la filiera a ritenere il processo di formazione dei prezzi alla produzione non più idoneo all'attuale contesto distributivo, così, nel Piano di intervento per il settore, si è proposto un programma di interventi per sostenerne la competitività sui mercati interno e internazionale e la redditività delle imprese della filiera. Nel corso del 2012, si istituita la "Commissione unica nazionale dei conigli vivi da carne da allevamento nazionale", detta CUN, insediata presso la Borsa merci di Verona, per definire anticipatamente la tendenza di mercato e il prezzo medio all'ingrosso, nel rispetto di un regolamento approvato dalle parti. 

Pare che, ad oggi, non sia ancora stata attuata "l'intesa di filiera per il settore suinicolo" firmata a Mantova  l'8 luglio 2013 dalle Regioni italiane maggiormente rappresentative per la produzione suinicola, dalle associazioni di rappresentanza degli allevatori, delle aziende di trasformazione, delle organizzazioni di prodotto e dei Consorzi di tutela, che prevedeva "contratti  tipo" accanto all’introduzione della classificazione a peso morto; intesa che, se attuata, può dare una svolta al settore e superare il ritardo rispetto alle norme europee in materia, nel continuare a trattare i suini a peso vivo.

Il comma 5 dell’art.6-bis del decreto legge 5 maggio 2015, in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi, disponeva, in presenza di commissioni uniche nazionali previste dal comma 1 del suddetto articolo 6-bis, la sospensione dell’autonoma rilevazione da parte delle borse merci locali, riguardante le categorie merceologiche per cui sono state istituite le Commissioni Uniche Nazionali (CUN). Ma ad oggi risultano costituite solo due CUN: quella sui conigli e quella sui suini. Per di più, risulta ancora mancante la norma ministeriale, prevista dal comma 1 del suddetto articolo 6-bis, che dovrebbe definire le modalità di funzionamento delle CUN e risultano inoltre difficoltà di funzionamento delle CUN già costituite. Sembra in particolare che dal mese di marzo 2015 i macellatori non si presentino più alla Commissione Suini, mentre rischia di essere pregiudicata la rete delle commissioni locali che, pur con diversi limiti, rappresentava un valido riferimento per operatori commerciali, aziende di macellazione ed allevatori.

Sembra che la Camera di Commercio di Cuneo sia stata diffidata dal continuare l’attività della Commissione per la rilevazione prezzi dei conigli, con richiesta di sospensione immediata, per evitare, si sostiene, “da un lato logiche locali potenzialmente restrittive della concorrenza, dall’altro, il contrasto con le norme comunitarie a tutela della concorrenza e con le  nuove disposizioni della Legge 91/2015”. Ma il ruolo di rilevamento svolto dalle Camere di Commercio attraverso le commissioni locali non è stato lesivo della concorrenza e, anzi, ha rivestito una funzione che, oltre ad adempiere in molti casi a finalità statistiche, è stata di aiuto alla trasparenza del settore.

L’interrogazione chiede che il Ministero emani il citato Decreto, e soprattutto che trovi le modalità per non disperdere le esperienze virtuose delle Commissioni presso le Camere di Commercio, salvaguardandone la funzione. Si richiede inoltre di definire criteri in base ai quali, nella composizione delle Commissioni nazionali, venga assicurata rappresentanza e partecipazione adeguata agli imprenditori provenienti dai territori nei quali i settori di riferimento siano più significativi, così che avvenga una più corretta rilevazione dei prezzi per le specifiche categorie.


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