Una riflessione sul sistema aeroportuale regionale
Venerdì 18 Settembre 2015
|
Provvedimenti
|
Infrastrutture
E’ dei giorni scorsi la notizia che le società di gestione degli aeroporti lombardi stiano valutando nei loro organi sociali l’ipotesi di una new.co che potrebbe nascere dalla fusione delle società stesse.
Siamo in una fase iniziale, di un percorso per un’integrazione tra le società, ma vi è un ampio consenso sia dei soggetti economici sia delle Istituzioni locali.
E’ sicuramente un passaggio importante per migliorare la connettività dell’aerea internazionale, l’attrattività in termini di servizi e la competitività del sistema, anche ottimizzando le vocazioni degli scali di uno dei poli più importanti del paese e aumentando il potenziale nei confronti degli altri vettori, sia tradizionali che low cost.
Stiamo parlando di un sistema aeroportuale che nel 2014 ha movimentato più di 42 milioni di unità traffico (Aeroporti di Roma sfiora circa 45 milioni), ma credo che questo percorso possa dire qualcosa anche a noi in Piemonte, pur con i nostri dati di traffico ben inferiori.
Spiace dover dire che in questo campo abbiamo purtroppo perso molto tempo e probabilmente anche non poche risorse.
Ci tengo a ricordare che nel 2006, nella nostra Regione Piemonte, l’allora Presidente Mercedes Bresso e l’Assessore ai trasporti Daniele Borioli, oggi Senatore, indicarono a Geac il manager ed ex direttore dell'aeroporto di Genova, Guido Raimondi, perchè presentasse un piano industriale dell'aeroporto nel ruolo di amministratore delegato con l’obiettivo di avviare l’integrazione tra Cuneo e Torino.
Era un primo passo fondamentale per costruire quel Sistema aeroportuale piemontese che a parole stava a cuore a tutti. Purtroppo il percorso si arenò e un ulteriore tentativo di dialogo avviato nei mesi scorsi si è di nuovo arenato immediatamente.
Credo che il tempo stia scadendo e che oggi la posta in gioco sia lo sviluppo futuro dei nostri territori.
Agire sulla base del detto “mors tua vita mea” rischia di essere una pessima scelta, nella quale il saldo finale sarebbe negativo per tutti ed anche i campanilismi sono diventati un lusso che non possiamo più permetterci: il cuore della scommessa e dell’impegno è, e sarà, garantire ai nostri territori il servizio e le opportunità connesse.
Condivido pienamente quanto sostenuto dal Senatore Borioli, vale a dire che i tempi forse sono ora maturi per coinvolgere nel ragionamento anche Genova. La somma delle unità traffico oggi è solamente intorno ai 5 milioni, ma in un quadro di sinergia i numeri potrebbero essere maggiori e, soprattutto, maggiore potrebbe essere il potere contrattuale di un’area ampia ed economicamente importante che invece, sul piano infrastrutturale, rischia di diventare la periferia dell’impero.
Spero possa emergere, in tempi brevi ed in modo forte, il coraggio per compiere scelte giuste e necessarie, così da superare le timidezze e le titubanze che hanno purtroppo caratterizzato gli ultimi anni.